Ciak, si gira. "Chiamami col tuo nome", il film che Luca Guadagnino non avrebbe voluto girare ma che ha cambiato la vita di Crema (8)
Indubbiamente, Chiamami col tuo nome, il film di Luca Guadagnino (è lui il verso assessore al Turismo del territorio Cremasco), liberamente tratto dal famoso romanzo di André Aciman, beh ha trasformato il Granducato del Tortello (luogo immaginario, ma non troppo), in una meta del turismo, o meglio, del cineturismo, mondiale. Sì ha fatto breccia alla grandissima, la struggente storia d'amore, formazione e amicizia, ambientata sullo sfondo della bassa padana (Crema, Moscazzano, Pandino, Capralba, Bergamo e Sirmione) durante la calda estate del 1983, resa ballo cinematografico da Guadagnino: colui il quale ha avuto l’intuizione di trasformare, udite, udite… in favolosi luoghi, località (tra umidità, zanzare, afa, tafani giganti) poco fiabesche. Torniamo un attimo alla trama, per ricordare come, nonostante la sua giovane età, il diciassettenne americano Elio Perlman (Timothée Chalamet attore diventato poi molto amico di Guadagnino), si dimostra un musicista colto e sensibile, più maturo e preparato dei suoi coetanei, passa il suo tempo estivo a trascrivere e suonare musica classica, leggere, e flirtare con la sua amica Marzia.
Figlio di un eminente professore universitario, specializzato nella cultura greco-romana che ogni anno ospita uno studente straniero impegnato nella stesura della tesi di post dottorato, Elio attende nella villa XVII secolo di famiglia l'arrivo di un nuovo allievo di suo padre. A risalire il vialetto per trascorrere le vacanze estive nella tenuta Perlman è il giovane Oliver (Armie Hammer), un ventiquattrenne statunitense bello e affascinante. I suoi modi disinvolti colpiscono immediatamente l'adolescente impacciato, che comincia ad affacciarsi all'amore. Gli incontri tra i due giovani sono permeati da un'intensità unica e palpabile: tra lunghe passeggiate, nuotate e discussioni, nel corso di un'estate che cambierà per sempre le loro vite, nasce tra loro un desiderio (consumato) travolgente e irrefrenabile.
Basato su una sceneggiatura di James Ivory (Premio Oscar 2018 proprio con Call me by your name), l’ambientazione del lungometraggio di successo, al contrario del romanzo, ambientato sulla riviera ligure, appunto è stata spostata negli anni 80 a Crema, dove Guadagnino risiedeva, non lontano da dove venne girato Novecento di Bernardo Bertolucci.
E qui emerge una caratteristica tipica del Cremasco: il Granducato che pensa di essere superiore a tutto, persino a se stesso. Già, ai tempi delle riprese del film, in particolare nell’estate 2017, cittadini e commercianti (per carità, non tutti, ma nemmeno pochi) poco pazienti e miopi, disorientati dianzi e potenziali cambiamenti: esasperati dalle strade chiuse, per esigenze da set, lamentavano disagi e gridavano maledizioni all’allora giunta Stefania Bonaldi, per aver concesso a Guadagnino, l’utilizzo (Chapeau al merito di averci creduto) della città. Ma “Chiamami col tuo nome”, piaccia o meno, il Cambiamento epocale l’ha stimolato, poiché dopo la proiezione del filmone al pubblico, sulle cremasche rive del fiume Serio, nulla è stato più come prima, con turisti provenienti da tutto il mondo (ah se soltanto non ci fosse stata la maledetta Pandemia e se la stazione ferroviaria di Crema fosse degna di questi tempi moderni!), sulle tracce dei luoghi di Oliver ed Elio, mete gradite assai dal turismo su due ruote, da cinefili, persone affiliate al circuito LGBTQ+, ma non solo. Ironia della sorte: le pesche (il frutto è protagonista con Oliver ed Elio di una scena ad alto tasso passionalerotico), grazie alla trama cinematografica, oggi sono più famose, (con buona pace dei Filosi del Tortello), degli stessi (portata più rappresentativa del territorio) Tortelli Cremaschi, pur presenti nella pellicola che ha trasformato il Cremasco, nella loro versione di Moscazzano. Ah… è attivo nientepopodimenoche, coccolato dalla Pro Loco cittadina, il Popolo delle Pesche. E a Moscazzano, coi suoi 1.400 metri quadrati, con 30 locali distribuiti su due piani, circondati due ettari di parco, la Villa Albergoni, quella dove Luca Guadagnino ha girato tanti interni di “Call me by your name”, residenza nobiliare cinquecentesca è stata venduta due anni fa. Gianluca Savoldi, PopSindaco d’Italia e del paese, spera di poter riaprire, prima o poi, il parco ai visitatori, oggi assiepati, in certe giornate estive, al suo enorme, imponente cancello.
