31 luglio 2025

Addio a Pierino Cernuzzi, una vita donata agli altri con fede, intelligenza e cuore

Ha costruito, con sapienza e lungimiranza, ma soprattutto con lealtà e profonda generosità  veri e propri pezzi di storia di Motta Baluffi, senza mai cercare la visibilità ma adoperandosi per la sua comunità, la parrocchia, in particolare per i giovani. Il centro rivierasco ha pianto, in questi giorni, la scomparsa, ad 87 anni, di Pierino Cernuzzi, molto conosciuto e stimato anche ben oltre i confini di Motta Baluffi, grazie soprattutto all’attività di manager di una importante industria del vetro che ha svolto per molti anni, con capacità, intelligenza e quella onestà che lo ha sempre animato e caratterizzato.

Profondamente legato alla sua famiglia e al suo territorio, da tutti meglio conosciuto come Piero, è stato anni fa tra i fondatori, con un gruppo di amici, dell’oratorio parrocchiale fortemente voluto per dare vita ad un fondamentale punto di riferimento per i giovani. Uomo di fede autentica ed incrollabile, si è più volte fatto carico, anche economicamente, delle necessità della chiesa così come delle squadre di calcio dei ragazzi, organizzando anche tornei storici in memoria di giovani prematuramente scomparsa, tenendo viva in questo modo la loro memoria e, contemporaneamente, dando vita a momenti indimenticabili di aggregazione, di sport e di amicizia tra i più giovani (e non). Ai diversi parroci e sacerdoti che si sono avvicendati nella guida della comunità ha sempre fornito, nel tempo, un prezioso supporto materiale, economico e morale, non facendo mai mancare la sua presenza, la sua esperienza, il suo sorriso.
Anni fa era anche riuscito, con determinazione e impegno, a far cambiare il nome della sua via facendola dedicare a don Guido Galimberti, storico sacerdote di Motta Baluffi rimasto molto vivo nel ricordo e nella riconoscenza di quanti lo hanno conosciuto. Lui, Piero Cernuzzi, aveva di fatto accolto don Guido (che era poi purtroppo deceduto in seguito ad un incidente stradale) nella sua famiglia accudendolo fino all’ultimo. Se e quando si presentava un problema, Cernuzzi non si voltava mai dall’altra parte ma, da uomo saggio e tutto d’un pezzo, si rimboccava le maniche e cercava sempre, e comunque, una soluzione. La fede cristiana lo ha animato per tutta la sua esistenza, in una costante ed intima cura del suo rapporto con il Signore, preparandosi all’incontro con Lui in modo quotidiano, con la partecipazione alla messa nonostante fosse appunto un manager di successo, e quindi molto impegnato, in una importante industria del vetro milanese.
Un uomo di particolare sensibilità, che si era commosso fino alle lacrime lo scorso Natale, il suo ultimo Natale, entrando nel grande presepio allestito all’ombra della chiesa di Solarolo Monasterolo. Tantissime le persone che hanno partecipato alla cerimonia esequiale (ulteriore dimostrazione di quanto fosse conosciuto e stimato) nel corso della quale don Marco Genzini lo ha ricordato con parole molto toccanti, di fronte soprattutto a tanti adulti di oggi, giovani di ieri, cresciuti in quell’oratorio che lui, Piero, aveva appunto voluto e fondato. Questa partecipazione di massa è stata una ulteriore e bella dimostrazione di quanto fosse stimato e benvoluto.
Quello che ha fatto per la sua comunità è e resta scolpito nella memoria e nel cuore di tanti ed in tanti, nel ricordarlo, hanno auspicato che, in quanto benefattore del paese, sia degnamente ricordato anche con l’eventuale dedicazione di una strada, o di una sala, per tenerne viva e immutata la memoria, oggi densa di gratitudine e di ammirazione. Pierino Cernuzzi ha lasciato la moglie Vanna, il figlio Cristiano, i fratelli Franco e Olimpio con Roberta, il cognato Franco con Anna, i nipoti ed i tantissimi amici che a lui erano profondamente legati. 

Eremita del Po

Paolo Panni


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