A2a conferma il progetto originale e la stessa localizzazione dell'impianto di Biometano. Nessun passo indietro né cambiamenti. Le reazioni del Comitato
Il progetto dell'impianto di Biometano in via Antichi Bodri (ironia della sorte quella strada memoria del passato adesso ha già inceneritore e impianto a biomasse e ne avrà un altro industriale) presentato il 7 aprile in Provincia per la Valutazione d'Impatto Ambientale è la fotocopia di quello già ritirato dopo le proteste del Comitato e dei cittadini. Quindi nessuna modifica nè nessuna scelta alternativa. L'impianto di Biometano di A2a si può fare solo lì, lungo la strada per Bosco, soprattutto per l'interconnessione necessaria con il bruciarifiuti e con l'impianto a biomasse. E' questo il succo della presentazione dell'impianto avvenuta questa sera nel Salone dei Quadri in commissione di vigilanza allargata da parte di tre tecnici (Paolo Soldani, Silvano Scararo e Pierlorenzo Monterisi) della multiutility milanese-bresciana.
Un salone dei Quadri affollato di cittadini, molti provenienti dalla zona sulla quale si realizzerà l'impianto, con striscioni e cartelli segno evidente di come il tema sia ormai nel cuore di tanta gente contraria alla realizzazione e ai troppi silenzi sull'impianto. Basti pensare che ieri, nello stesso salone, per il consiglio comunale che doveva discutere del bilancio di Cremona Solidale e dell'assistenza agli anziani (tema importante e delicato vista l'età media della popolazione cremonese) tra il pubblico c'era un solo cittadino e il vigile urbano di servizio.
I tre tecnici, con l'ausilio di proiezioni, hanno illustrato le caratteristiche dell'impianto: produrrà 3.500.000 metri cubi di biometano l'anno recuperando biomasse vegetali, reflui zootecnici e sottoprodotti di origine agroindustriale e quindi immesso nella rete del gas e potrà soddisfare il fabbisogno di 3mila famiglie. "Se si usassero fonti fossili- hanno detto i tecnici - per produrre la stessa quantià di energia avremmo 9mila tonnellate di Co2 prodotta in più".
"L'impianto avrà come matrici di alimentazione effluenti zootecnici (esclusa pollina), sottoprodotti agroindustriali e colture energetiche sostenibili/biomasse vegetali tra cui insilati di mais (ndr, nel suo intervento il consigliere comunale Carlo Malvezzi- Forza Italia- ha toccato, tra l'altro, anche il tema etico della destinazione alla produzione di energia di vegetali destinati all'alimentazione umana), tutti provenienti dalle aziende del territorio circostante." I tecnici a2a hanno anche ipotizzato il transito di meno di 20 camion per portare le matrici all'impianto. Altre caratteristiche illustrate sono quelle che l'impianto lavorerà in autoconsumo elettrico e termico. Illustrato anche il progetto (con laghetto e un boschetto di quasi 5mila metri).
Non si è fatta attendere la replica di Michel Marchi, sindaco di Gerre de' Caprioli, e promotore del Comitato BiometaNO Cremona.
"La commissione vigilanza ci ha consentito di certificare una certezza che già in parte avevamo: la realizzazione di un impianto di biometano in quel contesto è solo ed esclusivamente un business privato a vantaggio di qualche azionista ben lontano da Cremona e dal suo territorio. Le illustrazioni addotte da Agripower, benché interessanti e dettagliate, hanno tralasciato importanti aspetti che tuttavia hanno una importanza prevalente nelle valutazioni complessive dei rischi/benefici - ha detto il sindaco Marchi - Mi fermo per sottolineare una dichiarazione fatta da Agripower: il nuovo impianto, per ragioni di economie di scala, sarà realizzato in una posizione baricentrica rispetto ad aziende agricole che oggi non hanno impianti propri. Considerato che l’ipotesi realizzativa è nella prima periferia est della città si suppone quindi che il carico di traffico invada tutta la città di Cremona per le aziende ubicate a ovest del capoluogo, investendo di trattori le già trafficate tangenziali e la via Giordano, non solo la via Bosco e Gerre de’ Caprioli. Tutto questo in una preoccupante sottostima dei mezzi in transito dichiarata da A2A".
E ancora: "Aggiungo: il fatto che il Comune di Cremona, che sta in questi giorni affrontando una variante urbanistica al proprio PGT, non rilevi nei propri documenti di piano il cambio di destinazione d’uso dei terreni oggetto di intervento (seppur la Norma glielo consenta e ci sia una relazione allegata alla variante che cita il progetto) pare distorsivo del concetto proprio di pianificazione territoriale pubblica. Si cerca invece a mio parere di malcelare una scelta precisa per non autoassoggettarsi ai vincoli previsti dalla Legge regionale vigente. Rimango fermamente convinto della totale inopportunità di questo impianto, nel contesto in cui è ipotizzato e nel merito. Continueremo la nostra azione nelle sedi opportune per controdedurre tutto quanto proposto".
Anche Paola Tacchini attivista del Movimento 5 Stelle e del Comitato, stigmatizza le relazioni dei tecnici: "A2A ci ha raccontato quanto sia bello e buono digerire letame e cereali per dare calore a noi poveri cittadini. Non ci incantano più. Noi cittadini saremo uniti per opporci a questo sopruso".
Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri (Fotostudio B12)
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commenti
Gianni
23 maggio 2023 20:17
Ma dai, che bello.
Sarebbe ancora più bello se a2a perdesse qualche decina di migliaia di clienti luce e gas cremonesi... Basta volerlo.