Castelvetro e Cremona unite nel ricordo dell’agente Stefano Villa, a 30 anni dalla scomparsa
Sabato mattina, 27 settembre, Castelvetro Piacentino e Cremona, quindi tra l’una e l’altra riva del Grande fiume, saranno unite nel ricordo del trentesimo anniversario della tragica scomparsa dell’Agente Scelto della Polizia di Stato Stefano Villa, sempre vivo nel ricordo di quanti hanno avuto la possibilità di conoscerlo. Stefano Villa, doveroso ricordarlo, nacque a Cremona il 9 maggio 1970 e viveva a Castelvetro Piacentino. Frequentò la scuola superiore presso l’istituto Ghisleri di Cremona ed entrò in polizia nel 1992, dopo aver frequentato il 129° corso presso la scuola Pol.G.A.I. di Brescia, fu assegnato alla Polizia Stradale, prima presso il reparto di Arcore e quindi presso la Sottosezione autostradale di Guardamiglio. Il 27 settembre 1995, durante un servizio di polizia giudiziaria presso il casello di Melegnano, Villa intervenne insieme ad un collega per impedire il compiersi di una rapina a mano armata ingaggiando un violento conflitto a fuoco. Villa venne purtroppo colpito a morte dal rapinatore mentre il collega, il vice ispettore Marco Calderoni, rimase gravemente ferito. Nello specifico, quella drammatica sera del 27 settembre 1995, mentre erano in servizio antirapina, i due poliziotti intercettarono un malvivente, tale Marco Antoniali, ex dipendente delle Autostrade licenziato a causa di troppe assenze, che per altro aveva già assaltato diverse volte il casello di Melegnano, fatto oggetto di rapine per ben 27 volte nei primi mesi di quell'anno. I due poliziotti notarono verso le 21.15 un'autovettura, la Fiat Uno grigia condotta dall'Antoniali, che arrivata da nord usciva dall'autostrada e faceva inversione per rientrare. Il ladro, con il viso coperto da un passamontagna ed una pistola calibro 38 Special in pugno tentò di rapinare il casellante ma venne colto di sorpresa dagli agenti, intervenuti per sventarne l'azione, che gli intimarono l'alt. In risposta l'Antoniali sparò tre colpi di pistola ferendo il Vice ispettore Calderoni che a sua volta fece fuoco colpendolo mortalmente con due proiettili al petto. Prima di risalire in auto e morire schiantandosi contro un guard rail a poche centinaia di metri, il rapinatore sparò nuovamente centrando con un proiettile al cuore Stefano Villa. I successivi soccorsi furono inutili e trasportato all'ospedale di Vizzolo Predabissi vi giunse ormai morto, mentre il collega fortunatamente si salvò. Le esequie di Stato furono tenute il 29 settembre 1995, presiedute dal grande Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano, nella Basilica di Sant'Ambrogio. Il 26 maggio 1996 il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro conferì a Stefano Villa la medaglia d'oro al valore civile consegnandola ai suoi genitori nell'occasione del 144esimo anniversario della costituzione del Corpo della Polizia di Stato. Il 10 maggio 2013, in occasione della Giornata della legalità, il Comune di Somaglia gli dedicò ufficialmente una via del paese mentre nel comune di Tavazzano con Villavesco gli è stato intitolato un parco giochi. Dal 2016 gli è dedicata l’Aula Magna dell’istituto d’istruzione superiore Arcangelo Ghisleri di Cremona mentre nel giardino antistante la stessa scuola si trova l’opera creata dal maestro Graziano Bertoldi. Una iniziativa, quella all’Istituto Ghisleri, voluta fin dall’inizio per tenere viva la memoria del generoso sacrificio del giovane agente, affinché il suo esempio sia di monito e stimolo per le giovani generazioni. Sabato mattina, 27 settembre, la commemorazione, nel trentesimo della morte, avverrà invece a Castelvetro (il paese in cui viveva), nella piazza a lui dedicata (dietro al palazzo comunale) con la partecipazione anche degli studenti della Classe Terza della Scuola Secondaria di I grado di Castelvetro Piacentino. Vi prenderà parte anche l’artista bussetano Luca Bonatti (che con Stefano Villa in gioventù aveva condiviso una solida e bella amicizia) che donerà alla Polizia Stradale di Guardamiglio un ritratto dell’indimenticato amico oltre ad un quadro raffigurante i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Entrambi i quadri sono stati realizzati con la tecnica del pirografo.
Eremita del Po
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