Massimiliano Guido, professore del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell'Università di Pavia, premiato per un progetto sul suono degli strumenti antichi
C'è anche un po' di Cremona tra i vincitori del bado Synergy (#ERCSyG) per l’anno 2024, che ha visto tra i premiati anche Massimiliano Guido, professore associato presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia e Presidente del corso di laurea in Restauro e Conservazione di Beni Culturali di UniPV con sede a Cremona. Il progetto 'REM@KE' di cui il professor Guido è coordinatore (Corresponding Principal Investigator) è stato infatti finanziato con oltre otto milioni di Euro.
"Ci vuole tempo per metabolizzare una notizia del genere - spiega Massimiliano Guido -. Io e i miei colleghi siamo estremamente riconoscenti per la grande opportunità che l’European Research Council ci offre. Individualmente abbiamo gettato le premesse per questo risultato in anni di lavoro: vederlo riconosciuto così è una soddisfazione incredibile, ma anche una grandissima responsabilità. Il Sinergy ci permetterà di lavorare insieme a una visione condivisa che cambierà le nostre discipline e di formare un gruppo di giovani che porteranno la ricerca oltre i confini dell’accademia, coinvolgendo musicisti, costruttori, appassionati. Siamo onorati e felici e vogliamo ringraziare le nostre università che ci hanno supportato nei quasi tre anni di preparazione. Soprattutto, ci tengo a sottolineare il fondamentale impulso dato dal bando InRoad+ di UniPv che ci ha permesso di mettere a punto il progetto con una serie di seminari di esperimenti pilota".
Martedì 5 novembre 2024 la presidente dell’European Research Council, Maria Leptin, ha annunciato i vincitori del bando Synergy per l’anno 2024; dei 548 progetti presentati, ne sono stati scelti 57, presentati da studiosi di ogni disciplina. La selezione è avvenuta sulla base dell’eccellenza scientifica e del riconoscimento dell’alto potenziale di sinergia, innovazione e impatto globale.
Il Synergy è lo schema di finanziamento più prestigioso messo a disposizione dall’ERC, destinato a ricercatori che vogliono affrontare un argomento talmente complesso da richiedere il lavoro congiunto e innovativo di un gruppo di massimo quattro Principal Investigator, provenienti da background scientifici diversi.
REM@KE è l’acronimo di Reconstructing Embodied Musical sound At the KEybord e il suo obiettivo principale è quello di indagare e ricostruire il suono degli strumenti storici a tastiera, sviluppando nuovi mezzi teorici, empirici e pratici per esplorare la fitta rete di conoscenze fisiche e mentali che emerge fra gli strumenti musicali e le persone che interagiscono con essi (costruttori, esecutori, insegnanti, ascoltatori). Si tratta dunque di una sorta di ponte fra gli strumenti costruiti nel passato e quelli del futuro, occupandosi non di oggetti statici, ma di come sono impiegati dinamicamente nella creazione musicale.
Il progetto mette in campo tre professionisti: Andrea Schiavio, (dell'Università di York, esperto di scienze cognitive applicate alla musica) Joel Speerstra (dall'Università di Göteborg, Svezia, concertista e docente di prassi esecutiva su tastiere storiche ma anche costruttore di strumenti) che lavoreranno insieme a Massimiliano Guido (Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali UniPv sede di Cremona) per i prossimi sei anni.
Il primo compito sarà quello di selezionare un team internazionale di giovani ricercatrici e ricercatori le cui competenze coprano campi complementari: organologia, musicologia, scienze cognitive, ricerca artistica, conservazione e restauro, scienze applicate ai beni culturali, ingegneria informatica, digital humanities, acustica e modellazione fisica del suono.
Tra la grande varietà di oggetti del passato che popolano i musei, gli strumenti musicali fanno parte di una categoria a sé stante: se tacciono, la musica non può esistere; se suonano, la loro materialità è messa in pericolo. Questi strumenti rischiano di essere messi a tacere per sempre, perché la loro conservazione diventa prioritaria. Per garantirne l'accesso alle generazioni future, è necessario un intervento radicale, per studiare i loro principi di progettazione e i processi di costruzione e capire come potevano suonare quando erano nuovi, in modo da poterli ricostruire, suonare e ascoltare sia materialmente, sia virtualmente.
Per raggiungere questi obiettivi Guido, Schiavio e Speerstra propongono una nuova piattaforma di ricerca che mette insieme risorse dell’organologia, della ricerca artistica e dell’Embodied Cognition (Cognizione Incarnata). Questa recente branca delle scienze cognitive si fonda sull’idea che la nostra mente sia un tutt’uno col corpo e con l’ambiente circostante, e che il cervello da solo non sia abbastanza per spiegare come pensiamo, ragioniamo, o proviamo emozioni. I tre ricercatori studieranno quindi le persone insieme agli strumenti coinvolti nella creazione musicale: i gesti dei costruttori di oggi che recuperano una tradizione del passato e quelli degli interpreti che ricostruiscono una tecnica esecutiva. In questo modo si arriverà a una comprensione più ricca delle esperienze di coloro che oggi si confrontano con gli strumenti musicali sia storici sia di nuova costruzione.
REM@KE produrrà una molteplicità di risultati: documentazioni tridimensionali e dinamiche di strumenti storici, interventi di conservazione e restauro, costruzione di nuovi strumenti basati sui metodi di lavorazione storici, attrezzi ed esperienze virtuali per costruttori ed esecutori, modellazioni virtuali di strumenti e di ambienti acustici, audio e video registrazioni, concerti e lezioni. Tutto questo materiale sarà accessibile liberamente in formato digitale sul portale del progetto, che diventerà un ambiente di ricerca collaborativa aperto a tutti, anche al di fuori dell’accademia.
Le tre sedi di Pavia-Cremona, York e Göteborg attireranno un pool di esperti e collaborazioni a livello globale. Ancora in fase progettuale avevano già confermato la loro adesione ricercatori provenienti dal Metropolitan Museum di New York, il Westfield Center for Historical Keyboard Studies della Cornell University e l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR.
In foto, il professor Massimiliano Guido e il laboratorio del corso di laurea in Restauro e Conservazione di Beni Culturali di Cremona
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