“Tra identità e rinnovamento”: il Maestro Federico Mantovani racconta il Concerto di Natale con il Gloria di Vivaldi
La Chiesa di Sant’Ilario accoglierà domenica 14 dicembre 2025 alle ore 21 il tradizionale Concerto di Natale, appuntamento atteso dalla città e divenuto nel tempo un riferimento culturale del periodo natalizio. Un evento che unisce coralità, orchestra e voci soliste in un programma pensato per valorizzare sia il grande repertorio sacro sia la tradizione musicale popolare.
Il concerto avrà come fulcro il celebre “Gloria in Re maggiore” di Antonio Vivaldi, una delle pagine più luminose del Barocco veneziano, affiancato da una selezione di canti della tradizione natalizia arrangiati per coro e orchestra. A eseguire il programma sarà un organico ricco e articolato che riunisce alcune delle realtà musicali più attive del territorio.
Protagonisti della serata saranno il soprano Federica Zanello, il contralto Nadya Petrenko, l’organista Marco Molaschi e la violista Angela Alessi (spalla dell'ensemble). Accanto a loro, il Coro di voci bianche dell’Istituto “Beata Vergine” — preparato dal maestro Silvia Galli — e il Coro Polifonico Cremonese, accompagnati dall’Orchestra Magma Musica.
A guidare l’intero progetto musicale sarà il direttore Federico Mantovani, che fin dall’inizio ha curato la costruzione del programma e il lavoro con le diverse formazioni coinvolte.
Abbiamo incontrato il maestro Mantovani per approfondire la visione artistica del concerto, il percorso di preparazione e il significato di proporre il “Gloria” di Vivaldi nel contesto natalizio.
Il Concerto di Natale del Coro Polifonico Cremonese è ormai una tradizione molto attesa in città. Qual è, secondo lei, l’elemento che permette a questo appuntamento di rinnovarsi ogni anno pur restando fedele alla sua identità?
Il Polifonico ha dato vita al concerto di Natale in Cattedrale da quando è nato, oltre 55 anni fa, alimentando poi in altri gruppi la stessa passione per la musica corale. E da allora ogni anno questo appuntamento si rinnova, in chiese diverse, ma sempre accolto da tutti, interpreti e pubblico, con partecipazione e affetto assoluti, e occasione anche per me per presentare lavori nuovi, com’è stato nel caso dell’Oratorio contemporaneo “Accendere attendere” composto su testo di Davide Rondoni. Dal 2010 ho deciso di coinvolgere anche un coro di bambini proprio per rinnovare questo appuntamento tradizionale, grazie alla collaborazione nata nel frattempo con l'Istituto Beata Vergine in occasione della composizione ed esecuzione della Cantata “Vergine Madre”.
Il rinnovamento ogni anno deriva poi dal fatto di affrontare nella prima parte del concerto opere diverse del repertorio, da Haydn a Puccini, da Vivaldi come quest’anno a Respighi, da Schubert alla riproposizione di “Vergine Madre” appunto, coinvolgendo solisti di canto e organici strumentali differenti. E per talune opere anche la voce recitante, unendo musica e testi.
Nel programma di quest’anno convivono Vivaldi, i canti natalizi popolari e alcuni estratti di importanti opere di repertorio. Come costruisce l’equilibrio tra repertorio colto e tradizione popolare per mantenere il concerto accessibile e allo stesso tempo artisticamente ricercato?
Ritengo che sia sempre importante restare fedeli alla propria identità, al proprio gusto, e a quelli di una compagine corale come il Polifonico, che vanta una lunga storia, ma che sia altrettanto necessario rinnovare questa identità, soprattutto in occasione del concerto di Natale, che non vuole rappresentare una semplice vetrina di abilità ma intende veicolare messaggi di letizia, pace e speranza accessibili a un largo pubblico. La mia idea fino ad ora è stata quella di dedicare la prima parte del concerto a una partitura in sé autonoma e conclusa, e di rendere poi omaggio nella seconda parte ai canti di una tradizione che è mescolanza di molteplici apporti, dove convivono il registro colto e quello più popolare. Quest’anno inoltre, avendo condiviso il progetto con gli amici dell’Orchestra Magma Musica, che ringrazio, e con cui già realizzammo il concerto di Pasqua dello scorso anno, ho elaborato e orchestrato i canti natalizi popolari, divertendomi sempre tanto. L’accessibilità del concerto non va però sacrificata alla ricercatezza della proposta e a quella nobile eleganza che è in grado di coinvolgere tutti in un percorso spirituale e artistico di più profonda bellezza.
Il concerto coinvolge varie realtà musicali, dall’Orchestra Magma Musica alle voci bianche dell’Istituto Beata Vergine. Quali sono, per lei, le sfide e le soddisfazioni nel dirigere un progetto così articolato e intergenerazionale?
Credo molto nella collaborazione tra musicisti, come dimostra l’impegno negli anni per condividere progetti, anche prima dell’attività al Polifonico, e coinvolgere cantanti, solisti, altri gruppi corali, orchestre.., purché però si parli una lingua comune e gli sforzi siano orientati da parte di tutti all’arricchimento e all’approfondimento della proposta musicale, mantenendo vivi entusiasmo e passione in coloro che la musica la fanno con molto impegno e serietà, a partire dai nostri cantori.
La sfida è sempre duplice: portare tutti, interpreti e ascoltatori, ad una comune idea e visione della partitura, e non tradire mai gli insegnamenti preziosi dei maestri, e quindi studiare sempre tanto, in modo accurato, per restituire un suono condiviso.
La soddisfazione più grande sta proprio nel fare musica insieme, nell’inclusione di professionisti e amatori, e nel vedere cantare le generazioni una accanto all’altra, perché il vero dono della musica è quello di unire ed elevare i cuori di tutti in un’esperienza condivisa.
Desidero ringraziare quindi tutti coloro che hanno creduto in queste idee e in questo percorso negli anni, a partire dal Coro Polifonico Cremonese a tutti gli interpreti dei tanti concerti fatti insieme, e di questo prossimo del 14 dicembre. Con l’augurio di un sereno Natale e con l’auspicio che Cremona possa correre per il riconoscimento di Capitale della Cultura anche grazie alla Musica che ha saputo e sa esprimere.
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