30 ottobre 2021

360 milioni di euro per il fiume Po. Tutto nel Pnrr, quindi da eseguirsi entro il 2026! Piacenza, Cremona, Pavia e Lodi insieme per i progetti

A seguito della approvazione del bilancio di previsione 2022 in ottemperanza e a seguito del bilancio nazionale del Governo, al MiTe è stato deliberato il regolamento di amministrazione e di attuazione contabile delle Autorità di Bacino interessate all’appennino orientale, settentrionale, centrale e meridionale e separatamente anche per il bacino dell’intero fiume Po. La conferenza istituzionale permanente della autorità di bacino distrettuale, presieduta dalla sottosegretaria MiTe Ilaria Fontana, presente lo staff direzionale del dipartimento sicurezza suolo e acqua,  ha determinato una valutazione favorevole dei piani presentati dagli enti pubblici non economici predisposti per legge a operare nel segno di: difesa del suolo, contenimento e superamento dei rischi idrologici e tutela delle acque, con l’obiettivo di assicurare l’equilibrio fra la disponibilità di risorse idriche reperibili o attivabili all’interno del bacino ed i fabbisogni per i diversi usi. In questo contesto trovano obiettivi sia gli ambiti naturali che quelli artificiali realizzati a supporto, servizio, sicurezza dei primi. Giampietro Comolli dell'osservatorio di Piacenza di UNPOGRANDE afferma:  “In questo ambito sicuramente avrà uno spazio progettuale anche la montagna italiana e soprattutto gli appennini: Piacenza ha sicuramente voce in capitolo per l’importanza dei diversi bacini fluviali che scorrono a valle e quindi strettamente connessi i capitoli  di difesa e sicurezza del suolo e no-spreco acqua naturale e contenimento degli eccessi climatici.”  

Fra questi il ministro della Transizione ecologica (MiTE) ha firmato il progetto per la rinaturazione dell’area del Po, che coinvolge tutti gli enti interessati di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Il piano-progetto indicato ha un valore di circa 360 milioni di euro, esattamente doppio rispetto si famosi 180 milioni di euro già deliberati dai governi Prodi-Berlusconi e con il Cipe di allora che aveva nel 2009 dato ok di spesa attiva, fatto salvo poi dirottare tutti quei fondi per il terremoto di L’Aquila. E’ una spesa, oggi, che rientra fra i fondi del PNRR di cui il MiTE, attenzione in quanto è ben sottolineato,  è responsabile. Si tratta di un investimento che interessa l’intero bacino del fiume in cui ricadono, fra l’altro, 37 Siti Natura 2000 e la Riserva MAB Po Grande. 

Afferma ancora Comolli: “E’ con molta soddisfazione che vediamo un vecchio nostro progetto, di matrice e di origine piacentina già partito già circa 15 anni fa, prendere forma. Certo va aggiornato e applicato alle migliori, più alte, più diffuse tecnologia utili perché un investimento sicuramente strutturale, infrastrutturale abbia un occhio e obiettivo verso la valorizzazione della “core zone” ma anche della “buffer zone” come attrazione turistica, navigazione, accesso, fruizione, sicurezza, ecoservizi, pulizia, controllo”.  

Come scrive il MiTe : “E' un intervento di grande impatto per il miglioramento dell'ecosistema fluviale, della navigazione, della sicurezza e della qualità della vita per chi vive in quelle zone o le visita come turista. Il Po, infatti, è una delle sei aree prioritarie per la connettività ecologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici, dove avviare una diffusa azione di ripristino ambientale, rappresentando un primo passo per la più grande e importante azione di recupero ecologico e di adattamento nel nostro Paese.

Comolli: “ Può essere una grande occasione per Piacenza (da attuare in primis insieme a Cremona, Pavia e Lodi) per ipotizzare anche percorsi e itinerari di servizio ai turisti come era stato organizzato durante Expo Milano 2015 il progetto “UnPOxExPO” e che ha portato a constatare l’esigenza di creare il MAB PoGrande. Nel progetto Mite vedo tre grandi possibilità per Piacenza: uno stretto legame con Cremona su un progetto attrattivo integrato; la definizione finalmente del  city water front con una forte condivisione con le canottieri e pontieri per un attracco polivalente rivolto verso monte con accessibilità al fiume da piazza Cavalli; la ripresa della pulizia  dell’alveo e degli argini come percorso ecologico.”     

Il progetto prevede la rinaturazione di 37 aree lungo il suo corso più altre 7 nel Delta del Po, con 5 tipologie di interventi: riqualificazione, riattivazione e riapertura di lanche e rami abbandonati; riduzione dell'artificialità dell'alveo e in particolare l’adeguamento dei “pennelli”; riforestazione diffusa naturalistica; contenimento di specie vegetali alloctone invasive, ma anche un incremento degli ecosistemi e il riordino dell’eccessiva canalizzazione dell’alveo fluviale.  L’accordo del Mite, quale soggetto responsabile dell’investimento, verrà presentato il prossimo 19 novembre alla presenza del Ministro e dei governatori delle Regioni coinvolte


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commenti


Ferruccio

31 ottobre 2021 10:13

Come si sposa questo progetto con quello di regione Lombardia di bacinizzazzione per fini commerciali dell'asta del PO?

Roberto Regonelli

31 ottobre 2021 15:25

Speriamo si facciano poche chiacchere e più cose concrete. E che i soldi, perché tanti non "evaporino'. Chi ha orecchie per intendere, intenda. I soldi fan gola a tutti.