«Siate santi messaggi di speranza sull’esempio di Omobono» In Cattedrale la Messa Pontificale, aperta in cripta dall'omaggio dei ceri
«Quest’anno sant’Omobono ci raggiunge con alcuni sms, ossia “santi messaggi di speranza”, che egli ha disseminato con paterna tenerezza lungo i passaggi più delicati del tempo che viviamo». Con queste parole il vescovo di Cremona Antonio Napolioni ha aperto l’omelia in occasione della celebrazione della solennità patronale di sant’Omobono presieduta la mattina di sabato 13 novembre in Cattedrale.
La Messa, concelebrata dal vescovo emerito Dante Lafranconi, insieme al Capitolo della Cattedrale e diversi presbiteri diocesani, è stata introdotta da un breve momento di preghiera davanti alla tomba del santo, nella cripta del Duomo, con il tradizionale omaggio dei ceri al patrono da parte del sindaco di Cremona a in rappresentanza della comunità cittadina. Accolta sul portone della Cattedrale dal rettore della Cattedrale, mons. Attilio Cibolini, la delegazione dell’Amministrazione comunale con i due agenti della polizia locale a reggere i ceri per il patrono, si è quindi recata in cripta per la preghiera al patrono. «Non una formalità, tanto meno un gesto scontato», ha ricordato il vescovo, sottolineando il «bisogno di luce per la città, per le famiglie, per il popolo, per il mondo». «La chiesa si fa serva di questa missione di luce, che è una scia di santità che sgorga dal Signore Gesù e da coloro che credono in lui», ha detto ancora prima di ringraziare «chi serve la comunità con lo stesso spirito». Quindi, dopo l’accensione dei tre ceri, che sono stati posti accanto all’urna del santo, la preghiera a Omobono. Accanto al vescovo c’erano l’emerito Dante Lafranconi, il rettore della Cattedrale e il presidente del Capitolo mons. Ruggero Zucchelli. Tra le autorità il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, il prefetto Vito Danilo Gagliardi, il presidente della Provincia Paolo Mirko Signoroni.
La celebrazione è poi proseguita seguendo il rito proprio della solennità. E ad un’assemblea numerosa e partecipe, specchio dell’intera città in festa, monsignor Napolioni ha proposto una riflessione articolata su tre punti fondamentali, tre messaggi idealmente consegnati dal patrono cremonese alla comunità locale. Citando alcuni passaggi delle letture proposte dalla liturgia del giorno, il Vescovo ha evidenziato alcuni atteggiamenti decisivi per la vita di ogni cristiano.
«Il primo sms – ha esordito il vescovo – diceva “Porgi l’orecchio al povero” (Sir 4,8). Omobono, mentre vedeva Cremona spaccarsi tra fazioni e interessi, scelse di andare incontro ai più deboli. Allo stesso modo anche noi siamo invitati a ricercare il silenzio, a fare attenzione ai segni e alle voci più flebili. Per questo abbiamo iniziato il cammino sinodale, come palestra di ascolto di tutti, anche del più piccolo e lontano, senza il quale non possiamo essere certi di seguire il Risorto».
Il secondo passaggio dell’omelia di monsignor Napolioni si è sviluppato a partire da un versetto del Vangelo: “Non state con l’animo in ansia” (Lc 12,29). «Questo messaggio è destinato a noi come comunità cristiana: nessuno è mediocre agli occhi di Dio, anzi, ognuno è un dono, una pietra viva, un candidato alla santità. E sono proprio questi i tesori in cielo su cui Omobono ha puntato gli occhi: Dio e i poveri».
Parlando di tesori non è mancato, da parte del vescovo, un riferimento al Museo diocesano inaugurato proprio alla vigilia della solennità patronale: «Spero – l’auspicio del vescovo – che lo scrigno di bellezza, artistica religiosa, donato ieri alla città, serva proprio a questo: a tenere lo sguardo alto verso Dio, Gesù e i Santi nostri intercessori».
Giungendo al terzo punto della propria riflessione, monsignor Napolioni ha citato un ultimo messaggio che sant’Omobono ha lasciato «rivolgendosi ai giovani: “Dio ama chi dona con gioia” (2 Cor 9,7). Ma, ancor di più, Dio ama chi si dona con gioia. Più dei beni materiali, dunque, è necessario e possibile scambiarsi il dono della personale disponibilità all’amicizia, alla condivisione e al servizio».
In questo senso è stata significativa, al momento dell’offertorio, la donazione di stoffe, fatta da una rappresentanza dell’associazione artigiani cremonesi, insieme a un’offerta a favore della Caritas cremonese, proprio nel ricordo del “padre dei poveri” patrono dei sarti: nel giorno del patrono cittadino, da sempre ricordato per la sua generosità ed attenzione al povero, è stato un segno tangibile di vicinanza e sostegno ai più fragili.
Se dunque i tre versetti della Scrittura citati nell’omelia del Vescovo hanno voluto rappresentare il testo di tre sms rivolti dal patrono di Cremona alla comunità cristiana, l’esempio di vita di sant’Omobono ha svolto la funzione di collante tra gli spunti di riflessione offerti. «Le tue parole, bibliche ma vissute – ha sottolineato monsignor Napolioni – sono state per noi “santi messaggi di speranza” e ci hanno fatto scoprire che in realtà i santi come te sono vivi messaggeri di speranza che accompagnano la storia verso il suo compimento».
La festa del patrono è stata quindi per la Chiesa di Cremona un’occasione per fermarsi a riflettere, per rendere grazie e per ritrovare forza ed entusiasmo nel proprio cammino. «Davanti al tuo esempio – ha concluso il vescovo – facciamo un proposito tutti insieme: essere anche noi, con meno parole e più coerenza di vita, santi messaggeri di speranza».
Durante tutta la celebrazione – animata con il canto dal Coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi accompagnato all’organo dal maestro Fausto Caporali e alla tromba da Giovanni Grandi e servita all’altare dagli studenti del Seminario diocesano – incessante è stato l’afflusso di pellegrini sulla tomba del santo patrono con il servizio d’ordine garantito dall’Associazione nazionale carabinieri di Cremona.
Successivi appuntamenti saranno nel pomeriggio alle 17 il canto del Secondi Vespri ancora presieduti dal vescovo Napolioni che conferirà nell’occasione il mandato ai ministri straordinari della Comunione (diretta sui canali web diocesani) e a seguire alle 18 l’ultima Messa della giornata presieduta dal parroco della Cattedrale don Antonio Bandirali.
Nel fine settimana la Cattedrale sarà aperta con orario continuato dalle ore 7.30 alle 19.
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