Arte, ferro, terra: la nuova installazione che sta prendendo vita al parco del Museo della Civiltà Contadina del Cambonino. Sarà inaugurata a settembre: ecco il progetto
Che cos'è quell'installazione che sta prendendo forma al Cambonino, proprio nell'area verde in fregio al Museo della Civiltà Contadina?
Se l'avete notata e ve lo state chiedendo o se al contrario non l'avete ancora vista e volete andare a curiosare, sappiate che si tratta di un'opera dal titolo 'Arte, ferro, terra' e che, come si nota dalle foto, si ispira proprio ai vecchi strumenti di lavoro agricoli trasformati in oggetti d'arte dalla visione di Antonio Massarutto, artista poliedrico e jazzista, che si ispira a materiali di recupero per dare vita ad opere e 'fantaspecie', ossia animali che prendono forma attraverso l’uso di materiali organici o essenze vegetali.
Le due opere, che sono ancora in fase di completamento e che verranno ufficialmente inaugurate a settembre, rappresentano una celebrazione del mondo contadino e le due macchine protagoniste, una seminatrice ed un coltivatore, sono montate su appositi supporti che, oltre a mantenerle in sicurezza, le fanno idealmente 'inchinare' proprio verso il museo stesso, in una sorta di dialogo tra il passato ed il futuro.
Allestito nel 1978 nella cascina il "Cambonino Vecchio", il Museo della Civiltà Contadina raccoglie una serie di ambientazioni tipiche della vita dei tempi passati nelle cascine: stalla, barchessale, casa padronale e casa del fattore, con tutti gli oggetti di lavoro e della via quotidiana.
"Il progetto è nato un paio di anni fa grazie alla sinergia di diverse realtà, tra cui Auser e Museo della Civiltà Contadina del Cambonino, a cui ha aderito anche la scuola edile di Cremona con i suoi studenti che hanno eseguito i lavori di realizzazione del basamento; anche il Comune di Cremona ha contribuito in termini economici e tramite il bando 'Cremona Bene Comune', a cui si è aggiunto un contributo da parte di Fondazione Cariplo" ha spiegato Anna Mosconi, curatrice del Museo "Accanto alla loro opera, anche una serie di interventi e studi ingegneristici e di carpenteria per mettere a punto in sicurezza le opere".
Un progetto che ha avuto una genesi piuttosto lunga, nata dalla volontà di portare all'esterno del Museo la realtà di questo spazio che racconta e celebra la civiltà rurale e contadina. "Tutto è nato due anni fa circa -spiega Giorgio Toscani, presidente Auser- dopo una serie di mostre organizzate in collaborazione col Museo. Da qui è scattata la volontà di creare qualcosa di permanente ma anche di fruibile al di fuori delle mura della cascina 'Cambonino Vecchio'. Come Auser collaboriamo spesso col Museo e per questo abbiamo proposto di trovare l'occasione per creare un legame sia con il quartiere che con l'intera città. Da qui è nato un lungo dialogo con il tavolo di quartiere e con l'assessorato alla cultura del Comune, per decidere cosa realizzare e dove".
Da questa prima discussione è nata l'idea, che poi si è concretizzata nell'individuazione dell'artista di riferimento, Antonio Massarutto appunto; è quindi partita la ricerca degli strumenti antichi da poter utilizzare per le installazioni e soprattutto il modo in cui esporle, per coniugare la visione artistica di Massaruto e la sicurezza pubblica, trattandosi di mezzi agricoli voluminosi e pesanti. Per questo sono stati coinvolti anche l'ingegnere Guido Mori per la parte di competenza di sicurezza, e Massimo Seghizzi, che ha realizzato la parte di carpenteria delle basi a sostegno della seminatrice e del coltivatore.
Da qualche giorno quindi è possibile ammirare le due installazioni nell'area verde davanti al museo: su tubi metallici piegati ad arte e simili a lunghe zampe, sono posizionati i due strumenti, la seminatrice con le sue caratteristiche ruote metalliche ed un coltivatore dalla linea più leggera e snella. Opere poderose e materiche, che vogliono celebrare e ricordare anche la fatica del lavoro contadino e della vita delle cascine, dove il metallo antico che tagliava e coltivava la terra diventa il vero protagonista, elevandosi però su un piedistallo che lo eleva e gli rende omaggio.
Nelle prossime settimane Massarutto le completerà aggiungendo le sue 'fantaspecie', in particolare riproduzioni di volatili realizzati con materiali di recupero di origine vegetale.
"Come Auser vogliamo ringraziare gli agricoltori che hanno donato gli strumenti usati per creare le opere, oltre a tutte le persone e gli enti che hanno collaborato per portare avanti questo progetto" ha tenuto a sottolineare Toscani.
"Inaugureremo ufficialmente l'installazione a settembre, dopo l'apertura dell'anno scolastico, perchè vogliamo che siano presenti anche i ragazzi della scuola edile che hanno collaborato a realizzare l'opera" ha ricordato Anna Mosconi, confermando che la data ad oggi non è ancora stata fissata.
L'appuntamento quindi è per fine estare, con la presentazione ufficiale di 'Arte, ferro, terra', l'opera che vuole mettere in dialogo il passato della civiltà contadina, rendendole omaggio, con il futuro rappresentato dal territorio a cui il Museo si apre ora con questa nuova installazione.
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