Ciclabile della Postumia: un percorso ad ostacoli tra erbacce e arbusti. Lo scempio di una delle più importanti ciclovie del territorio, ormai quasi impraticabile in molti tratti
Una pedalata immersi nel verde. No, ma nel vero senso della parola, perchè avventurarsi lungo la 'Ciclabile della Postumia' (che corre in fregio all'omonima strada provinciale) è un'esperienza che richiede abilità e anche una buona dose di coraggio.
Effettivamente di ciclisti su quel tratto se ne incrociano pochi ultimamente, forse proprio perchè il transito non è semplice nè piacevole
Soprattutto nel tratto tra la località 'Bicocca' - in territorio di Longardore - e Pieve San Giacomo, ma anche oltre, almeno fino a San Felice. Come si vede bene dalla foto, la carreggiata è prepotentemente invasa dall'erba e dal verde: la prima cresce liberamente per poi piegarsi verso l'interno, con uno spiacevole 'effetto frusta' per chi si avvicina al lato della strada, mentre sull'asfalto si è insinuata l'erba più bassa allargandosi fin verso il centro della pista. Il risultato? Resta libera solo una stretta striscia di asfalto a zig-zag che in alcuni punti si stringe a meno di un metro, permettendo a malapena il passaggio di una bici e rendendo difficile e pericoloso il transito, soprattutto laddove si incontrasse un altro ciclista nella direzione opposta.
Arrivati verso San Felice, dove la situazione migliora, si può gridare Jumanji e lasciare questa giungla di verde e erbacce.
Al netto delle battute, resta però la constatazione che è un vero peccato, proprio ora che il cicloturismo sta diventando sempre più interessante e coinvolgente per il territorio, con numerose inziative volte a promuove la mobilità leggera e sostenibile. E la Ciclabile della Postumia è un percorso molto interessante sia sul piano naturalistico che di interesse storico: si snoda da Cremona fino a Pieve San Giacomo passando per i comuni di San Felice, Malagnino, Sospiro e Pieve San Giacomo e corre a fianco della SP27, la via Postumia, restando sempre separata e garantendo la totale sicurezza di ciclisti e pedoni. Salvo poi però ogni estate diventare un sentiero incolto in balìa delle malerbe e arbusti che invadono la pista, rendendola pressochè inutilizzabile.
Speriamo di non ritrovarci il prossimo anno a scrivere ancora le stesse righe anche per la VenTo, altra infrastruttura di ampio respiro territoriale e di recentissima realizzazione che speriamo abbia una vita migliore (e un piano di manutenzione più efficace).
Perchè il punto non è solo farle le opere, ma manutenerlere poi. Altrimenti siamo punto e a capo ogni anno con gli stessi problemi.
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commenti
PierPiero
3 settembre 2024 09:34
Beh...
Fatevi un giro sulla ciclabile del Bosco e anche sul pezzo di VenTo che dal Bosco va verso Stagno.
Ci sono tratti con la vegetazione così alta che stando in bici non vedi oltre e i passaggi son diventati così stretti che si passa uno alla volta.
Bello fare le ciclabili, molto bello. Poi però vanno mantenute.
Stefano
3 settembre 2024 09:50
L importante è che si riesca a vedere il passaggio dei cinghiali. Almeno quello si dovrebbe riuscire a vedere.
ennio serventi
3 settembre 2024 10:21
BELLISSIMO il sentiero fra le erbe spontanee!!
Michele Torresani
3 settembre 2024 10:47
La logica dei “progetti”, oggi imperante, produce queste storture: si piantano alberi e siepi ma poi non le si innaffia; si costruiscono ciclovie ma poi non si sfalcia l’erba; si installano ascensori per i disabili ma poi questi non funzionano. Mancano i soldi, si dice. Bisogna tornare alla logica della manutenzione costante e regolare oppure, in fase progettuale, prevedere chiaramente i costi e i tempi della manutenzione.
Stefano
3 settembre 2024 14:28
Ma vuoi mettere invece il piacere di essere frustati dalle alte erbe quando si corre? È una sensazione di simbiosi con la natura, quasi surreale. Ma, non capisco perché si lamentano.
Marco
3 settembre 2024 12:03
La ciclovia VenTo porterà solo problemi perché assisteremo al solito rimpallo di responsabilità per la sua manutenzione( Comunale?Regionale?e se un Comune ha risorse per farla e l'altro no? ).
Idea bellissima ma costosa e in questo momento soldi non ce ne sono per nessuno.
Rischia di tramutarsi in una cattedrale nel deserto.
giovanni
4 settembre 2024 06:08
Tutte le ciclabili nei nostri dintorni sono in queste condizioni.Ho rischiato un frontale con una altra bici dato che in curva non vedi nulla, quindi è anche questione di sicurezza
Giorgio
4 settembre 2024 07:34
Ah, la ciclabile della Postumia era un ben di Dio per gli abitanti della frazione San Savino, collegava in sicurezza con la città. Poi hanno tolto il passaggio a livello, sbarrato la strada e si è perso l'accesso.
Purtroppo qualcuno non si è rassegnato, e invece di insistere nel chiedere al Comune di Cremona un sovrappasso 'leggero' per cicli ha creato un sentiero abusivo e pericolosissimo per attraversare i binari, facendosi prima il segno della croce, ovviamente.