23 aprile 2022

Crema ha l'unico quadro firmato in un museo italiano di William Turner. Oggi si apre al Museo Civico la mostra sulla grande collezione Stramezzi

Crema ha da oggi un nuovo record: è l'unico museo italiano ad avere un'opera firmata da Joseph Mallord William Turner (Londra, 1775 – Chelsea,1851), considerato uno dei più importanti artisti inglesi, un romantico che si può anche considerare uno dei precursori dell'Impressionismo. Turner è infatti conosciuto come “Il pittore della luce” per la sua capacità di cogliere nelle sue opere l’energia ancestrale della luce, che l’artista considerava “emanazione dello spirito divino”. Nei suoi dipinti Turner ritrasse per lo più paesaggi che, grazie agli splendidi contrasti di luce e al sapiente uso dei colori, diventano mondi onirici e allucinati. I suoi dipinti evocano atmosfere rarefatte e questa sua arte si può ammirare da questo pomeriggio a Crema. Oggi infatti c'è un appuntamento da non perdere per chi ama l'arte (e che arte!). Aprirà i battenti alle 17,30 al Museo Civico di Crema  la mostra Foppa, i Macchiaioli e l’Arte del Novecento che vuole celebrare e presentare la straordinaria collezione del mecenate cremasco Paolo Stramezzi giunta la Museo di Crema per volontà degli eredi benché istituzioni più blasonate se la contendessero da anni. E’ giunta al Museo di Crema per la credibilità scientifica dimostrata in questi anni e per la prontezza con la quale l’amministrazione comunale e la direzione del museo si sono mosse intuendo senza indugio l’importanza dell’operazione. All’anteprima riservata alla stampa locale e nazionale ieri mattina la Sindaca Bonaldi e l’Assessora Nichetti hanno condiviso la propria soddisfazione per il risultato raggiunto tramite questa nuova acquisizione che incrementa l’attrattività del museo cremasco con opere di grande valore storico artistico: per alcune addirittura un unicum sul territorio nazionale. L’assessora Nichetti ha inoltre evidenziato la soddisfazione per una produzione culturale progettata, studiata e realizzata completamente dalle professionalità operanti in museo. 

I curatori Barbieri e Moruzzi hanno poi illustrato l’impianto espositivo presentando la mostra come il primo passo per valorizzare la collezione e gettare le basi per gli studi e gli approfondimenti che verranno realizzati in un secondo momento: non una mostra di studi approfonditi, dunque, ma di prima condivisione di un patrimonio di rara bellezza con la comunità.

A Crema da oggi si potranno ammirare in un’unica esposizione opere straordinarie: una sessantina di opere provenienti da quella incredibile raccolta di capolavori che fu la collezione di Paolo Stramezzi (Moscazzano, 1884 - Cannes, 1968) conservata presso villa La Perletta in Crema e arredandone le pareti con un numero così elevato di opere da far concorrenza ai più prestigosi musei.

L’esposizione è pensata in tre sezioni: un omaggio al collezionista, le opere comprese fra il Quattrocento e Ottocento e la parte dedicata alla pittura novecentesca.

Accolgono il visitatore due grandi ritratti posti in garbato dialogo: il Ritratto di Giuseppe Maria Perletti del pittore cremasco Angelo Bacchetta (Crema, 1841 - 1920) e il Ritratto di Paolo Stramezzi del pittore bergamasco Luigi Brignoli (Palosco, 1881 - Bergamo, 1952). Al primo spetta il merito dell’ideazione della grande villa immersa in uno splendido parco: La Perletta. Al secondo l’aver restaurato e allestito questa dimora con una collezione tanto straordinaria da assumere tratti quasi leggendari.

