12 aprile 2025

Isabella Cuccato. Incontro con Palladio. Mostra di pittura a Soncino

Sabato 12 aprile alle ore 16,00 sarà inaugurata a Soncino (Cremona) la mostra di pittura dal titolo Incontro con Palladio, della pittrice e architetto Isabella Cuccato, il cui allestimento è stato realizzato nella grande sala detta della Ciminiera, ex filanda Meroni accanto alla Rocca sforzesca, in Via Carlo Cattaneo 1. L’esposizione, che ha avuto il patrocinio del Comune di Soncino, rimarrà aperta da sabato 12 aprile 2025 a lunedì 21 aprile, tutti i giorni con i seguenti orari : 11.00 alle 19.00. Il corpo principale delle opere presenti in mostra sono 30 tele dipinte ad olio e di grandi dimensioni, di 190 x 130 centimetri. Sono le tavole del trattato di architettura di Andrea Palladio. Altre tele sono dettagli, interpretazioni libere e montaggi. I dipinti sono accompagnati da disegni su cartoncino colorati con pastelli a olio, di 40 x 32 centimetri.

Isabella Cuccato è nata nel 1947 a Roncade, nella campagna veneta tra Treviso e Venezia, e dal 1962 vive a Milano. Si è laureata in architettura a Venezia con Aldo Rossi e ha lavorato negli studi di alcuni dei più importanti maestri milanesi: di Ignazio Gardella per diversi anni, di Marco Zanuso, di Franco Albini e Franca Helg. Da questo breve tratto biografico possiamo già identificare di come la formazione universitaria abbia oggi un ruolo determinante nella scelta dei soggetti dipinti per questa mostra. Negli anni Sessanta a Venezia non si diventava architetti se non si aveva disegnato, ricopiato, i disegni di Palladio, come al Politecnico di Milano, negli stessi anni, non si diventava architetti se non si erano superati gli esami di geometria analitica, geometria descrittiva. L’apprendimento mediante la copia attraversa l'intera storia delle pratiche e delle pedagogie artistiche, sebbene prima dell'era della riproducibilità meccanica la copia era e rimane la propedeutica principale dell'apprendista artista.

Incontro con Palladio. Il termine incontro significa l’incontrarsi di due o più persone, per volontà oppure per coincidenza fortuita, in geometria invece significa il convergere di due rette verso un punto d’incontro. L’immagine olimpica di Palladio, nel senso del luogo degli Dei, che ha maturato l’architetta Cuccato viene qui dalla pittrice Cuccato rappresentata con distacco e interiorizzata senza quegli elementi impropri della sua professione. Sembra abbandonare la realtà per il sogno. Il colore disteso sulle tele stampate, il verde e il giallo, che riproducono le tavole del Palladio, sembrano voler manifestare un gesto più umano, rispetto all’immagine estatica dei disegni, quasi una riconciliazione con il mondo. Da un evento scolastico Palladio è qui rielaborato in maniera ludica e demistificante, non per questo meno laboriosa, e come afferma la Cuccato “ Il lavoro, specie quello del pittore, ha tanti aspetti del gioco, e un gioco ne chiama un altro. Ho ingrandito dei dettagli dai disegni di Palladio, talvolta molto piccoli, sino a renderli irriconoscibili”.

Il gesto del colore disteso sulla tela è probabilmente sentito dall’artista come un momento di liberazione dalle rigide regole del disegno geometrico, e non la causa necessaria di un effetto ricercato. L’autrice scrive che “la piccola dimensione e la libertà della mano mi hanno consentito maggiore libertà nel colore, e nell’infrangere la combinazione di elementi che Palladio aveva voluto. Ho a volte colorato la stessa tavola in modi diversi. Lavorare su una trama offerta da un altro, è differente che lavorare su una trama che io stessa ho definito e, per paradosso, apre di più all’imprevisto.” Il disegno geometrico architettonico di Palladio è un linguaggio indeformabile, nessun altro significato secondario o improduttivo può interferire con esso, per gli architetti ha un senso inalterabile. Il colore, la pittura invece configge con il segno del disegno, si sforza di trasformare il disegno, di disturbarlo, con un disordine apparente. Si innesta qui la questione della ‘forma’ e della ‘pittura’, non solo in termini di proprietà dei materiali, la stampa e il colore, ma per i loro modi di definire le relazioni tra gli elementi, opponendo una funzione di isolamento, propria della linea e del ‘contorno’, a una integrante, che è propria del colore. Nelle raffigurazioni è ben evidente questa opposizione, che crea contrasti plastici, categorie analitiche per la lettura dei disegni del Palladio.

Le operazioni di Isabella Cuccato che effettua sulla tavole del Palladio si apparentano alla corrente artistica detta dell’intericonicità. Cosa è che rende certe immagini socialmente disponibili o culturalmente adatte per essere riutilizzare? L'intericonicità suppone la rinuncia parziale alla mistica dell’originale, detta anche “immagine sorgente”, “immagine modello” o “immagine citata”. L’ intericonicità considerata spesso come una pratica di minore entità, spesso confusa come imitazione o copia , o semplice logica analogica o associativa. Nel processo di intericonicità il senso di un’immagine risiede meno nella sua “ereditarietà” che nella sua efficacia culturale e simbolica, nella sua capacità di suscitare altre immagini, di generare idee, anche per indurre comportamenti e, più fondamentalmente, per produrre ovvero costruire relazioni sociali e un certo rapporto con il mondo.

 

Enrico Maria Ferrari


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commenti


Isabella Cuccato

24 aprile 2025 18:53

Ringrazio di cuore il dottor Enrico Maria Ferrari per il bellissimo articolo e l’analisi accurata sulle mie opere palladiane, esposte a Soncino. Grazie , grazie. Grazie anche a Cremona Sera per lo spazio concesso.
Cordiali saluti. Isabella Cuccato.,