Alla Fiera Internazionale i trattori d'epoca del Cavec
La “Fiera Zootecnica Internazionale” guarda al futuro del settore primario puntando sulla innovazione pur senza dimenticare l’importanza della tradizione. Non deve quindi stupire che, alla rassegna, partecipi anche quest’anno il CAVEC. Lo fa con una bella raccolta – curata da Ettore Parma, consigliere del sodalizio e responsabile tecnico per i veicoli agricoli - dedicata ai trattori che hanno permesso la meccanizzazione delle nostre campagne. In tutto sono stati raccolti oltre venti mezzi, alcuni davvero importanti sul piano collezionistico. “Siamo presenti a Cà de Somenzi ormai da qualche edizione. – conferma Parma - Il nostro stand ha un successo crescente ogni anno. I visitatori, per lo più, sono operatori del settore. I nostri veicoli permettono di riannodare i fili del tempo, consentono a ciascuno di trovare corrispondenza con la propria esperienza nel lavoro nei campi. Quella che raccontiamo è una storia che si snoda seguendo il filo delle emozioni e dei ricordi. Così prende forma un vissuto collettivo”. Continua il dirigente CAVEC “Abbiamo presentato tutti i maggiori marchi specializzati nella costruzione di mezzi agricoli. A partire da quelli realizzati dalle aziende meccaniche italiane. Come il Fiat 80R, uno dei primi modelli di grosse dimensioni, diffusissimo tra gli anni Sessanta e Settanta. O, ancora l’OM 512, uno dei primi prodotti adatti all’agricoltore medio. Nello stand del CAVEC il racconto spazia fino alla coltivazione in collina con il Samecar, che unisce alla abilità del trattore la possibilità di impiegare un cassone per il trasporto”. Ugualmente importante la serie dei veicoli di produzione estera. “Siamo pur sempre una rassegna internazionale. Era giusto allargare gli orizzonti oltre i confini della pianura padana”. Così il mezzo più curioso (oltre che più vecchio) è un esemplare di produzione americana, un Fahr del 1936. Le ruote all’anteriore sono ancora ravvicinatissime e manca un assale di collegamento, la carrozzeria è più che essenziale, senza una vera e propria copertura persino del cofano. Ma da quegli esperimenti sulla meccanizzazione prese il via una vera e propria del “lavoro” nelle campagne. Ci sono anche tanti mezzi inglesi e, altrettanti, tedeschi. Tra loro anche un trattore prodotto dalla Porsche, un modello degli anni Cinquanta, quando la costruzione di automobili stava decollando”.
“Con questa rassegna vogliamo stimolare la riscoperta di un patrimonio prezioso - conclude Parma -. Nelle nostre cascine ci sono ancora parecchi mezzi d’epoca, spesso non più impiegati che rischiano di andare perduti se non troveranno una valorizzazione collezionistica. Come Asi molto è stato fatto per permettere questa transizione. Attraverso il riconoscimento di storicità i veicoli possono essere posseduti anche da chi non ha una azienda agricola. Inoltre è possibile riportarli in strada (pur senza adeguarli alle più recenti imposizioni del codice della strada), così come si può aver diritto alla riduzione dei costi di assicurazioni. “Anche attraverso questa presenza - spiega Claudio Pugnoli, presidente del CAVEC – vogliamo testimoniare il nostro impegno per declinare in maniera ampia la passione per i veicoli d’epoca. Così come vogliamo ribadire i legami con il nostro territorio. Siamo orgogliosi di essere ospiti in un evento tanto portante e ringraziamo quanti (a partire dal comitato organizzatore fino ai collezionisti) hanno resa possibile questa bella silloge che, partendo dal passato, anche attraverso gli stand con gli ultimi modelli di oggi, permette di guardare al futuro con maggiore consapevolezza”.
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