26 giugno 2025

"Ospedale Oglio Po, dismesso il reparto di senologia, mai arrivata l'ambulanza per le partorienti". La protesta del Coordinamento dei cittadini

Sale la protesta del Coordinamento dei cittadini/e per l'Ospedale Oglio Po dopo la dismissione del reparto di senologia dell'Ospedale Oglio Po nonostante le rassicurazioni. Questo è l'ultimo di una serie di tagli che ha privato di recente il territorio della Commissione per il riconoscimento dell'invalidità civile, delle promesse mai mantenute di una ambulanza per le partorienti dopo la soppressione del reparto maternità e di 25 milioni di euro annunciati ma mai arrivati per rivitalizzare alcuni reparti. Ecco il documento del Coordinamento.

Il Coordinamento dei cittadini/e per l’Ospedale Oglio Po denuncia, nonostante le rassicurazioni dell’assessore regionale al Welfare Bertolaso e dei consiglieri regionali Ventura (F. d I), Cappellari e Vitari (Lega) la dismissione di un reparto indispensabile per il nostro territorio: la senologia.

Eppure, soltanto il 26 ottobre scorso si è tenuto un interessante convegno sull’argomento, presso l’Auditorium Giovanni Paolo II a Casalmaggiore, alla presenza di tutti gli specialisti casalaschi e cremonesi coordinati dal dott. Robert Sabag, responsabile della chirurgia senologica dell’Ospedale Oglio Po, durante il quale si promettevano servizi di eccellenza per il nostro ospedale, elaborando un modello operativo in grado di coniugare organizzazione e umanità offrendo un’assistenza a misura di persona, compresa la gestione psicologica delle pazienti, e creando un ponte tra ospedale e territorio… Ebbene, che ne è stato di tutto ciò? Perché sottrarre un reparto così importante e persino cruciale (considerando che il tumore della mammella è la principale causa di morte nelle donne con circa 55.000 nuovi casi ogni anno, anche in età precoce), costringendo le pazienti a recarsi all’ospedale di Cremona con tutti gli intuibili disagi dei viaggi, oltre ai ritardi di un grande ospedale (peraltro in corso di ristrutturazione)? Da un lato si fanno mirabolanti promesse di potenziamenti e di rilanci, dall’altro si adduce il solito mantra di scarsità di personale e difficoltà nel suo reperimento…non ci accontentiamo di queste risposte perché è paradossale che quando un reparto c’è e funziona talmente bene da attirare pazienti anche da lontano, grazie alla competenza, alla dedizione ed alla professionalità dei medici e del personale, invece di premiarlo e valorizzarlo si decide di smantellarlo, privando le donne di un valido e irrinunciabile punto di riferimento, a dispetto della tanto decantata umanità e gestione psicologica per una patologia così delicata e multifattoriale…Non possiamo restare indifferenti alle sacrosante richieste delle donne, disperate perché non potranno più trovare nelle vicinanze (e non a più di 40 km da casa!) un servizio altrettanto valido e soddisfacente. Sollecitiamo pertanto le autorità sanitarie, politiche ed amministrative (sindaci) a porre rimedio a questa situazione, considerando che il bacino di utenza è pari a quello di una grande città (il distretto Oglio Po consta di 80.000 cittadini) al quale vanno garantite le prestazioni sanitarie caratteristiche di un ospedale generalista, non focalizzato solo su alcuni reparti riconosciuti d’eccellenza come traumatologia ed ortopedia, trascurando tutti gli altri e creando gravi carenze.

A tale proposito, siamo purtroppo costretti a rilevare un’ulteriore penalizzazione nei confronti dell’utenza più debole, quella degli invalidi, che è stata privata di recente del servizio della Commissione per il riconoscimento dell’invalidità civile e la valutazione ai sensi della legge 104/92 che ha sospeso gli appuntamenti già fissati in precedenza presso l’Ospedale Oglio Po, costringendo i cittadini casalaschi a recarsi all'Ospedale di Cremona per le pratiche del caso (con inevitabile aggravio di lavoro per gli addetti che si vedono moltiplicare gli accessi e conseguenti ulteriori ritardi per l’utenza…). In precedenza, la responsabile del servizio dell’ASST di Cremona aveva dichiarato che, stante il bacino di utenza dell’Ospedale Oglio Po, sarebbe stato opportuno garantire una presenza territoriale della Commissione, prospettando persino due appuntamenti mensili. Ora invece si toglie addirittura l’unico appuntamento disponibile! È davvero inconcepibile infierire in questo modo su persone, per la maggior parte anziane, già debilitate da vari handicap fisici e con le opprimenti temperature di questo periodo. Il timore è che, come già avvenuto in passato, non si tratti di una temporanea sospensione estiva ma di una interruzione più duratura, incompatibile con le reiterate e solenni dichiarazioni di potenziamento della struttura.