Poteva Alex Corlazzoli: Maestro d’Italia, opinionista, giornalista, scrittore, polemista per eccellenza del Granducato del Tortello e provocatore, non lanciare una provocazione delle sue, allorquando, quasi 5 anni fa, il lungometraggio di Luca Guadagnino, usciva nei cinema portando il Cremasco nel mondo e viceversa? Assolutamente no, ecco cosa scriveva, postava e diceva all’epoca quel monello dell’Alex: “Guadagnino ha girato una bella storia e il territorio, indubbiamente ne gioverà, ma esiste poi come sempre il rovescio della medaglia. Vale a dire tra inquinamento, traffico e varie brutture Crema e il Cremasco non sono quella favola che Guadagnino, pur contestualizzata agli anni Ottanta, vuole far passare. E nemmeno allora potevamo favoleggiare.
Non a caso tutti gli anni i rapporti di Lega Ambiente dicono che da tempo, la pianura Padana, posto difficile e diffidente da vivere, è una delle zone più inquinate d’Italia. Senza dimenticare l’odore, il fetore nauseabondo provocato, talvolta, dai numerosi allevamenti suinicoli presenti dalle nostre parti. Ripeto non è bello, non è una favola vivere tra la nebbia, gli inquinamenti e l’afa della Bassa.
Vogliamo parlare delle prostitute, gestite dalla malavita, che affollano le strade di campagna del Cremasco? Ad Offanengo, dove vivo, alle otto della sera tutte le luci, asocialità totale, sono spente. Nemmeno le sedi dei vari partiti politici esistono più. Centri commerciali e motel siamo diventati. Ah… una scena dell’opera di Guadagnino è ambientata al Lago dei Riflessi di Ricengo. Ci ricordiamo o no dello scandalo dei bidoni tossici ritrovati, anni fa, nascosti da quelle parti?”
L’istituzionale Beppe Severgnini, star del giornalismo mondiale, lui cremasco nel mondo, benedì sul Corriere della Sera, la sua Crema definendola una sorta di novella Toscana capace (addirittura più di lui) di attirare gente da ogni dove.
Intanto, impegnatissimo e alla vigilia di partire con un imminente e misterioso ciak, prima o poi, Guadagnino comunque darà un seguito a “Chiamami col tuo nome”, ma probabilmente verrà ambientato lontano da Crema, recentemente, il potente, inserito mattatore del cinema internazionale, guardando un attimo indietro, ha regalato un ulteriore inedito sulla pellicola che ha stravolto la sua vita professionale e quella dei luoghi in cui è stata girata: “Call me by your name” non volevo farlo e alla fine ho deciso di farlo per fare un regalo a un mio amico Peter Spears che aveva opzionato il libro e poi per tanti anni non riusciva a farlo, l’unico modo era che lo facessi io.
Dulcis in fundo, a inizio 2023, precisamente il 28 gennaio, alla Pro Loco in piazza Duomo, si aprirà una mostra dedicata ai cinque anni di uscita del film composta da dipinti, incisioni, litografie, fotografie, libretti e molte memorabilia che da tutto il mondo i fans hanno dedicato a Call me by your name:
Per l’occasione, la nuova brochure in italiano e inglese, completamente rinnovata, realizzata dallo studio Bertoluzzi Comunicazione avrà una tiratura speciale.
E’ inoltre in arrivo uno nuovo libretto dedicato al film, scritto dal Matteo Facchi della Società Storica Cremasca e riguarderà Villa Albergoni di Moscazzano, la copertina è di Luca Manduca.
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