16 febbraio 2021

Corso Garibaldi e la crisi: tante vetrine chiuse, ma c'è chi resiste Caro affitti, scarso passaggio, mancanza di iniziative

Corso Garibaldi è una strada dalla doppia faccia. Da una parte è trafficata e popolata, dall’altra è vuota e desolata. Il periodo Covid però non aiuta, le vetrine dalle luci spente rimangono sempre più buie, mentre altre che fino a poco tempo fa illuminavano la via, si sono spente a causa della crisi. 

Il motivo sono principalmente gli affitti che, spesso, sono insostenibili. Un esempio è proprio l’ex cartoleria Moschetti, che vanta una solida attività dal 1860. A causa degli affitti troppo alti e impossibili da sostenere in questo periodo, si è trovata costretta a spostarsi in un altro locale. L’affetto per il Corso e la sua tradizione ha fatto si che l’ex cartoleria Moschetti si spostasse solo pochi metri più avanti. Come racconta Claudia Monteverdi “dopo più di 160 anni di attività e averci messo anima e corpo per generazioni, non ci si può arrendere per un momento di difficoltà, perciò abbiamo deciso di investire e continuare a credere nella storia e nella tradizione del nostro negozio”. Il Covid ha portato chiusure e disperazione, ma anche speranza e tenacia in attività che hanno voluto credere nel futuro.

La stessa Claudia Monteverdi anni fa aveva denunciato in una lettera quanto Corso Garibaldi fosse diventato un caos rendendolo quasi irriconoscibile rispetto alla sua storicità e cultura. 

Oggi ci troviamo davanti ad un corso spaccato a metà: partendo da Piazza Risorgimento si percorre un tratto cittadino ricco di negozi di ogni tipo, dalle gioiellerie ai negozi di abbigliamento, dai saloni estetici alle farmacie, dagli alimentari alle botteghe di liuteria. Probabilmente anche l'Università a Palazzo Raimondi aiuta il passaggio. Le vetrine vuote non mancano, ma queste vengono coperte dal via vai continuo di persone e macchine che distolgono gli sguardi da ciò che la rende malinconica. Nella prima parte della via, venendo dal centro, ci troviamo invece una strada completamente diversa, quasi vuota. Il transito di gente è davvero minimo, se non d’estate o quando c’è il mercato in centro città. Il silenzio che circonda questo tratto di Corso Garibaldi è quasi assordante e la desolazione delle vetrine vuote ne accentuano il fastidioso suono.

Ad oggi dal civico 73 al civico 27 ci sono ben 7 negozi chiusi con cartelli “affittasi” o “vendesi” appesi sulle vetrine sporche. 

È desolante vedere una strada, così importante per la città di Cremona, piano piano scomparire. E pensare che nel 1500 Corso Garibaldi veniva chiamato “Strata Magistra” perché era la strada commerciale principale.


Foto: Gianpaolo Guarneri StudioB12

Valentina Costa


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