Rivolta d'Adda: la minoranza chiede le dimissioni del Consiglio: “Chi resta accanto a Sgroi dopo le sue ammissioni perde credibilità”
Il 23 maggio diventa pubblica la notizia dell’arresto di Giovanni Sgroi.
Come consiglieri di minoranza, a partire dai giorni immediatamente seguenti, abbiamo cercato un’interlocuzione con alcuni componenti della maggioranza consiliare per capire se fossero disposti a presentare congiuntamente una mozione di sfiducia al Sindaco o a dimettersi insieme a noi, al fine di fare cadere il Consiglio.
Ogni tentativo è stato infruttuoso, nonostante avessimo riposto fiducia nel loro senso di responsabilità, valore a cui diamo un significato evidentemente opposto.
Un mese dopo l’arresto, in occasione del primo Consiglio Comunale, abbiamo deciso di avviare questa interlocuzione pubblicamente, facendo un nuovo appello alle dimissioni di almeno metà dei consiglieri comunali (serve che ci si dimetta almeno in sette, e la minoranza è formata solo da quattro persone).
Il nostro richiamo è caduto nel vuoto. A nulla è valso dire chiaramente e pubblicamente ciò che pensiamo: ovvero che chi siede oggi in maggioranza, a qualsiasi titolo, perde ogni credibilità se non si discosta pubblicamente dalla figura politica di Giovanni Sgroi e non contribuisce, dimettendosi, a ridare dignità al concetto della rappresentanza pubblica per il paese di Rivolta d’Adda.
Sono trascorsi ora due mesi. Una settimana dopo l’incidente probatorio apprendiamo dai giornali le parole del legale di Sgroi, il quale riferisce di “chiarimenti sulla vicenda con un atteggiamento di dolorosa consapevolezza nella rivisitazione corretta degli eventi”.
Leggiamo inoltre titoli che indicano le “prime ammissioni sugli abusi alle pazienti” da parte di Sgroi (Corriere della Sera, bergamo.corriere.it, 25/07/2025).
Chiediamo le immediate dimissioni di Sgroi, dimissioni che sarebbero dovute arrivare subito e che ora sono imprescindibili. Chiediamo urgentemente che la maggioranza consiliare si discosti politicamente, ora che sulla stampa i titoli indicano le “prime ammissioni sugli abusi alle pazienti” da parte di Sgroi (Corriere della Sera, bergamo.corriere.it, 25/07/2025).
Se già stridevano le parole di vicinanza a Sgroi della Vicesindaca Patrini nei giorni immediatamente successivi all’arresto, ancor più oggi, con la cronaca che riferisce di “prime ammissioni sugli abusi”, il silenzio dell’intera maggioranza risulta del tutto inaccettabile per il rispetto dell’istituzione del Comune di Rivolta d’Adda.
Nessuno e nessuna delle persone che siedono in consiglio in maggioranza si senta escluso dall’appello.
Ribadiamo la nostra volontà di contribuire a cambiare la situazione dimettendoci, pur sapendo che l’arrivo di un commissario non sarà un bene per il paese, ma anche consci che si tratta di arrivare alle elezioni della primavera del 2026.
Chiediamo, infine, alla società civile di Rivolta d’Adda – che in questi mesi ha parlato sempre e solo nel privato – di emergere e fare sentire pubblicamente e senza timore la propria voce.
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