Donne fra danza e maternità: la mostra colletiva al centro Pinoni. L'universo femminile nelle opere esposte dal 5 luglio al 30 agosto
Un filo sottile ma potentissimo unisce la danza e la maternità, due esperienze creative che appartengono profondamente all'universo femminile e che spesso, nell'arte, si intrecciano in modi sorprendenti e inusuali. Questo è il leitmotiv della mostra "Donne, fra danza e maternità", in programma dal 5 luglio al 30 agosto al Centro Pinoni di Cremona, in Largo Carelli 5. In esposizione si possono ammirare le opere di Cristina Alletto, Emanuela Artemi, Giorgio Carletti, Anna Paola Cozza, Giorgio Denti, Franca De Ponti, Lorella Facchetti, Loredana Fantato, Giovanna Ferrari, Nicoletta Gentili, Cinzia Ossani, Agnieszka Trotta, Enrica Groppi e Lorenzo Vale.
Passando in rassegna la trentina di dipinti al Pinoni, ci si trova immersi in un'atmosfera sospesa tra leggerezza e immaterialità. I quadri esposti raccontano, infatti, storie di donne che danzano, donne che accolgono la vita, donne che si muovono tra il desiderio di libertà e la responsabilità dell'essere madri. Ogni artista ha scelto una chiave personale per interpretare questo tema: c'è chi si è lasciato ispirare dalla grazia e dalla forza del preciso gesto danzante, chi, al contrario, ha scelto di rappresentare la dolcezza di uno sguardo o di un abbraccio materno e chi ancora ha preferito esplorare la tensione tra il corpo che si muove e il corpo che "genera" la vita. Parimenti danza, vale la pena sottolinearlo, è da sempre un simbolo di energia vitale, di trasformazione, di relazione con l'altro e con il mondo.
Basti pensare a come, fin dall'antichità, le danze fossero dedicate alle dee madri, simboli di fertilità e di ciclicità, come attestano le celebri "Veneri mobiliari" d'epoca remota. In molte culture, la danza è stata – e in certi casi è ancora – un modo per celebrare la vita che nasce. E anche la maternità, nell'arte, ha sempre avuto un ruolo centrale: dalle madonne rinascimentali, che incarnano l'amore e la protezione, fino alle rappresentazioni più intime e quotidiane dell'arte contemporanea, il legame tra madre e figlio è stato "narrato" dall'arte visuale in infiniti modi.
"La mostra al Pinoni – spiega il curatore, Simone Fappanni - che propone anche un garbato hommage a uno dei celebri dipinti che Fernando Botero ha dedicato al ballo, accoglie tutto questo e lo restituisce secondo un approccio caleidoscopico, fatto di stili, tecniche e sensibilità diverse. Si passa da tavolozze dalle tinte accese ad altre, morbide e pastellate, da figure volutamente essenziali ad altre, particolarmente ricercate e elaborate, ad altre ancora, che lambiscono misure astratte. In ognuna di esse ambisce a raccontare due aspetti particolari dell'universo femminile in maniera personale".
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