Altri accertamenti su fanghi e gessi contaminati, interessate almeno una ventina di aziende agricole del cremonese: ecco l'elenco completo
Sarebbero almeno 21 le aziende agricole nel cremonese in cui sono stati sparsi i fanghi e i gessi di defecazione contaminati da inquinanti e venduti dall'azienda bresciana Wte. A darne notizia, completando il quadro delle indagini emerso nelle scorse settimane, è il Giornale di Brescia in un articolo pubblicato oggi. “Una prima mappatura c’è – scrive il quotidiano – . Ed è quella che traccia la «rete» della filiera iniziale: il percorso che ricostruisce cioè quali sono le aziende agricole in cui la Wte ha consegnato i gessi di defecazione e i fanghi contaminati nel periodo compreso tra gennaio 2018 e agosto 2019”.
Il quotidiano parla di un “elenco di comuni lunghissimo, che vede coinvolti trenta territori bresciani ma che si estende ben «oltre confine», mettendo in allarme anche le province di Como, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Piacenza, Pavia, Verona e Novara”.
Annota il Giornale di Brescia: “Fin lì, in quegli anni, la Wte - l’azienda finita sotto inchiesta perché accusata, appunto, di aver venduto gessi contaminati e che ora deve rispondere dei reati di traffico illecito di rifiuti e gestione di rifiuti non autorizzata - ha consegnato i suoi prodotti”.
Ancora sconosciuta è tuttavia l'estensione del danno, ossia in quali punti esatti sono avvenuti gli spandimenti, in quali altri campi e “a quanto ammonta il conto del danno ambientale subìto e del quale - se accertata la responsabilità - l’azienda che ha sede a Calvisano, Calcinato e Quinzano dovrà rispondere direttamente”. Per farlo, osserva il quotidiano, “la strada da percorrere è una e una soltanto: interrogare, uno dopo l’altro, i gestori delle aziende agricole che hanno ricevuto la merce. Sperando di riuscire a risalire a tutti i luoghi degli spandimenti avvenuti in quel lasso di tempo”.
A questo fine si apprende che diversi Comuni hanno già chiesto ai Carabinieri forestali di “conoscere la localizzazione dei terreni al centro dei riflettori, così da poter mettere in moto le contromisure necessarie, ovvero le ordinanze di tutela”.
La risposta fino ad ora pervenuta è inequivocabile: l’elenco dei Comuni «indica il nominativo dell’azienda agricola ricevente e la collocazione geografica dei terreni oggetto di consegna dei gessi per il loro spandimento», e tuttavia «non fornisce indicazioni sulla localizzazione puntuale dei campi oggetto dello spandimento, né delle colture praticate, né della quantità di gessi sparsa».
Qui l'elenco completo con le aziende su cui sono stati sparsi i fanghi contaminati: Elenco
Sui fanghi contaminati, alcune settimane fa, abbiamo sentito il parere di un esperto. Qui l'articolo.
DEGLI ANGELI (5 STELLE) - “Quello che è emerso in Regione Lombardia non è per niente rassicurante: ossia che risulterà difficile risalire all'esatta ubicazione dei terreni contaminati”. A spiegarlo è Marco Degli Angeli, consigliere regionale del M5s Lombardia dopo che, nel corso di ieri pomeriggio giovedì 24 giugno, sono stati auditi in commissione Agricoltura il Direttore Generale di ARPA Lombardia, Fabio Carella, e il Direttore di ARPA per il Dipartimento di Brescia, Gianpietro Cannerozzi. Commenta Degli Angeli: “Le domande del gruppo M5s si sono concentrate prevalentemente su due aspetti: il primo concerne i controlli di Arpa Lombardia, che riteniamo insufficienti, il secondo riguarda cosa accadrà ora ai terreni contaminati”.
Stando a quanto traspare, mentre i tre impianti di Calcinato, Calvisano e Quinzano d'Oglio restano sotto sequestro, sono migliaia le segnalazioni giunte ad Arpa da parte dei cittadini lombardi.
“C’è di buono - spiega il consigliere Degli Angeli - che ogni denuncia verrà presa in considerazione e adeguatamente approfondita, senza necessariamente darne riscontro ai denuncianti. La cosa preoccupante - aggiunge Degli Angeli - è che la quasi totalità dei fascicoli di Arpa inviati in Procura si sono trasformati in inchieste”.
Conclude Degli Angeli: “A Cremona e provincia sono 26 le aziende potenzialmente interessate dalla questione in 13 diversi comuni. Purtroppo i gessi non sono tracciati. Infatti, a differenza dei fanghi da depurazione, per i gessi non deve essere dichiarato a nessun ente dove e quando questi vengono usati. A questo punto, l’unica strada percorribile resta quella di interpellare ogni singola azienda agricola che abbia avuto rapporti con la Wte. Mi auspico che questo lavoro, non certo facile ma non impossibile, sia fatto in modo puntigliosamente e soprattutto al più presto. La mappatura e il campionamento dei campi finalizzato alla messa in sicurezza o bonifica deve essere fatto anche con extra fondi regionali. Stiamo parlando di salute pubblica".
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