Nella seconda sezione il percorso espositivo, seguendo un ordine cronologico, prende il proprio avvio con la raffinata Annunciazione con san Girolamo penitente attribuita al padre del Rinascimento lombardo Vincenzo Foppa (Brescia, 1427/30 - 1515/16). Si tratta di una tavola grande suggestione, così come è di grande impatto la copia della notissima tavola di Leonardo da Vinci rappresentante Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino (Sant'Anna Metterza) oggi conservata presso il Museo del Louvre.

Segue un gruppo di cinque opere fiamminghe la cui esecuzione è collocata fra il XVI e il XVII secolo: fra queste spiccano due ritratti realizzati da David Teniers il Giovane (Anversa, 1610 - Bruxelles, 1690) e una Scena bucolica di Nicolaes Berchem (Haarlem, 1620 - Amsterdam, 1683).

Il nucleo fondante della seconda sezione appartiene all’Ottocento, il periodo prediletto dal collezionista. Fra le opere esposte vanno segnalati senz’altro una Veduta di Firenze, ritenuta opera non finita dell’inglese Joseph Mallord William Turner (Londra, 1775 - Chelsea, 1851) e ben nove dipinti appartenenti agli amati Macchiaioli. Di questi ritroviamo due opere di Giovanni Fattori (Livorno, 1825 - Firenze 1908), il maggior esponente di questo movimento, una di Giuseppe Abbati (Napoli, 1836 - Firenze, 1868) e sei di Raffaello Sernesi (Firenze, 1838 - Bolzano, 1866), il più giovane del gruppo. Chiude il XIX secolo un suggestivo Autoritratto con la figlia Marion del bavarese Franz Von Lenbach (Schrobenhausen, 1836 - Monaco di Baviera, 1904), apprezzato ritrattista di celebri personalità della sua epoca. Affiancano quest’ultima opera due curiosi bozzetti: si tratta di disegni preparatori del cremasco Eugenio Giuseppe Conti (Crema, 1842 - Milano, 1909), eseguiti come studio per la decorazione delle volte di alcune cappelle laterali della chiesa di San Giacomo Maggiore a Crema.

Nella terza sezione della mostra dedicata al Novecento sono proposti numerosi dipinti di pittori che Paolo Stramezzi ebbe modo di conoscere, apprezzare e acquistare come assiduo frequentatore delle più celebri esposizioni e rassegne d’arte nazionali: la Biennale di Venezia, la Biennale di Brera, la Permanente di Milano e la Quadriennale di Roma.

Come esempi tra le opere di artisti italiani saranno esposti Campagna veneta di Francesco Sartorelli (Cornuda, 1856 - Udine, 1939); Autoritratto di Arturo Rietti (Trieste, 1863 - Fontaniva, 1943); Ritratto di bambina di Maria Vinca (Milano, 1878 - Venezia, 1939); Ritratto del signor Obert e Ritratto di donna di Guido Tallone (Bergamo, 1894 - Alpignano, 1967); Ritratto di giovane donna di Giovanni Brancaccio (Pozzuoli, 1903 - Napoli 1975); Uliveto e Parigi di Giovanni Malesci (Vicchio, 1884 - Milano, 1969); un disegno di Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 - Aprilia, 1991) raffigurante una Crocifissione con papa Giovanni XXIII. Mentre tra gli stranieri: Laguna con Santa Maria della Salute di Georg Sauter (Markt Rettenbach, 1866 - Brannenburg, 1937); Osteria bretone di Hermenegildo Anglada Camarasa (Barcellona, 1872 - Pollença, 1959); Paesaggio di Orazì (Parigi, 1906 - 1979).

L’esposizione termina con Il Serio del cremasco Gianetto Biondini (Crema, 1920 - 1981) e con tre disegni dello stesso autore che, ritraendo tre diverse prospettive di villa La Perletta, chiudono il cerchio tematico della mostra.

La mostra è accompagnata da un catalogo, a cura di Alessandro Barbieri e Francesca Moruzzi, realizzato dalle Edizioni Museo Civico Crema.

Buona visita.


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