La Rosa Gialla, da 31 anni profuma il Granducato con la sua cucina di mare. Ha incantato pure Baggio
Che bella storia Cremasca è quella che andiamo a ricordare, o a conoscere. Tutto partì da lontano, da un vecchio locale, un'osteria cremasca chiamato "Trappolino" perchè intrappolava la gente e non la faceva andare alla Santa Messa. E da quel posto di un'Italia oggi scomparsa, nasce la premiante (premia il palato) Trattoria Rosa Gialla, a Ripalta Cremasca, intuizione datata 1993, del patron Carlo Gatti, grande ristoratore appassionato di cibo e vino, e della moglie Rosangela, con la figlia Alessandra. Ah ... lo straordinario Carluccio, di fatto è stato un pioniere del Metodo Franciacorta, portando, sulle tavole del suo ristorantino elegantissimo, agli inizi degli anni Novanta, le allora migliori Bolle franciacortine.
Esempio di dedizione, gusto e lavoro, dal primo maggio del 93, la Rosa Gialla quindi ha portato, nel Granducato del Tortello, la sua tipica, inconfondibile cucina di mare.Trovando un ottimo riscontro grazie ai complimenti della clientela al passa parola e alla bontà dei piatti proposti. Negli anni, il ristorante cremasco ha ottenuto titoli e riconoscimenti quali: Cuoco d'oro 94-95, 96-97, Forchetta d'Oro 95, classificandosi tra primi 10 locali della provincia dal 2006 al 2012. Il menu cambia di stagione in stagione inserendo le primizie del momento come porcini, tartufo e tanto altro. La cucina è autografata dal 2006 dalla mano dello chef Maurizio Piacentini e dalla proprietaria Gatti Alessandra, impostata principalmente su una cucina gustosa, ma non troppo elaborata. E piatti quali gamberi con foglie di patate, Ravioli pizzicati pescatrice ed erbette (altro che i Tortelli Cremaschi!), Risotto alla wodka e patata viola con caviale di salmone, Tagliata di tonno in crosta e patate dolci, ecco sono entrati nel cuore dell'affezionata clientela, seducendo, tra le altre cose, vip del calibro di Pippo Franco, Katia Ricciarelli, Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta, Roberto Baggio, Mario Macalli e Cesare Fogliazza (grandi calciofili purtroppo scomparsi troppo presto) e Ariedo Braida. Tanto a mezzogiorno, per una pausa pranzo alternativa, quanto alla sera, da 31 anni, la Rosa Gialla, senza spine, "profuma" il Granducato del Tortello, a modo suo, scrivendo pagine di straordinaria storia locale.
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