16 settembre 2024

Ci risiamo: all'inizio dell'anno scolastico i ragazzi tornano sui banchi ma mancano gli insegnanti di ruolo. A Cremona 130 cattedre scoperte fino a gennaio per i ritardi sul bando del concorso PNRR

La prima campanella ha riportato sui banchi gli studenti, ma non i professori. 

Ormai purtroppo è storia nota e ogni volta a settembre, all'inizio dell'anno scolastico, si fa la triste conta delle cattedre ancora da assegnare. Quest'anno a Cremona sono ben 130, tra maestri e professori per ogni scuola e ogni grado, fra elementari, medie e superiori

La causa? Stavolta è il ritardo sul bando del concorso PNRR, con il quale le cattedre avrebbero dovuto essere assegnate già ad agosto, quindi in tempo utile per completare l'organico entro l'inizio della scuola. Ma sappiamo che non è andata così, l'italico vizio di arrivare in ritardo non è una novità e quindi il bando è partito in ritardo (da ottobre 2023 si è arrivati a gennaio 2024), di conseguenza la sua conclusione slitta in avanti di alcuni mesi (mesi, non giorni, ma senza fretta) e pertanto i professori di ruolo saranno di fatto indicati a fine dicembre per entrare in servizio a gennaio. Con buona pace dei ragazzi, che nel frattempo inizieranno l'anno scolastico e di fatto praticamente termineranno il primo quadrimestre con i supplenti, salvo poi a metà anno veder arrivare i nuovi professori.

Col risultato di una discontinuità che da una parte vede i professori supplenti vivere l'ennesima situazione di precarietà, quelli di ruolo costretti a ripartire a metà del programma, con classi e alunni ancora da conoscere e da capire, mentre gli studenti dovranno a loro volta prendere confidenza coi nuovi prof e con i loro metodi di insegnamento. Sicuramente non una situazione ideale, nè per i bambini delle elementari, per i quali il rapporto con la maestra è un punto di riferimento fondamentale, nè per i più grandi delle medie e delle superiori, in particolare per chi poi a giugno 2025 dovrà affrontare gli esami.

Va aggiunto poi che, tra le 130 cattedre in via di definizione, qualcuna potrebbe essere assegnata a professori o insegnanti che in questo momento stanno già svolgendo un ruolo da supplenti, andando quindi a lasciare un ulteriore vuoto. Insomma, un pasticcio tra cattedre scoperte, professori che a metà anno devono cambiare scuola e altri invece che devono iniziare da metà programma. E in questa morsa restano incastrati gli studenti, mentre qualità dell'apprendimento finisce per perdersi ancora una volta nei meandri dell'italica burocrazia.

E la cosa più triste è che, ormai, tutto ciò non ci stupisce più

Michela Garatti


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