Cloroformio, clorurati cancerogeni, solventi e idrocarburi nelle acque lungo il canale: autodenuncia di Vernisol Spa per inquinamento
Solventi clorurati come il cloroformio, composti alifatici clorurati cancerogeni, bromodiclorometano, solventi aromatici (toluene) e idrocarburi. Ecco cosa c'è nelle acque sotterrane di alcuni terreni nel comune di Spinadesco, lungo il canale. Proprio nei giorni in cui torna d'attualità l'inquinamento provocato dalla Tamoil, si apprende di un altro sito gravemente contaminato alle porte di Cremona, una realtà dove l'emergenza ambientale si sta ormai manifestando in ogni modo possibile, dall'aria ai terreni (fanghi agricoli), fino all'acqua.
Il nuovo caso di inquinamento riguarda l'azienda Vernisol SpA con sede in via Delle Industrie, a Spinadesco. Si tratta, come precisa il sito ufficiale, di “un'azienda affermata nell'ambito dei produttori di vernici per segnaletica orizzontale”, un'attività per la quale l'utilizzo di solventi e idrocarburi è dunque alla base della produzione. Il problema è che in una parte dello stabilimento quei componenti chimici cancerogeni sono percolati nel terreno andando a contaminare le acque sotterranee. E' tutto nero su bianco nell'autodenuncia che la stessa Vernisol ha presentato il 13 dicembre 2021 alla Provincia di Cremona, al Comune di Spinadesco, all'Arpa Lombardia e alla Regione Lombardia - Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile. Dell'autodenuncia si è appreso solo adesso e Cremona Sera è venuta in possesso dell'atto.
L'oggetto recita: “Comunicazione del soggetto non responsabile dell’inquinamento (gestore dell’area) a seguito del rilevamento del superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC)”. Il soggetto interessato è Vernisol SpA, Via Delle Industrie 4, Spinadesco. L'azienda ha sede legale a Codogno e ha stabilimenti a Leinì (Torino), a Codogno e per l'appunto a Spinadesco. Da tempo è stata rilevata da una compagnia inglese, la Ennis Paint U.K. Holding Company Ltd. Attualmente, proprietaria dei locali di Spinadesco è una società immobiliare, la Erro di Ercole Bodini&C.
L'autodenuncia è redatta su carta intestata della Vernisol Spa. Da quanto si apprende, la nuova compagine societaria, una volta rilevato lo stabilimento, ha effettuato in autonomia alcune indagini ambientali tramite i cosiddetti “piezometri” (gli stessi strumenti usati a suo tempo e tuttora usati per rilevare gli inquinanti prodotti dalla Tamoil). Appurato che una parte dell'area, dismessa dal marzo del 2021, era contaminata a seguito di inquinamento che evidentemente risale negli anni, si è provveduto correttamente a presentare autodenuncia (come fatto dalla Tamoil a suo tempo).
L'AUTODENUNCIA - Ecco quanto si legge nel documento: “A seguito di verifiche ambientali eseguite nell’ambito di una operazione societaria che ha interessato la compagine societaria di Vernisol S.p.A., è stato eseguito un monitoraggio delle acque sotterranee che ha rilevato per la suddetta matrice il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) definite dal D.Lgs 152/2006 (...) per solventi clorurati (cloroformio, composti alifatici clorurati cancerogeni totali, bromodiclorometano), solventi aromatici (toluene) e idrocarburi totali come n-esano”.
“Circa la presenza di solventi clorurati (cloroformio, composti alifatici clorurati cancerogeni totali, bromodiclorometano) – si legge ancora –, si precisa che i superamenti delle CSC sono stati rilevati già a monte idrogeologico del Sito (PZ6); pertanto si ritiene che tali impatti siano riconducibili a un potenziale contributo esterno o valori di fondo antropico. Inoltre si specifica che tali parametri non sono riconducibili ad attività di Sito presenti o passate”.
E ancora: “Circa la presenza di composti idrocarburici (toluene e idrocarburi totali come n-esano), si ritiene che questa sia riconducibile a una contaminazione storica in quanto attualmente non si evidenziano potenziali sorgenti primarie attive”. Tradotto: quell'inquinamento affonda radici nel tempo e quell'area è contaminata probabilmente da anni.
Quanto alle “misure necessarie di prevenzione da eseguire”, nell'autodenuncia viene precisato che “Al momento non sono previste misure di prevenzione in quanto: i piezometri di valle idrogeologico non presentano superi delle CSC per parametri riconducibili alle attività di sito presenti o passate; le eccedenze di toluene e idrocarburi totali come n-esano sono state registrate nei piezometri localizzati nell’area centrale dello stabilimento ma non sono state osservate concentrazioni rilevabili nei piezometri di valle idrogeologico, localizzati al confine del sito; pertanto attualmente non è stata osservata una potenziale migrazione verso valle di tali contaminanti”.
In allegato all'autodenuncia risulta consegnata agli enti preposti anche una “Relazione Tecnica descrittiva delle indagini svolte e dei risultati ottenuti e cartografia del sito”.
Tra gli enti avvisati con l'autodenuncia il primo a doversi attivare è ora il Comune di Spinadesco. E' questa infatti la prima autorità competente cui spetta l'avvio dell'iter previsto dalla normativa nazionale (Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 - "Norme in materia ambientale") che richiede anzitutto la messa in sicurezza dell'area e successivamente la caratterizzazione della stessa.
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commenti
anna lucia maramotti
11 gennaio 2022 15:41
E noi cantiamo: "Questo luogo è una camera a gas" mentre il covid imperversa
Anna
12 gennaio 2022 07:55
E questi si autodenunciano. Bravi. Bene. E poi? Tutti gli altri che beatamente inquinano e nessuno sa chi siano....veramente i controlli ridicoli magari programmati neh vengono effettuati dai competenti uffici? Cosa fanno coloro che sono remunerati x i controlli? Ah gia' ma noi abbiamo la commissione che controlla il comitato che controlla l'istituzione preposta che controlla....