"Il Piccolo Conservatorio", fare musica ai tempi del Covid
Un progetto controcorrente quello del professor Antonino Campisi, che già da qualche anno viene portato avanti presso l’Istituto Comprensivo Cremona Uno. Le ore di musica nella Scuola Primaria sono ormai ridotte all’osso, una sola ora di lezione settimanale, ma, grazie all’attività proposta da Campisi e dai suoi colleghi, i bambini riescono a raggiungere le tre ore a settimana. Il progetto si chiama “Il Piccolo Conservatorio”, e coinvolge i bambini in tutti e cinque gli anni della scuola primaria. Durante i primi tre anni, spiega il docente, i bambini frequentano un’attività collettiva di propedeutica musicale dove si approcciano alla musica giocando, sperimentando e toccando con mano i primi strumenti musicali, così poi da poterne scegliere uno da portare avanti nel quarto e nel quinto anno. Gli strumenti principali sono tromba, violino e pianoforte. A coltivare i giovani talenti, oltre al maestro Campisi quale docente di Tromba e coordinatore, vi sono Carolina Ferraroni per la cattedra di Pianoforte e Giuseppe Rozzi per quella di Violino. La scelta di questi tre strumenti non è casuale, infatti lo studio di uno di essi permetterà ai giovanissimi musicisti di proseguire con questi stessi strumenti presso la Scuola Secondaria “Antonio Campi”, che dispone appunto di una sezione ad indirizzo musicale.
Tra le attività proposte all’interno del progetto vi sono la musica d’assieme, in funzione di una piccola orchestra, ed un coro. “Il segreto della buona riuscita di questa iniziativa”, continua Campisi, “è la collaborazione tra tutti i docenti (compresi quelli delle materie non musicali) che trasversalmente lavorano insieme a me alla composizione delle musiche ed alla stesura dei testi, anche sotto forma di laboratorio, con i bambini che attivamente partecipano anche a questo ambito creativo; l’altro valore aggiunto risiede nel grande sostegno dei genitori, che hanno donato all’Istituto gli strumenti musicali necessari, poi dati in comodato d’uso esclusivo ad ogni allievo per tutta la permanenza a scuola”.
“il Covid ci ha messo in difficoltà”, incalza il coordinatore, spiegandoci che inizialmente ha dovuto sospendere ogni attività in attesa di indicazioni dal Ministero su come tenere le lezioni. Non si è perso d’animo, e con i colleghi è riuscito a dividere il gruppo di allievi in sottogruppi più piccoli. Attenendosi rigidamente alle norme previste dai decreti, gli insegnanti hanno potuto prevedere sale con spazi ampi, distanza di sicurezza di oltre 2 metri tra gli allievi ed un particolare accorgimento per gli studenti di tromba: come si sa, essendo uno strumento aerofono, quando viene suonato produce, col passaggio dell’aria calda, una naturale condensa che viene regolarmente eliminata dall’allievo durante la lezione. Ecco, per combattere con la massima attenzione la pandemia, i giovani musicisti hanno a disposizione un contenitore già parzialmente colmo di liquido disinfettante, così da poter eseguire in sicurezza e tranquillità anche questo passaggio.
La domanda, quindi, è quasi naturale: cosa manca più di tutto ai suoi allievi? Antonino Campisi risponde chiaramente: “i bambini vogliono tornare a far musica tutti insieme, a fare i piccoli concerti che abitualmente venivano ospitati durante le matinée del Museo Civico, a divertirsi con i propri genitori e con il pubblico ad applaudirli e ad incoraggiarli”.
Conclude infine “speriamo presto di poter fare un grande concerto che torni a coinvolgere tutti i bambini con coro ed orchestra”.
Mai come ora, la Musica ha proprio bisogno di questo entusiasmo nelle giovani promesse di “domani”. Mai come ora la Musica ha bisogno di docenti come Antonino Campisi, che porta avanti con coraggio e determinazione un progetto didattico importante come “Il Piccolo Conservatorio”.
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