Cremazioni e silenzi in Comune. Don Foglia: "Pronto ad andare al Tar". La So.Crem.: "Da 25 anni aspettiamo il Giardino delle Rimembranze"
Oltre due anni di attesa e due progetti pronti: uno già in gran parte realizzato, ed un altro che probabilmente non lo sarà mai. Ma il parroco di Sant’Abbondio don Andrea Foglia sta perdendo la pazienza. Il Comune di Cremona ha avuto tutto il tempo necessario per dare una risposta ad un quesito elementare, che in altre regioni hanno già risolto: consentire il trasferimento delle ceneri dei defunti in un luogo sacro deputato ad accoglierle degnamente. Un problema che la pandemia sanitaria ha acuito, determinando l’urgenza di trovare una soluzione. E’ intervenuta anche la politica con un ordine del giorno presentato da Viva Cremona e Forza Italia. Niente. Ma don Andrea, se la risposta sarà negativa, stavolta è pronto ad andare fino al Tar. “Il mio sogno è riportare il culto dei defunti nella vita della comunità - racconta don Foglia - quando ho lanciato l’idea ho proposto di portare le urne cinerarie in un corridoio a fianco della chiesa. Poi è intervento un altro progetto, puramente teorico, frutto della tesi di specializzazione dell’architetto Nuccio Armocida, che preveda l’utilizzo dei sotterranei, con finalità diversa dal mio, ma ugualmente interessante”. Quali possano essere i motivi dello stop resta un mistero. “Il Vescovo ha dato piena disponibilità e ne avevo già parlato prima con l‘assessore Rosita Viola. Poi due anni e mezzo fa sono andato ancora a parlarne con l’assessore Simona Pasquali e con la responsabile dei servizi cimiteriali Zangrandi. Ho esposto il progetto e detto chiaramente che se il Comune di Cremona lo avete sostenuto, avrebbe potuto essere il primo esperimento pilota in Lombardia. L’assessore si era allora trincerato dietro la questione del regolamento regionale, ma no nc’è niente che sia contrario. Allora ha detto che avrebbe fatto verifiche, poi, da allora, più niente”.
Don Andrea ,di fronte al silenzio dell’amministrazione, ha dunque deciso di partire ugualmente e nel novembre 2019, pensando che nel frattempo il problema fosse start risolto, ha mandato una famiglia che aveva già prenotato un loculo ai servizi cimiteriali per firmare una dichiarazione con cui di diceva chele ceneri sarebbero state portate a Sant’Abbondio. Il rifiuto è stato categorico. “La giustificazione è che in chiesa non c’è sicurezza. Ho fatto presente che sono a conoscenza di decine di casi di persone derubate nelle proprie case che hanno trovato le ceneri dei propri cari gettate sul tappeto da chi aveva vuotato le urne pensando che contenessero soldi o preziosi. Evidentemente c’è una preclusione ideologica da parte del Comune, per non parlare della più totale miopia. Pensi che c’è una ditta specializzata nel realizzare strutture sul tipo dei cinerari, gestiti direttamente da loro, di fianco alle chiese. Sono già venuti anche da me. A Padova ne hanno realizzato uno in un condominio, hanno poi litigato con il Comune he negava i diritti vendere i loculi, ma il tribunale europeo gita dato ragione. Ecco, sono disposto anche a ricorrere al Tar”.
Se don Andrea Foglia è ormai sul piede di guerra nei confronti del Comune non da meno lo è, da un altro punto di vista, la Società di Cremazione cremonese. "So.Crem. ha richiesto la realizzazione di un ‘giardino’ che nel tempo è stato chiamato delle rose, delle rimembranze, dei ricordi - spiega la presidente Rosangela Locatelli - un luogo del Cimitero in cui disperdere le ceneri dei soci che lo hanno liberamente richiesto, per iscritto, nella loro dichiarazione di volontà di voler essere cremati (documento conservato presso l’Associazione e consegnato al Comune al momento del decesso). In assenza del giardino le urne con le ceneri in attesa di dispersione, vengono collocate nel cimitero in deposito. Da tempo, sta aumentando fra i nostri iscritti la richiesta di dispersione nel cimitero e di questo l’amministrazione è stata più volte informata. Nell‘archivio storico dell’Associazione sono raccolte le comunicazioni con il Comune di Cremona che si sono mantenute costanti nel tempo. Nel dicembre 1996 l’allora Presidente architetto Giovanni Gentilini ha inviato una lettera al Comune (Sindaco Bodini, Assessore Platè, Arch. Terzi), con ben due proposte ‘per un ‘giardino‘ per la dispersione delle ceneri e per una saletta per i parenti, nell’area del crematorio nel civico cimitero.
