Al Filo, da tempo sold out, la magia della musica dal vivo degli "Aksak Project". Un "jazz club" sotto il Torrazzo
Non di rado capita di sentire esecutori in disco e di risentirli dal vivo rimanendo spiazzati sulla divergenza tra l’una e l’altra esecuzione.
Qualche critico un po’ caustico, qualche tempo fa, diceva delle registrazioni in disco di Domingo che “a cantare una nota alla volta, son capaci tutti di far quelle arie lì”, alludendo al fatto che il famoso tenore non avesse facilità a cantare il famoso “do” acuto, che per l’appunto invece nelle registrazioni la nota ostica apparisse in tutto il suo splendore. Esempi di artisti che nelle proprie discografie sono intonatissimi e dal vivo non convincono sono sempre più frequenti, sopratutto grazie alle recenti tecnologie che ai giorni odierni in studio possono trasformare un pescivendolo in Frank Sinatra.
Ma non è questo il caso.
Aksak Project presenta live l’ultimo lavoro discografico, Argonauti, mostrando dal vivo tutta la magia che già ci aveva stupito nell'ascolto in anteprima del disco. Argonauti è un viaggio, un meravigliosa traversata in barca toccando le rive della suggestione, dei ricordi. Il progetto nasce, come ogni creazione, da eventi, pensieri, circostanze. Achille Meazzi ama il contatto col pubblico, ed in un Filo sold out intrattiene un dialogo con la sala che “fa molto Jazz Club”. La formazione vede elementi del calibro di Nadio Marenco, virtuoso fisarmonicista che conta collaborazioni importanti con mostri sacri della musica, Nico Catacchio bassista e contrabbassista, Nicola Mantovani al sax tenore e soprano, Eduardo Amedeo Meazzi e Eliana Piazzi alle percussioni, Gianni Satta tromba e flicorno, e Antonio Arcari che, nonostante un infortunio alla mano, ha presenziato per la parte fonica senza poter suonare.
L’esecuzione della scaletta ha portato sul palco tutta la magia della musica dal vivo, gestita con la qualità di un’incisione.
L’intesa, i respiri, gli sguardi, hanno chiarito quanto feeling ci sia in questo gruppo e la qualità del suono che viene generato dimostra oltremodo le potenzialità tecniche ed artistiche dei musicisti. Un viaggio, quello metaforico del disco Argonauti, che ci porta ad atmosfere calde, dalla Francia del rogo di Notre Dame all’Arabia Saudita con i suoi microtoni e le sue melodie suadenti.
Meazzi cambia strumenti durante la serata con padronanza tecnica e musicalità, ponendo le basi per i virtuosismi di Gianni Satta e Nadio Marenco. Protagonista di molteplici melodie interessanti approcciate con estremo controllo il sassofonista Nicola Mantovani, mentre gli effetti sonori sono affidati a Eliana Piazzi. La parte prettamente ritmica trova nel preciso Eduardo Meazzi un binario dritto su cui il gruppo ha viaggiato sicuro. Di talento anche il contrabbassista Nico Catacchio che ottiene dal proprio strumento suoni ed effetti, particolarmente nell’uso degli armonici e del pizzicato.
Se il disco aveva convinto, l’esecuzione dal vivo ha confermato l’estrema qualità di questi musicisti e del loro lavoro. Applausi scroscianti meritatissimi. Speriamo che, oltre ai fortunati presenti questa sera, vi siano altre possibilità di partecipare a questo concerto che merita assolutamente di essere vissuto. Il biglietto per un viaggio così non si trova tutti i giorni. Noi, nel mentre che ci godiamo il ricordo di questo, attendiamo il prossimo viaggio.
le foto sono di Gianpaolo Guarneri (FotoStudioB12)
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commenti
Elio Conzadori
13 maggio 2022 09:16
Semplicemente bravissimi. Grandi emozioni e un viaggio fantastico.