Non si tratta di una sterile polemica politica: ci corre l’obbligo di ricordare anche le vane promesse di un’ambulanza per le partorienti (mai arrivata) che avrebbe dovuto sopperire alla chiusura del punto nascite, di ginecologia ed ostetricia, e dei famosi 25 milioni di euro, di cui sentiamo parlare da anni, senza aver visto finora alcun miglioramento e che sarebbero in ogni caso insufficienti a rivitalizzare i reparti dismessi, essendo destinati più al “maquillage” esterno che alla funzionalità interna. È evidente che se le donne del distretto non potranno più contare sul reparto di senologia presso l’Oglio Po, dovranno recarsi all’Ospedale di Cremona, nel quale esisteva peraltro il reparto di Area Donna a sua volta sacrificato da scelte aziendali che hanno suscitato le legittime proteste delle pazienti penalizzate da decisioni poco rispettose delle loro condizioni psicofisiche. Considerando l’aumento delle patologie tumorali femminili, come è possibile pensare che un solo reparto come quello dell’Ospedale di Cremona possa assorbire e curare adeguatamente una tale quantità di pazienti (del Capoluogo e della Provincia)? È evidente che manca del tutto la sensibilità nei confronti delle problematiche femminili, non solo sanitarie ma anche psicologiche. Altro che medicina di genere! Proprio per questo, al fine di instaurare un rapporto sereno e proficuo con le pazienti, tutta l’equipe si è molto impegnata per creare un reparto eƯiciente e stimato ed ora...quanta ingratitudine nei confronti di questi operatori! Un segnale preoccupante è pure il fatto che non sia ancora stato nominato il primario di chirurgia: non dovrebbe essere difficile, per gli uffici amministrativi, provvedere in tempo a sostituire il personale in via di pensionamento; non va inoltre trascurato il fatto che il personale infermieristico risente di un forte carico di stress, soprattutto nei reparti nei quali le esigenze dei pazienti sono maggiori, e queste situazioni di incertezza sul futuro non fanno che peggiorarlo, con conseguenti rischi sulla sicurezza di tutti.

Tutto ciò premesso, colpisce molto il contrasto stridente tra la notevole visibilità mediatica data al convegno citato sulle patologie mammarie e la coltre di buio e silenzio calata invece sulle decisioni reali prese a scapito dell’utenza, benché le patologie da cui è colpita non siano affatto in progressivo affievolimento, ma anzi stiano aumentando considerevolmente, in virtù del grave inquinamento ambientale della Pianura Padana, per cui è necessario aumentare il presidio sanitario sul territorio (come emerso nel convegno stesso). A questo punto sorge spontanea una domanda: possibile che i sindaci del distretto non si preoccupino che vengano meno prevenzione e cura per le donne (elettrici) nel proprio territorio? Ci aspettiamo che prendano tempestivi provvedimenti nelle sedi e nei luoghi opportuni, essendo loro i primi responsabili della salute pubblica nei comuni da loro amministrati. Ci auguriamo che le nostre considerazioni vengano valutate attentamente e che si ritorni su questa decisione per evitare di commettere un errore che avrà un forte impatto sulla salute del territorio.

Il Coordinamento dei cittadini/e per l’Ospedale Oglio Po manterrà viva l’attenzione sulla situazione e valuterà eventuali future azioni a difesa della salute della collettività. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


marco

26 giugno 2025 17:22

Tenuto conto che sono già spariti dal mirabolante progetto del nuovo ospedale ben due piani e non è stato chiarito quali specializzazioni verranno ridotte o cancellate non c'è da stupirsi.
A vantaggio di chi queste decisioni frutto di bugie?

Pierpa

26 giugno 2025 18:36

Aspettarsi risposte decenti da una banda di politicanti regionali, gentilmente donati al nostro territorio per distribuire denari ad architetti alla moda e costruttori ansiosi di spartirsi il malloppo? Attesa vana. E poi chi se ne frega dei tumori, oggi l'imperativo è, da Bruxelles in giù, finanziare l'industria delle armi.