Il motto leghista: “Paga somaro lombardo?”. E’ attuale se viaggiate in treno
Lo sapevate che, se siete di Capralba (o anche di Crema) e utilizzate, per andare a Milano, la linea Cremona-Treviglio, una delle tre peggiori direttrici del mese di gennaio, non avrete diritto ad alcun rimborso? Parola di Trenord! Perché fa fede la direttrice più lunga che è la Treviglio-Milano e non quella più corta, anche se poi a Milano non ci arrivate, perché avete perso la coincidenza. Un fatto incredibile che grida vendetta.
Che il nuovo tipo di rimborso elargito da Trenord ai pendolari che subiscono ritardi e soppressioni - in vigore dal 1° aprile - fosse una vera beffa lo avevamo già detto.
Non solo non è più automatico e deve essere richiesto dall’utente attraverso una procedura molto più complessa, ma cambia anche il calcolo dei disservizi e diventa molto più difficile ottenerlo perché, se prima erano considerati i ritardi di oltre cinque minuti, ora si considerano quelli di oltre quindici minuti.
Basti pensare, a titolo di esempio, che per il servizio di gennaio oggi risultano sotto lo standard qualitativo soltanto tre direttrici, mentre con il vecchio metodo sarebbero state venti.
Le segnalazioni che arrivano dai pendolari superano la fantasia e qualsiasi peggior previsione, dimostrando che questa operazione non è che un modo per far risparmiare quattrini all’azienda regionale sulla pelle dei poveracci che ogni giorno devono prendere il treno per lavoro o per studio e che si sentono presi in giro ripetutamente. Una operazione che non incentiverà per nulla il trasporto ferroviario lombardo.
Così posto’ via social Matteo Piloni consigliere regionale Dem, d’opposizione in Lombardia. Ricordate il motto leghista: “Paga somaro lombardo?”. E’ quindi attuale se viaggiate in treno. O no?
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commenti
Roberto
4 aprile 2024 12:30
Questa volta, con piacere , concordo con il dottor Piloni. Credo sia la prima volta, ma davvero regione Lombardia sui treni ha fallito. Una situazione da terzo mondo
Manuel
4 aprile 2024 15:38
Questa casta politica, dopo la caduta della Democrazia Cristiana, è stata sì votata, ma pure cooptata, favorita dai ceti economici lombardi. Già col Celeste s’intuiva la scarsa qualità e capacità amministrativa, poi è stata tutta una decadenza. Maroni, pur non essendo un cuor di leone, aveva ben compreso la deriva politica ma, pur provandoci, non è riuscito nello scossone, anche perché isolato e marcato dappresso... e non voleva certo far la rivoluzione.
Oggi è giunta un’altra ondata di ipotetici nuovi amministratori, ma ammirando i loro padri putativi al governo, c’è da toccare ferro... e qualcos’altro.
Più prima, che poi, si arriverà alla resa dei conti e vorrò vedere se riusciranno a scaricare tutta la colpa sui politici.