5 novembre 2024

Conclusione stellare per lo Stradivarifestival: Jansen e Kim colossi della scena musicale contemporanea

Il Romanticismo non è morto e a quanto pare passa per Cremona: debutto cremonese dalle tinte tardoromantiche per la blasonatissima violinista Janine Jansen e il pluripremiato pianista Sunwook Kim, il duo ha commosso il pubblico dell’Auditorium eseguendo l’integrale delle sonate per violino e pianoforte di Johannes Brahms e le romanze di Clara Wieck Schumann. Una scelta particolarmente azzeccata quella di affiancare questi autori accomunati da affinità stilistiche e legati da un affettuoso rapporto umano, come testimoniano numerose lettere e diari. Terza star della serata il bilanciatissimo Stradivari Shumsky – Rode” del 1715 costruito nello stesso anno di costruzione del “Cremonese”, recentemente riascoltato durante il primo appuntamento dello STRADIVARIfestival.

Brano più convincente della serata la sonata Op. 78, prima delle tre composte per questa formazione, seconda in ordine di esecuzione. Il Vivace ma non troppo iniziale ha fin da subito illuminato la sala grazie al candore dei temi (veri e propri Lieder) e alle sinuose armonie. Il timbro di Jansen ha stupito per morbidezza e densità affiancando la sicura, elegante ed asciutta tastiera di Kim, pianista che ha reso magistralmente ogni passo dell’intricata scrittura pianistica brahmsiana senza essere mai sopra le righe. 

Espressivo senza essere sentimentale il movimento centrale che ha stupito per coesione delle idee musicali, le dinamiche misurati e i timbri delicati. Questo Adagio, una vera e propria marcia funebre dedicata alla prematura scomparsa di Felix Schumann, figlio di Robert e Clara, è stato il climax emotivo della serata.
“Quando il sole splende di nuovo, L'erba brilla due volte più verde: Due volte più ardentemente sulle mie guance le mie lacrime bollenti brilleranno”, così recita la seconda strofa del Lied “Nachklang” Op. 59, la cui melodia risuona come tema principale dell’Allegro ma non troppo conclusivo. È alla luce di queste parole che si rivela l’intima bellezza di questo finale nel quale confluiscono tutte le melodie precedentemente esposte. Questo senso di pacifica rassegnazione è trapelato dalla chiara, posata ma solida performance dei due musicisti.
La seconda sonata Op. 100, prima nella scaletta, è anch’essa basata su melodie vocali composte dall’autore stesso. Ancora una volta il pubblico ha ritrovato tinte pastello e atmosfere calorose anche in virtù dei dialoghi serrati che hanno costellato i movimenti. Il lirismo estremo che contraddistingue questo brano ha dato modo a Jansen di cantare con il proprio strumento nella maniera più distesa, in particolar modo nelle romantiche melodie del terzo movimento.
Una robusta quarta corda, quasi tenorile, ha convinto e al contempo stupito per la tenuta sonora e la prontezza nell’emissione. Poliedrico Kim nell’alternare momenti di accompagnamento a momenti da protagonista, vincente l’unilateralità delle scelte musicali. 

Il detto che recita “Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna” suona decisamente fuori luogo in casa Schumann. La grandezza di Clara è stata ampiamente riconosciuta allora come oggi e fortunatamente continua a crescere: pianista e compositrice di altissimo calibro ebbe poco da invidiare al marito sia dal punto di vista artistico, sia da quello umano.
Le tre romanze Op. 22 sono tra i suoi brani più apprezzati grazie alla loro fruibilità e ben si abbinano all’intimità delle due sonate dell’amico compositore amburghese. Il termine Leidenschaft (doloroso, struggente) si ritrova spesso nella musica dei coniugi Schumann e anche in questo caso fa capolino: il sentimento romantico per eccellenza si è fatto musica e ci ha travolto. Gli archi melodici sono stati esaltati senza scadere nel kitsch e i gesti musicali sono stati sempre nobili e raffinati.

Di stampo più estroverso la terza sonata di Brahms, capolavoro estremamente noto al grande pubblico e altresì amato dai cameristi. Virtuosismi più appariscenti uniti a melodie dal sapore zigano trovano un esemplare equilibro in questa composizione. Il violinismo più appassionato di Jansen ha avuto modo di esprimersi appieno, i musicisti non si sono risparmiati e hanno mostrato la sontuosità del suono pieno dei loro strumenti. La rotondità dei timbri ha a tratti lasciato spazio un suono più verace e spigoloso ma estremamente adatto ed efficace. Uno struggente Adagio ha lasciato posto ai movimenti conclusivi convincendo un pubblico elettrizzato che a stento ha trattenuto fragorosi applausi. Graditissimi i due fuori programma, ovvero l’immancabile Scherzo dalla sonata F.A.E. preceduto dal lied “Feldeinseimkeit” Op. 86.

Si è quindi conclusa la parte ufficiale del Festival 2024, appuntamento speciale il 18 dicembre con il duo formato da Beatrice e Ludovica Rana per lo Stradivari Memorial Day.

Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri (FotoStudio B12)

Filippo Generali


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