25 novembre 2025

1975–2025: la Canottieri Baldesio celebra il mezzo secolo dell’impresa mondiale di Merli e Sbruzzi

Cinquant'anni fa, nell'agosto del 1975, la Canottieri Baldesio scriveva una delle pagine più significative della propria storia sportiva. A Belgrado, ai Mondiali Assoluti di canoa, Danio Merli, 19 anni,Giorgio Sbruzzi, 20, conquistavano una straordinaria medaglia d'argento nel K2 10000 metri, unico podio mondiale assoluto nella canoa della Baldesio ancora oggi.

La fotografia del podio, conservata negli archivi societari e riprodotta nel materiale storico del 1975, restituisce il valore di quel risultato: la coppia cremonese sul secondo gradino, a fianco dell'equipaggio ungherese e davanti ai russi, in una volata serrata che vide i tre K2 racchiusi in poco più di un secondo. 

Il giorno precedente, Merli e Sbruzzi avevano già mostrato la loro competitività internazionale con un quinto posto nella finale dei 1000 metri, a un soffio dall'oro. Una prestazione che diede loro la consapevolezza di poter affrontare i 10000 con ambizione e maturità. Le immagini della gara, scattate durante le lunghe fasi di conduzione del K2, restituiscono il gesto tecnico e la sincronia dell'equipaggio azzurro, impegnato su un tracciato che segnò l'affermazione della scuola cremonese.

Nella prova più lunga, l'Italia si inserì da subito nel trio di testa insieme a Ungheria e Russia, staccando progressivamente il resto della flotta. La battaglia per il titolo si risolse soltanto negli ultimi metri, con gli ungheresi primi, gli azzurri secondi e i russi terzi. Un arrivo ravvicinato, che confermò il valore assoluto della giovane coppia della Baldesio.

A cinquant'anni di distanza, quel risultato rimane un riferimento identitario per la società: un traguardo che parla di talento, preparazione, coraggio agonistico e di una tradizione sportiva che continua a ispirare atleti e tecnici di oggi.

Per Danio Merli e Giorgio Sbruzzi, protagonisti di una stagione irripetibile, la ricorrenza è l'occasione per riportare alla memoria un capitolo fondamentale della storia della Baldesio. Per la società, è un motivo di orgoglio che attraversa le generazioni e che conferma quanto la cultura sportiva costruita negli anni Settanta rappresenti ancora oggi una radice solida e viva.


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