Area Lucchini, a cinque anni dall'accordo in pompa magna e dalle promesse di recupero, regna ancora il degrado
Sono trascorsi cinque anni dalla presentazione, con grande enfasi, dell’accordo definitivo sull’area ex Lucchini. Cinque anni con promesse da parte del Comune di grandi interventi, recupero della zona, sistemazione e quant’altro, ma oggi l'area si presenta così, come mostrano le foto inviate da un lettore.
Degrado, sporcizia e abbandono regnano sovrani, a onta delle promesse sbandierate in pompa magna nel 2016. Nell’occasione si tenne infatti un incontro nella Sala Giunta di Palazzo Comunale, per sancire la chiusura definitiva degli accordi relativi all'ex area Lucchini. In base agli accordi, ricorda il comunicato stampa a suo tempo diffuso, “il Comune è divenuto proprietario in via esclusiva delle aree poste al piano terra di 4.753 metri quadrati e di quelle poste al piano interrato con superficie di 4.700 metri quadrati comprese nell'area delimitata dalle vie Mantova - Lucchini - dell'Annona - Cappuccini”.
L'area, per intenderci, è quella proprio in fronte alla casa di cura San Camillo. Negli anni scorsi si era ipotizzata la realizzazione di parcheggi, dal momento che lo spazio non manca e dal momento che i posti auto sarebbero funzionali anche per chi si deve recare al San Camillo. L'ipotesi aveva trovato però qualche reticenza in seno all'amministrazione, tanto che si era valutata anche la possibilità di ricavare in quella zona un deposito al servizio del Comune. Non solo: l'area è assolutamente strategica poiché non distante dal Polo Tecnologico che in questi anni si è sviluppato e si sta sviluppando notevolmente. Eppure, niente. Non è ancora stata mossa una pietra e l'area si presenta abbandonata al suo destino.
Alla presentazione dell’intesa del 2016, oltre a diversi amministratori, sono intervenuti Claudio Casarini, amministratore dell'Intercondominio Lucchini, Giovan Battista Pietra, liquidatore e legale rappresentante della società SECOME srl, e una rappresentanza della Società DALLA BONA SpA. “Si tratta di un risultato di grande rilevanza – hanno dichiarano nell'occasione il sindaco Gianluca Galimberti e l'assessore Andrea Virgilio – reso possibile grazie ad un lungo lavoro di analisi e mediazione operato dai competenti uffici comunali. E' stato così possibile risolvere, in via definitiva una vicenda molto complessa e che si trascinava da diversi anni”.
Buon risultato, senza dubbio. Peccato che da allora ben poco sia stato fatto, sebbene le intenzioni, almeno sulla carta, ci fossero. “A seguito della chiusura degli accordi con le varie parti - ha fatto sapere il Comune nel 2016 - ora il Comune è innanzitutto in grado di mettere finalmente ordine ad un comparto da anni in sofferenza a causa di problemi di sicurezza riconducibili anche alla presenza di spazi incustoditi e di aree private aperte all’uso pubblico non regolamentate. Inoltre è nella condizione di disporre, in via esclusiva, di aree che, per caratteristiche, distribuzione e buono stato di conservazione, potranno essere destinate, in coerenza con il processo avviato di razionalizzazione degli spazi comunali, ad una molteplicità di utilizzi: parcheggio pubblico, archivio, magazzino o deposito, oppure alla coesistenza di tutte queste funzioni”.
Buono il risultato, buone le intenzioni, deludenti gli sviluppi a cinque anni di distanza da quel passaggio fondamentale. L’area, come mostrano bene le foto in alto a scorrimento, appare in pessime condizioni e ben lontana dal promesso recupero.
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