27 ottobre 2022

"Cremonaphone", 1917 i primi grammofoni canadesi costruiti nel nome della nostra città. Dalla "macchina parlante" al giradischi

Gli oltre 2000 anni di storia di Cremona sono stati celebrati e ricordati in svariati modi, ma per trovare un'azienda che ha dedicato una linea di prodotti alla “capitale” della liuteria è necessario attraversare l'Oceano Atlantico. La storia della Amherst Pianos Ltd è quella di una azienda che, all'inizio del 1900, decise di dedicarsi alla creazione di pianoforti sia da studio che da concerto. Amherst è un piccolo centro urbano collocato esattamente nel punto più stretto che collega la Nova Scotia al resto del Canada, circondata a sud e a nord dal mare ha sempre avuto una tradizione economica legata alla pesca fino a quando, nel 1912 il signor H.A. Hillcoat decise di fondare ad Amherst la Hillcoat Pianos una piccola azienda familiare per la produzione di pianoforti che non ebbe particolare fortuna e che venne rilevata, già nel 1913, da J.A. McDonald il quale, con una visione commerciale molto più globale decise di fondare la Amherst Pianos Ltd. J.A. McDonald era il maggior venditore di pianoforti del Canada, forte anche di una notevole capacità finanziaria e di una azienda per il trasporto marittimo degli stessi, decise di acquisire la manodopera e la struttura per costruire e rivendere i suoi pianoforti.

L'avventura della Amherst Pianos Ltd comincia subito nel migliore dei modi, grazie ad una buona qualità e a prezzi comunque accessibili il signor McDonald riuscì a produrre e vendere qualcosa come centinaia di pianoforti all'anno tanto che, nel 1916, aveva più di 500 dipendenti ed uffici commerciali in vari luoghi del Nord America tanto da raggiungere una enorme capitalizzazione. Gli ingenti capitali che aveva a disposizione il signor McDonald lo portarono ad investire in un settore parallelo a quello dei pianoforti, quello dei grammofoni.

Fu così che il 14 aprile 1917 la  Amherst Pianos presentò alla stampa e ad una fiera ad Halifax la sua “talking machine”, letteralmente “la macchina parlante”, ovvero il primo di una serie di grammofoni che venne chiamata Cremonaphone. Dopo i primi sperimentali prodotti la Cremonaphone cominciò nel 1919 a produrre in serie e in diversi modelli i moderni giradischi, per stimolare la produzione McDonald comprò un vecchio albergo di Amherst, il Maple Leaf Hotel convertendolo per la sola produzione dei Cremonaphone, serie di prodotti che avevano il grosso vantaggio di divenire accessibili anche per i meno abbienti,  rendendo così più facile la diffusione della cultura musicale. Il nome che diede origine ai giradischi della Amherst Pianos non fu casuale, la città di Cremona era conosciuta in tutto il mondo per la storia e per la valenza musicale, l'operazione commerciale di McDonald fu chiara e abile; collegare i suoi prodotti di qualità non eccelsa rispetto ad altre marche di grammofoni (visti i prezzi di vendita molto più bassi della concorrenza per renderli acquistabili) a quella della storia musicale della città del Torrazzo.

Per rafforzare il valore aggiunto dei suoi prodotti il logo della Cremonphone era esplicito e molto “cremonese”: due chiavi di violino sormontavano l'intestazione della azienda, quasi come sinonimo di qualità del prodotto. Un binomio tra storia della musica e storia aziendale che avrebbe portato i suoi frutti perché, grazie all'enorme successo dei prodotti Cremonaphone, gli utili della Amherst Pianos aumentarono ulteriormente permettendo a McDonald di lavorare sulla qualità e di presentare, nel novembre del 1921, il Cremonaphone Deluxe, modello di punta della gamma Cremonaphone.

La gamma di grammofoni di McDonald si basava su 8 modelli facilmente identificabili con le prime 8 lettere dell'alfabeto, il Cremonaphone Deluxe invece rappresentava la rivoluzione nella produzione. Progettato e costruito basandosi sul “suono di Stradivari” il Deluxe era in grado di offrire una enorme qualità nel suono soprattutto con i toni medio-bassi e nei dischi con accompagnamento basato sugli ottoni, fattore molto importante a quei tempi, in quanto erano le due tipologie di suono che spesso risultavano “ovattate” dalla tecnologia di allora. La rivoluzione del Deluxe fu accolta subito in maniera entusiasmante, a dicembre vennero venduti ben 250 pezzi, ma il prezzo di vendita dello stesso, per il quale fu studiato anche un mobile apposta per renderlo ideale anche come oggetto d'arredamento, divenne insostenibile per larga parte della clientela che aveva scelto i precedenti modelli della Cremonaphone. La Amherst Pianos stava cercando con il suo Deluxe di gestire il mercato statunitense dei giradischi quando, nel 1925, entrò in commercio la punta di diamante dei grammofoni di allora, il Victor Orthophonic, il primo modello al mondo alimentato ad  energia elettrica invece che con la classica manovella, modello che rese “vecchi” quasi tutti i tipi precedenti di giradischi. Nel 1926 il prototipo che rappresentava l'evoluzione del Deluxe non ebbe seguito e con l'aumento esponenziale dei costi sia di produzione che di trasporto via mare J.A. McDonald fu costretto a chiudere l'azienda e a dichiarare fallimento per la Amherst Pianos Ltd oltre che per la Cremonaphone, chiudendo una parte della “relazione” tra i grammofoni e la città del Torrazzo ma la storia porterà ancora Cremona a far parte del mondo dei giradischi.

La visione aziendale di J.A. McDonald aveva portato la Cremonaphone e la città di Cremona ai massimi livelli nella diffusione del messaggio musicale ma, come spesso accade, una invenzione rivoluzionaria ha completamente cambiato il mercato, lasciando al Cremona l'onore di aver avuto una intera linea di grammofoni con il proprio nome. 

Marco Bragazzi


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