Codogno ospita la 234ª Fiera agricola: Coldiretti punta sulla reciprocità per difendere il Made in Italy
L’88% degli italiani ritiene che ai cibi importati debbano essere applicati gli stessi standard sanitari e ambientali del Made in Italy. È quanto afferma Coldiretti Lombardia, sulla base dell’ultimo rapporto Coldiretti/Censis “Mangiare bene, malgrado tutto”, in occasione dell’incontro organizzato dalla Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza per l’apertura della 234° fiera agricola di Codogno.
L’appuntamento, che ha messo al centro i rischi per il Made in Italy a tavola derivanti da patti commerciali che non rispettano il principio di reciprocità, ha visto tra gli altri la partecipazione del presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini.
Oggi in Europa – ricorda Coldiretti – si stima che appena il 3% dei prodotti alimentari che arrivano dall’estero sia sottoposto a verifiche fisiche, ovvero tese a testarne la salubrità, e non solo la documentazione allegata, con un sistema che lascia ai singoli Stati membri il compito di decidere i controlli, creando inevitabili dinamiche al ribasso. Con il paradosso che gli accordi commerciali avviati dalla Commissione Ue non prevedono il principio di reciprocità, lasciando campo libero all’arrivo di prodotti che non rispettano le stesse regole imposte agli agricoltori italiani ed europei.
Un caso simbolo è quello dell’accordo con il Mercosur, che prevede l’arrivo in Europa con il dazio zero di centinaia di milioni di chili di carne di manzo, di maiale e di pollo, oltre a riso, miele e zucchero, che andranno a sommarsi alle quantità che già vengono importate. E questo nonostante nei campi sudamericani siano oggi impiegate sostanze da anni vietate nella Ue, dai fungicidi agli insetticidi fino agli erbicidi. Si aggiungono poi i dubbi legati all’uso di alcuni antibiotici (bacitracina, flavomicina, lasolacide, monensina, virginiamicina) come promotori della crescita negli allevamenti, pratica che invece risulta assolutamente proibita nell’Unione Europea dal 2006.
Secondo un’analisi Coldiretti su dati Rasff, nei primi nove mesi del 2025 sono scoppiati 130 allarmi alimentari nei Paesi Ue legati all’importazione di prodotti dal Mercosur. L’intesa non può funzionare se non si garantisce il rispetto del principio di reciprocità sugli standard produttivi – sottolinea Coldiretti – E le clausole di salvaguardia, non automatiche, non offrono garanzia rispetto ai danni di concorrenza sleale per le nostre imprese.
“Non siamo contrari per principio agli accordi di libero scambio – sottolinea Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia – poiché la nostra sfida nei prossimi anni è quella dell'internazionalizzazione, ma non possiamo tutelare il settore agroalimentare se non siamo in grado di far valere il principio di reciprocità e senza controlli puntuali su tutti i prodotti agroalimentari che entrano in Europa per difendere anche la salute dei consumatori”.
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