Chiuse le indagini sui fanghi contaminati della Wte finiti nei campi. Sono 22 gli indagati, tra cui l'amministratore unico e il geologo
Sono 22 gli indagati, tra persone fisiche e società, nel Caso Wte, l’azienda bresciana, in amministrazione controllata dallo scorso 24 maggio, accusata di aver sparso su terreni agricoli 150 mila tonnellate di fanghi contaminati da sostanze inquinanti. Sotto sequestro sono finiti gli impianti a Calcinato, Calvisano e Quinzano. Il pm Teodoro Catananti ha chiuso le indagini e nei guai sono finiti, oltre ad alcuni dipendenti addetti ai diversi impianti, lo stesso amministratore unico di Wte Giuseppe Giustacchini, il geologo Antonio Carucci, lo stesso che diceva "Io ogni tanto ci penso, cioè, chissà il bambino che mangia la pannocchia di mais cresciuto sui fanghi”. E parlando con una collega, anche lei indagata, che gli dice che quello che stanno facendo "è per il bene dell'azienda", Carucci rispondeva: "Siamo talmente aziendalisti da non avere più pudore”. Per i coinvolti le accuse vanno dal traffico illecito di rifiuti, alla gestione di rifiuti non autorizzata fino al getto pericoloso di cose. L’inchiesta della Procura bresciana ha contestato alla Wte la vendita di 150.000 tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti spacciati per fertilizzanti e smaltiti su circa 3.000 ettari di terreni agricoli nelle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Per la provincia di Brescia si parla di 96 siti potenzialmente inquinati, con rischio di contaminazione delle falde.
Dall'indagine è emerso che i fanghi contaminati sarebbero stati smaltiti anche in diversi comuni del territorio cremonese e del casalasco: Formigara, Castelvisconti, Pieve D’Olmi, Pieve San Giacomo, Sospiro, Martignana di Po, Torricella del Pizzo, Castelleone, Gussola, Casalmorano, Piadena, Persico Dosimo, Derovere, Scandolara Ravara. Tra le aziende coinvolte anche la cremonese Balestrieri Vittorio &C-sas di Castelvisconti: si tratta di una delle società contoterziste implicate nell’indagine bresciana.
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