Nel periodo di presidenza dell’Arch. Mino Galetti (2009 – 2020) si sono intensificati i contatti che hanno portato fra altre realizzazioni, ad un’integrazione del Piano Regolatore Cimiteriale del Comune di Cremona che in più parti riporta la realizzazione di giardini delle rimembranze (es: punto 4.3 Dotazioni obbligatorie del cimitero e servizi). Da settembre 2020 con la nuova Presidenza So.Crem. si sono già avuti due incontri online con il Comune (assessore Pasquali, Arch. Donadio) nei quali si è avuta notizia che il Giardino è stato progettato e che dovrà essere portato in Giunta per l’approvazione e relativo impegno di spesa e costruzione per il 2022. Dal mese di febbraio 2021 ad oggi non sono pervenute ulteriori notizie”.
Altro problema è la gestione del nuovo polo della cremazione. “Se nel 1996 So.Crem. Cremona aveva proposto una saletta per i parenti, nel 2018 ha presentato una serie di azioni di miglioramento per il nuovo Polo della Cremazione - racconta Rosangela Locatelli - sono state segnalate le difficoltà di accesso dei parenti al momento dell’ultimo saluto e l’estrema freddezza degli arredi e della tinteggiatura delle sale del commiato. Si è suggerito di renderle più accoglienti con qualche complemento di arredo e altri accorgimenti. Attualmente il Polo é gestito da Aem Servizi: in questo momento la loro priorità è la messa in funzione della seconda linea dell‘impianto Crematorio, proprio per potenziare il funzionamento dell’impianto. Questo passaggio di competenze, comporta a So.Crem. un ulteriore impegno perchè si deve rapportare con un diverso Ente, che ha già affermato di non avere disponibilità economiche per le azioni da noi proposte”.
Da ultimo il vecchio forno crematorio, uno monumento di archeologia industriale di cui sembra si siano dimenticati tutti. “Soldi, tanti soldi servono anche per un’altra parte del Cimitero: il vecchio forno crematorio, di cui quest’anno ricorre il 140° di costruzione. Dismesso dal 2014, con l’entrata in funzione del nuovo impianto, decade ogni giorno di più, sta rovinandosi soprattutto all’interno dei due locali sala autoptica e camera mortuaria, che So.Crem. aveva già iniziato a sistemare in seguito alla sottoscrizione del Comodato d’uso gratuito in convenzione con il Comune di Cremona (Det. 2086 del 21/11/2017 sottoscritta il 23/11/2017 e valevole sino a fine 2026). In questo documento sono elencati i lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione. Il Comune non ha soldi, So.Crem. nemmeno, in questa congiuntura l’associazione dovrebbe sostenere spese per pulire le gronde, risistemare un cornicione, ritinteggiare muri interni e infissi, sostituire un vetro di finestra. Una bozza di preventivo calcola già undicimila euro, spesa che rischia di essere vanificata da una pioggia torrenziale, come cade sempre più spesso. Si dovrebbe invece rimuovere anche l’amianto che c’è sul tetto e rifare tutto completamente per poi sistemare i locali sottostanti, ma i lavori straordinari di competenza comunale non sono stati programmati ne‘ quindi finanziati, così il cane si morde la coda…Con grande dispiacere So.Crem.potrebbe trovarsi costretta a rinunciare al comodato e il vecchio forno perderebbe anche la possibilità di diventare centro di raccolta di oggetti o reperti storico-artistici, come si era ipotizzato nel 2018, anno in cui è stata posta la targa sulla cancellata.
Perchè ciò non avvenga è necessario trovare donazioni per il recupero del vecchio forno, potrebbe essere sicuramente un modo per affermare che il culto dei morti a Cremona è indice di grande civiltà”
In allegato l'altro progetto dell'architetto Armocida per un cinerario nei sotterranei di Sant'Abbondio:
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