6 giugno 2021

Città senza memoria: in rovina la tomba di Giannino Simoni Broggi. La sua famiglia è stata la fondatrice del primo asilo notturno

Se il cimitero è custode della memoria della città, Cremona non solo dimentica le proprie radici ma addirittura le estirpa. Tra le tante tombe che giacciono in totale stato di abbandono, cadenti e infestate dalle erbacce in un quadro di totale degrado che non fa certo onore alla più grande galleria artistica dell’Ottocento, una in particolare colpisce perché diventa, suo malgrado, simbolo di questa dimenticanza e trascuratezza. E’ il monumento a Giannino Simoni Broggi, realizzato nel 1893 da Silvio Monti.

Uno dei tanti monumenti dimenticati, ma particolarmente significativo, in quanto la famiglia Simoni Broggi è all’origine della storia dell’assistenza a Cremona, fondatrice del primo asilo notturno. Giannino è stato un martire del nostro Risorgimento: era stato espulso nel 1858 dall’Università di Pavia ed incarcerato. Una volta liberato partecipò al Comitato segreto di Cremona guidato dal parroco di Picenengo Costantino Soldi e dal suo vicario Diomede Bergamaschi, con il compito di reclutare volontari da inviare in Piemonte nell’esercito di Vittorio Emanuele II. Giannino cadde a Palestro il 31 maggio 1859. Il monumento realizzato da Silvio Monti destò grande ammirazione al momento della sua realizzazione: “Bello pure, e tale che attirerà l’attenzione del pubblico, è l’altro monumento di Silvio Monti innalzato alla memoria di Giannino Simoni-Broggi, morto a Palestro volontario del 10° regg. Brigata Regina. Il giovanetto Broggi è al naturale, vestito della vecchia uniforme di fanteria col chepì a terra, spirante dal viso l’aria ingenua, dolce, serena di hi affronta la morte coll’altissima idealità della patria da redimere…La figura del giovane Simoni, staccata dal monumento, palpitante nella sublimità del sacrificio per chi muore per la patria, colpì la massa dei visitatori” (G. Scotti, Il pellegrinaggio al cimitero, la Provincia, 4 novembre 1893). 

Oggi le condizioni del monumento sono quelle che vediamo. Negli anni scorsi il Comune avrebbe voluto revocare la concessione, ma in realtà non l’ha fatto. L’ha semplicemente dimenticato. A darci una ripulita è stato un semplice citttadino, Enrico Vidali. Ma può bastare?

Fabrizio Loffi


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commenti


Annamaria

6 giugno 2021 11:23

Avrei una domanda per la commissione (c'è una commissione o altro organismo dedicato?) responsabile della tutela dei monumenti e lapidi del cimitero. Che fine fanno le meravigliose lapidi del periodo a cavallo tra otto e novecento quando le tombe vengono riassegnate?

Pietro Ferrari

7 giugno 2021 07:48

Per una persona veramente sensibile questo è dimostrare RISPETTO ai nostri DEFUNTI non proibire l'ingresso agli animali a far visita al loro Amico Umano deceduto.
Che tristezza invereconda mi prende nel vedere queste scelte ipocrite