A Iris rubano la mountan bike che le serve per vincere la malattia. I carabinieri la cercano, poi si tassano e le regalano una nuova bici
Quella mountain bike era un alleato prezioso perché le permetteva di fare movimento, una cosa fondamentale nella lotta alla sua grave malattia. Ma qualcuno l'ha rubata. I carabinieri hanno cercato di ritrovarla, senza però riuscirci. Ma non si sono arresi e hanno lanciato una colletta tra colleghi per regalarle una bicicletta nuova. Scintillante e simile alla prima, a parte il colore: rosso fiammeggiante quella, verde luccicante la seconda.
Iris, 16 anni, cremonese, studentessa del liceo artistico Stradivari, è stata ricoverata, dal maggio al dicembre 2019, nel reparto di Onco-ematologia pediatrica degli Spedali civili di Brescia. Praticava nuoto agonistico per la canottieri Baldesio, era una specialista del dorso. Si allenava tutti i giorni, 2-3 ore al giorno. Ma all'improvviso il suo corpo si è fermato. Poi gli esami, la diagnosi, le prime cure. Cure pesanti affrontate con il coraggio di un adulto: perché Iris non solo ce l'ha fatta, passo dopo passo, a rimettere in piedi se stessa ma, con il suo esempio, ha ridato speranza e fiducia anche agli altri pazienti, tutti giovani come lei.
E' per la capacità di dispensare grandi dosi di bene con la naturalezza dei piccoli gesti gesti quotidiani che, l'anno scorso, le è stato assegnato il Premio bontà intitolato a Lidia Bittanti.
Iris, appassionata di disegno (farà parte del gruppo di ragazzi che realizzerà il murales anti Covid di 400 metri lungo il muro della Fiera), si è ripresa. E' tornata a scuola, ora sta bene. Ma ha un assoluto bisogno di fare movimento. Per lei è una questione vitale. Un'amica di famiglia aveva una bicicletta molto bella, che però non le serviva. E così ha pensato di prestarla alla studentessa.
“L'abbiamo montata su un rullo e ha cominciato a utilizzarla in casa - dice la madre, Barbara -. Poi all'aperto”. Ma, proprio il primo giorno, è sparita dallo scantinato di un condominio del quartiere Po dov'era stata riposta.
“L'abbiamo cercata in ogni angolo, ma niente da fare. Le era stata data per riprendere in mano la sua vita e la sua salute nel mezzo di una malattia che non sappiamo se è stata del tutto sconfitta. Mia figlia fa più fatica a correre perché non ha fiato mentre la bici ha un impatto più leggero sul suo organismo, pedalare l'aiuta tantissimo”.
La mamma ha presentato denuncia dai carabinieri, in viale Trento e Trieste. Un luogo dov'era di casa: il padre (il nonno di Iris), Salvatore Sammarco, scomparso nel 2008, era un appuntato scelto dell'Arma, stimato da tutti, fuori e dentro la caserma. E' anche nel ricordo della sua figura che i militari hanno promesso che avrebbero tentato di ridare il sorriso alla nipote del loro collega ritrovando la bici. Ci hanno provato, ma inutilmente.
A quel punto, però, non si sono persi d'animo e hanno pensato a un'alternativa. E' così che è nata l'idea di acquistarne, di tasca propria, una nuova di zecca. La consegna è stata organizzata nei giorni scorsi. Iris, all'oscuro di tutto, è stata convocata con una scusa in caserma. Arrivata, si è trovata di fronte alla sorpresa del dono con tanto di fiocchi. “Era felice, è stato un gesto bellissimo. Eravamo tutti commossi: io, mia figlia e loro, i carabinieri. Sono stati ammirevoli, non ho parole per ringraziarli”. In una domenica Iris ha macinato 50 chilometri. Ma non ha nessuna intenzione di fermarsi qui.
“Le sue condizioni sono buone e presto, se le cose continueranno così, dovrebbe smettere le cure. Il suo prossimo obiettivo? Riprendere a nuotare”. In piscina ci andrà in sella a quel regalo inaspettato.
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