8 ottobre 2024

A sorpresa chiude Happy Casa al CremonaPo: licenziati i sette dipendenti, dopo solo tre anni dall'apertura. La crisi nella grande distribuzione

Il 15 dicembre chiude i battenti Happy Casa al Centro Commerciale Cremona Po, nella parte su via Sesto. La notizia è stata ufficializzata oggi ai sindacati. Happy Casa è una catena di negozi specializzata nella vendita di casalinghi, giocattoli, cartoleria e bricolage presente ormai in tutta Italia. Lo store di Cremona e quello di Ascoli Piceno (24 dicembre) sono i due della catena che chiuderanno i battenti. Sono sette i dipendenti a tempo pieno per i quali è stato chiesto il licenziamento collettivo. La motivazione è nelle perdite che i due store hanno accumulato, oltre il milione di euro. Happy Casa è un'azienda nata a Martina Franca (Taranto) nel 2008 dall'imprenditore Giovanni Cassano della General Trade e che in poco tempo si è allargata a tutta Italia con 120 punti vendita che vanno dai mille ai tremila metri di sperificie con oltre 1400 collaboratori. Tra l'altro è lo sponsor del Basket Brindisi. Il negozio di Cremona (1400 metri) è stato aperto il 19 aprile 2021 nel mese dell'apertura contemporanea di 6 nuovi store: Vercelli, Castions di strada (Udine), Vitulazio (Caserta), Mercogliano (Avellino) e Ravenna. Ed ecco, secondo la nota inviata dalla società al Ministero del Lavoro, alla Regione Lombardia, ai sindacati e all'Ispettorato del Lavoro le ragioni della chiusura.

"Le ragioni che hanno indotto Happy Casa a procedere alla chiusura dei suddetti punti vendita ed alla conseguente risoluzione dei contratti di lavoro attualmente intercorrenti sono riconducibili alla negativa e persistente situazione economica registrata in tali unità commerciali. In particolare, tali punti vendita hanno registrato rilevanti perdite economiche, non solo nella prima fase di avvio, ma anche nel prosieguo della propria attività fino a tutto l’esercizio corrente, che allo stato ammontano complessivamente a circa un milione di euro. Tale scenario risulta vieppiù aggravato dall’attuale pesantissima contrazione dei consumi e dalle peculiarità dei territori e dei bacini di utenza che sono risultati inadeguati al modello di business della società. L’eccessiva onerosità dei costi di struttura rispetto all’andamento dei risultati economici come sopra descritti, rendono pertanto impossibile prevedere, allo stato, un’inversione di tendenza che possa consentire la prosecuzione delle attività commerciali delle suddette unità produttive, che pure sono rimaste attive fino ad oggi nonostante il reiterarsi dei negativi risultati di bilancio".

Foto Gianpaolo Guarneri (FotoStudio B12)


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commenti


Gianluca

8 ottobre 2024 15:02

Strano, le attività dei centri commerciali sono sempre così fiorenti! Io ne aprirei altri 4/5 in zona.

Pierpa

8 ottobre 2024 16:13

Un giorno si scoprirà che gli esseri umani non possono essere ridotti a consumatori per il solo profitto degli investitori. Un giorno...

Tony

8 ottobre 2024 18:28

Parole sante. La domenica dovrebbe essere dedicata al culto per i credenti, allo sport, praticato o vissuto .allo spettacolo teatro o cinema, alle buone mangiate, alle gite fuori porta o più lontano, alle visite a musei e gallerie . Oppure al semplice riposo. Mai allo shopping compulsivo.

Gianluca

8 ottobre 2024 18:48

Se fosse davvero shopping compulsivo, i negozi non sarebbero in crisi. La gente frequenta il centro commerciale per scaldarsi d’inverno o rinfrescarsi d’estate, ma senza comprare. E questo è il risultato.

Manuel

8 ottobre 2024 19:42

Parole sante anche le tue.
Una visione aristotelica della natura umana che apprezzo e che, a mio avviso, favorirebbe la convivenza e la pace.

Luigi

8 ottobre 2024 17:08

I centri commerciali dopo aver massacrato il commercio al minuto costretti a chiudere migliaia di negozi hanno scoperto la concorrenza

Marco

8 ottobre 2024 18:59

Ci vorrebbero come pecore a comperare a qualsiasi ora, luogo o manifestazione.
Torniamo all'essenziale, riscopriamo la semplicità del vivere senza avere armadi e cassetti pieni di cose inutili o che abbiamo già doppie o triple.
Poi queste sono notizie di chiusure annunciate perché è evidente che l'offerta è troppa e invadente
Gli unici che, anche se deserti o con clientela minima, non chiudono mai sono quelli orientali.
Prevedo un notevole ridimensionamento dell'offerta commerciale .