25 ottobre 2024

Crema, l'appello del sindaco Bergamaschi dalla Camminata della Pace: "Emorragie di umanità, la pace è nelle nostre mani"

Per la terza volta in meno di due anni, ieri sera le strade di Crema si sono popolate di cittadini desiderosi di fare sentire il proprio sostegno in occasione della Camminata dela Pace. I recenti sviluppi bellici hanno stimolato nei cremaschi la volontà di scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso verso le recenti escalation.

L'iniziativa, caldeggiata sia dal Comune di Crema che dalla diocesi, ha visto partecipare il Vescovo Monsignor Daniele Gianotti e il sindaco Fabio Bergamaschi, accompagnati da circa seicento persone.

Dopo la partenza da via largo della Pace la marcia si è conclusa in piazza Garibaldi, dove il sindaco ha preso la parola cogliendo l'occasione per manifestare la propria soddisfazione per l'evento e lanciare un lungo appello affinché la recente spirale di violenza possa cessare.

Bergamaschi si è detto anzitutto "angosciato e frustrato per la traiettoria imboccata dalla situazione globale, mossasi in senso contrario rispetto agli aneliti di pace che in questa stessa piazza avevamo condiviso come comunità cremasca tutta, unita e coesa pur nelle sue articolazioni e diversità”. Descrivendo la situazione attuale, il sindaco prosegue: “Gli scenari internazionali si sono ulteriormente deteriorati. Ovunque volgiamo lo sguardo, impattiamo con nuove e vecchie ferite che continuano a sanguinare, sempre più copiosamente. Emorragie di umanità".

Doveroso anche il ricordo dei valori costituzionali: "La guerra, quella stessa guerra che la nostra Costituzione ripudia con tanta fermezza come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, non cessa di calare la propria scure su popoli, nazioni, bambini, donne, uomini. Vite. Al contrario, estende il suo dominio in un effetto a catena che allarga il perimetro delle sofferenze, rendendo la condizione geopolitica sempre più simile a quella Terza Guerra Mondiale a pezzi di cui il Papa ha parlato con dolorosa lungimiranza".

Dopo aver ricordato diversi tra i conflitti attualmente in corso (oltre cinquanta, il numero più alto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale), il sindaco conclude con una riflessione sulla possibilità di fondare la pace a partire dalla volontà dei cittadini e da piccole realtà come quella cremasca: "La Pace non è un’astrazione, ma il frutto di una responsabilità. È nelle nostre mani, nelle nostre determinazioni quotidiane. In ogni angolo del mondo è un “qui ed ora” frutto di una scelta. Qui, ora, a Crema stiamo costruendo la Pace. E quanto sarebbe bello, cari concittadini, ritrovarci insieme, il prossimo anno, non più per sperarla per ogni donna e uomo della Terra, ma per celebrarla come una conquista. L’unica conquista che conta davvero".


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