Continuano le chiusure in Corso Garibaldi: giù la saracinesca della storica Forneria Zeliani
Continuano le chiusure in corso Garibaldi. Soffre sempre di più la crisi il tratto tra Sant'Agata e San Luca. Chiude i battenti la storica Forneria Zeliani di Arnaldo Vasco Zeliani. Si erano trasferiti sessant'anni fa in Via Virgilio dove erano fra i primi ad avere il forno elettrico. Producevano i pirliìn (pane dolce a pasta brioche che ricorda la forma del pane ferrarese ottenuta intrecciando due pistole), il pan biscotto e la sbrisuluùsa secondo la tradizione cremonese. Servivano le mense scolastiche e quella dell'Esercito. Poi l'ultimo trasferimento in Corso Garibaldi nel 1982 dove è divenuta meta di musicologi e abitanti affezionati. Le vetrine mostravano sempre prodotti della tradizione, dalle schiumine di meringa ai bussolani ed i biscotti. Già nei giorni scorsi era apparso un cartello che recitava "chiuso per malattia" a cui ora si è aggiunto quello che indica la cessata attività. Preannunciata, poco distante, anche quella del Tempio del Tappeto che ora pubblicizza una liquidazione totale. Se ne va un altro pezzo di Cremona in un corso nevralgico per la città che deve diventare sempre più attenzionato ora che alle oltre 30 saracinesche chiuse se ne unisce un'altra.
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commenti
ennio serventi
10 maggio 2023 17:01
Quando passavo non mancavo di comprare un triangolo di sbrisolosa. Mentre sgranocchiavo il pensiero andava a chi quel negozio aveva aperto e quelli che nel 1937, Farinacci e Mussolini imperanti, avevano cercato di antiparne la chiusura devastandolo. Carettini, il fornaio, venne arrestato con altri antifascisti, fra i quali Danilo Barabaschi che fu partigiano sullo sparti acque tra la val Ceno e la val d'Arda e fucilato dai tedeschi alle pendici del Pizzo d'Aquila. Al tempo gravitante fra quelli di Giustizi e Libertà poi nelle Brigate Garibaldi. Un altro pezzo della nostra storia che se va definitivamente.
ennio serventi
10 maggio 2023 20:56
LE pendici dove venne fucilato il partigiano Barabaschi sono quelle del Pizzo d'Oca e non, come da me scritto, del Pizzo d'Aquila. Le risalimmo un pomeriggio di ricerca e ci apparve immerso in un irripetibile azzurro cobalto del cielo, all'uscita dal sentiero di sassi smossi ombreggiato da un più volte tagliato e più volte ricresciuto faggeto.
Mariateresa
10 maggio 2023 18:47
Le botteghe storiche (e non) chiudono una dopo l'altra.
Qualcuno si chiede come mai? La mia opinione, per quello che può valere, è che la causa sia lo spostamento del commercio fuori citta' (troppi supermercati e centri commerciali rispetto alle dimensioni della città e periferia.
Il centro fa soltanto tristezza!
Patrizia Signorini
10 maggio 2023 19:01
Questi necrologi cadono nel vuoto.
Tutto è dato per inevitabile. È il progresso, il cambiamento, il nuovo.
È ovvio che è così da sempre.
Ma il desolante saldo di ogni discorso è che morto un negozio non se ne fa un altro. I bottegai sono una razza in estinzione, meglio tenerlo presente. Mestieri, cultura che muore, senza poter passare il testimone ad alcuno. La somma delle ineguatezze del singolo vecchio bottegaio non ne giustifica questa fine, che diventa inaccettabile perché nessuno continua, nessuno vede prospettive né in un negozio, né nella città.
Non so chi illuminerà le nostre strade. È così che deve andare?
Pasquino
12 maggio 2023 13:11
Ancora una perla di questa gestione scellerata della città
Il centro storico muore e i centri commerciali si diffondono e prolificano in periferia
Antonella
12 maggio 2023 19:22
A Cremona sono nata e mi dispiace molto che scrivono e si lamentano sempre di quello che succede senza però agire!!! Le parole sono belle, ma i fatti dove sono??? 🙄