Con i legni dei barconi dei migranti nasce "l'Orchestra del mare" nel carcere di Opera, storie di riscatto costruendo violini nel nome di Cremona
La liuteria, realizzare violini, costruire strumenti musicali come riscatto ma anche come segno di solidarietà. Una storia che continua. Sono infatti arrivati al carcere milanese di Opera due Tir con dieci barconi che hanno portato centinaia di profughi sulle spiagge di Lampedusa o che sono naufragate nel Mediterraneo. Con il loro legno, grazie al progetto “Metamorfosi” della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, un gruppo di detenuti realizzerà strumenti musicali per dare vita all'Orchestra del mare. C'è anche Cremona in questo progetto. I laboratorio è gestito dal liutaio biellese Enrico Allorto con la collaborazione di Edgar Russ che sotto il Torrazzo ha studiato ed ha bottega da quarant'anni. Il prototipo del violino del mare è stato benedetto del Papa all’inizio di febbraio e il premio Oscar Nicola Piovani ha composto una musica per l'occasione dal titolo "Il canto del legno". Si chiama "Violino del Mare" ed è il primo violino al mondo ricavato con il legno di uno dei tanti barconi usati dai migranti per i viaggi della speranza che purtroppo, più volte, si trasformano in tragedie del mare.
"Trovo miracoloso che un prodotto riciclato dal legno dei barconi suoni così bene - racconta il violinista Carlo Lazzaroni docente al conservatorio di Modena - il risultato acustico è sorprendete e se chiudo gli occhi non noto la differenza". La storia del primo violino costruito con il legno dei barconi, Cremonasera l'ha raccontata qualche settimana fa (leggi qui).
Le note che usciranno dai violini e dagli altri strumenti ad arco (anche una viola e un violoncello) costruiti con quel legno carico di sale, con la vernice smunta e scrostata, saranno carichi di voci con il racconto dei viaggi della disperazione in novanta su barconi di 9 metri per sfuggire a guerre, sete, fame, di lacrime e sangue di chi ce l'ha fatta e di chi è annegato in mare. Una metamorfosi, un cambio radicale: da barconi a strumenti musicali e la trasformazione avviene grazie a due liutai e ad alcuni detenuti nel carcere di Opera, una storia che ha tutto nel suo nome: "Metamorfosi". E' infatti questo il nome dato al “progetto di progetti” promosso dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, in collaborazione con il Ministero dell’Interno, l'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli e la Casa di Reclusione Milano - Opera. Dal legno di dieci barconi prelevato dal molo Favaloro di Lampedusa e donati dal ministro Luciana Lamorgese ad Arnoldo Mosca Mondadori - l’imprenditore milanese che dieci anni fa ha creato la Fondazione, che in Italia e all’estero sostiene le fasce più fragili della società - nasceranno crocifissi, rosari e strumenti musicali per far suonare l’"Orchestra del mare".
A Lampedusa le imbarcazioni in legno utilizzate per raggiungere la porta d’Europa restano sotto sequestro per anni. “Queste barche dovevano essere distrutte - chiarisce il presidente della Fondazione, che il Papa, nell’udienza del 4 febbraio, ha salutato come “il mio amico” - noi le abbiamo chieste per trasformarle in simboli del dramma dell’immigrazione e farne strumento di cultura”.
Entro il prossimo anno l'Orchestra del mare (due violini, una prima viola e un violoncello) sarà pronta e verrà prestata agli ensemble che la chiederanno per concerti in ogni parte del mondo.
Anche nel carcere di Cremona di Cà del Ferro si avviò qualche tempo fa un laboratorio di liuteria. Recentemente è stato restaurato uno strumento copia del Guarneri del Gesù-Stauffer 1734 realizzato nel 2011 in carcere. In quella occasione il liutaio Luca Bastiani raccontò commosso quella esperienza didattica. Il liutaio ha riportato le parole dei tre detenuti, Luca, Max ed Enrico, che avevano partecipato al Progetto: “abbiamo realizzato questo violino con grande impegno e abbiamo voluto battezzarlo col nome “La Fenice” uccello mitologico che rinacque dalle proprie ceneri. Per noi questo violino ha rappresentato un simbolo di rivincita, di rinascita e ci ha restituito quella fiducia per ritornare alla vita ripartendo da zero, un sentimento non banale per chi si trova privato della libertà”. (m.s.)
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