Covid e alberghi, personale in cassa integrazione e ristrutturazione Tecnologia digitale, turismo giovanile all'Astoria, sperando di riaprire
E’ stata dura, e per molti versi lo è ancora, ma Silvio Lacchini e la sua società Cremonahotels non demordono. In questi mesi, prima in zona gialla, ora in arancione rinforzata con la prospettiva di virare al rosso, hanno messo mano all’adeguamento degli alberghi di proprietà, forzatamente chiusi, tranne il Continental, l’unico a restare aperto anche in questi mesi. Modifiche sono in corso all’Astoria di via Bordigallo, riaperto a settembre 2017 dopo l’acquisizione dalla famiglia Cavazzi, 24 camere in centro città, oggetto di un accurato restyling, ma poi richiuso nel momento del massimo rilancio in quel 2020 che si annunciava come l’anno dopo del turismo cremonese. L’Astoria dovrebbe diventare più funzionale alle richiesta di un pubblico giovanile, con prezzi più bassi e sfruttando le applicazioni della tecnologia a distanza che consente di aprire le camere con l’uso del cellulare. La stessa tecnologia dovrebbe essere applicata anche all’Impero, cliccando su un link inviato per mail che consente di trasferire un codice sullo smartphone con cui aprire gli accessi. Anche il Dellearti, fiore all’occhiello del gruppo, ha conosciuto tre mesi di lavori per l’ammodernamento dell’interno e tra una decina di giorni sarebbe pronto a riaprire. Se il covid ha insegnato l’importanza dello smartworking. Cremonahotels ha cercato di applicare la tecnologia digitale ovunque fosse possibile. “Certo, ora non dipende più da me - commenta Silvio Lacchini - qui si parla di sussistenza. I contributi che abbiamo avuto sono ridicoli, non ci si aspettano elemosine. Servirebbe allungare i tempi per i rimborsi e in finanziamenti, sono arrivati crediti che andavano bene per un'emergenza di due, tre mesi, ma qui sono due anni che siamo in crisi, ed abbiano solo costi. Per fortuna sto lavorando con banche che rispettano il lavoro e stanno dando una mano per allungare i tempi dei finanziamenti. Nel 2020 abbiano fatto lo sforzo di aprire appena fosse possibile, approfittando di quella boccata d’ossigeno che, però, è arrivata d’estate, quando a Cremona di gente ne arriva meno. Il Dellearti ha funzionato tra la fine di settembre ed ottobre, quando è arrivata la seconda ondata. Ho 50 dipendenti, compreso quelli a chiamata e adesso 29 sono in cassa integrazione. Adesso abbiamo aperto solo il Continental, ma il ristorante resta chiuso la sera. Certo, ho visto che tanti hanno fatto la corsa ai vaccini, ma il nostro personale, ad esempio, ne avrebbe necessità: è sempre a contatto con i clienti, anche nel rispetto di tutte le precauzioni del caso. Insomma, ho l’impressione che il turismo sia stato decisamente trascurato a livello ministeriale, con un ministro che ha detto di stare tranquilli perché avrebbero riaperto le spiagge”
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