22 giugno 2021

E' morto l'artista Gianni Brusamolino. Nel 2009 una sua grande mostra a Pizzighettone. Sue opere a San pietro in Cerro

Il mondo della cultura e dell’arte lombarda piange la morte, all’età di 93 anni, del maestro Gianni Brusamolino, artista milanese molto conosciuto e stimato anche in terra cremonese. Con la sua morte se ne è andato uno dei massimo rappresentanti dell’arte lombarda del Novecento. Non solo un grande artista ma anche profondo e illuminato filosofo che ha saputo esprimere una visione della vita che ha sempre visto nella bellezza un mezzo di elevazione celebrando il valore etico dell’arte, il richiamo alle nostre radici classiche e il legame dell’uomo con la natura. Nato a Cassano d’Adda il 30 gennaio 1928, ha iniziato il suo percorso artistico all’età di appena 15 anni  impostando la sua formazione attraverso lo studio della Grecia Arcaica e del Rinascimento fino a giungere al Futurismo e al Cubismo. Poco dopo la fine del secondo conflitto bellico, nel 1947, vinse il suo primo premio di pittura e nel 1948 quello di disegno in due concorsi indetti dal Ministero della Cultura a Roma dove conobbe nientemeno che Giorgio de  ChiricoAll’Accademia di Brera, a Milano, seguì i corsi di Carlo Carrà e Marino Marini dimostrandosi sempre molto attivo nella vita artistica meneghina.  Nel 1953 la sua prima mostra personale a tema alla Galleria Schettini, “La Città” e “Il Gallo”. L'anno successivo espose  con Bepi Romagnoni nella medesima galleria. Per quattro anni, tra il 1956 e il 1960, visse in Francia, invitato dal celebre imprenditore Paul Ricard, instaurando con lui un costruttivo sodalizio per poi rientrare in Italia nel 1960 affrontando il tema  “Il Fiume di Gianni Brusamolino”. Poi, nel 1964, il ritorno in terra transalpina, invitato sempre da  Paul Ricard che gli affidò importanti lavori di scultura e pittura dedicati alla storia di sette città francesi:Parigi, Marsiglia, Digione, Rennes, Lione, Bordeaux, e Mnadelieu La Napoule (Cannes). Nel 1969 fu protagonista di una importante esposizione alla Galerie de Bendor (Bandol, Varo) con la sua opera “La traite des noirs” assieme all'opera di Salvador Dalì  “La Peche au thon". Rientrò in Italia nel 1972 per lavorare al tema della “Fagocinesi” progettando, in collaborazione con Alberto Veca il manifesto teorico “Per una determinazione di spazio plastico”. Quindi, nel 1983, la mostra al Palazzo dei Diamanti di Ferrara con l’avvio degli  studi per la grande composizione “Oltre l'Allegria” (dimensioni 8x3,70mt), terminata nel 2000. Nel 1987, invece, la  Reynolds Tobacco Company gli commissionò una grande opera intitolata “The Light – The Leaves”. Il maestro Brusamolino, negli anni Novanta continuò poi a lavorare sia alla pittura che alla scultura, sui temi “Lungo Suono”, “Tra-Perari” (sculture) e “Guardiani-Guerrieri” (pittura e scultura) e Nel 1994 arrivò la prima grande rassegna antologica all'Angelicum di Milano, con titolo “Una scultura e altro”, mentre nel 1997, con il patrocino del Consolato Generale di Svizzera a Milano, esposte nella piazza antistante al medesimo opere di sculture dal titolo “Cinque opere in tema”. Senza dimenticare le mostre antologiche: “La Guerra, La Pace” nel 2003 a Compiano (PR) ed “Epiche prospettive del Mito” nel 2010 al Museo Parisi-Valle di Maccagno (VA). Nove anni fa, infine, con tecnica incisoria (acquaforte), compose 60 lastre dal titolo “Nel segno l'Eros” presso lo stampatore-editore d'arte Giorgio Upiglio di Milano. Lo stesso che, nel 1964, realizzò per Brusamolino le acqueforti della raccolta “La Giornata Provvisoria”, presentata da Salvatore Quasimodosu poesie di Curzia Ferrari. Venendo al suo rapporto con Cremona e provincia, va ricordata, nel 2009, al Centro Culturale Comunale di Pizzighettone  la sua mostra (una delle ultime che lo hanno visto protagonista) Arcaiche figure, organizzata dal Museo Civico con la collaborazione del Sistema Museale della Provincia di Cremona. In quella occasione sono stati esposti dipinti, lavori grafici e sculture realizzati tra gli inizi degli anni Sessanta e i giorni nostri. Tema conduttore della mostra, che ebbe un vivissimo successo, fu l’acqua, intesa come elemento fisico, soprattutto nei quadri dei primi anni Sessanta, dedicati al fiume Adda, ma anche come flusso dell’esistenza, che scorre attraverso situazioni ora serene ora drammatiche plasmando le nostre vite. Questo aspetto in particolare ha caratterizzato sue importanti sculture. In quella occasione il pubblico ha potuto vedere inoltre alcune delle figure tipiche della produzione dell’artista: i Guardiani guerrieri, che soccorrono l’uomo nei momenti di difficoltà, o i cavalli detti Tra – Perari, anch’essi al nostro fianco nella lotta contro le avversità, oppure Andrèia, emblema delle qualità morali umane, e Femminile forte. Sue opere, esattamente dal 2001, si conservano anche a pochi chilometri da Cremona, al Mim (Museum in Motion) del castello di San Pietro in Cerro. Uno scrigno straordinario di arte e cultura che racchiude oltre mille opere di artisti contemporanei, tra questi Hiromi Masuda, Fuksas, Xerra, Emilio Vedova, Enrico Baj, Mimmo Rotella, Urano Palma, Mario Schifano e, appunto, Gianni Brusamolino. Sua è anche la scultura dedicata ai <Tra-Perari> che si può ammirare di fronte allo stesso maniero. Brusamolino era spesso ospite a San Pietro in Cerro grazie all’amicizia che lo legava a  Franco Spaggiari, mecenate, imprenditore e socio fondatore dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza e proprietario del castello di San Pietro in Cerro. 

 Eremita del Po

Paolo Panni


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