Da domani disagi sul ponte di Po per tre giorni (senso unico alternato) in attesa del cantiere. Il mistero del terzo ponte. E la tangenziale scoppia
Da domani (e fino a mercoledì sera) torna il senso unico alternato sul Ponte di Po tra Cremona e Castelvetro. Dunque nuove code e problemi per tre giorni in attesa di quelli che arriveranno quando si aprirà il cantiere per l'intervento sul ponte per il quale sono stati stanziati oltre 5 milioni di euro. Il senso unico alternato arriva nell’ambito delle ispezioni infrastrutturali eseguite da Anas, con riferimento alle linee guida di cui al DM 204/22 proprio in vista del nuovo cantiere. Nel comunicato si legge che "sarà istituito il senso unico alternato dal km 216,750 al km 217,250. In orario diurno il traffico sarà regolato da movieri al fine di limitare i disagi alla circolazione, anche in relazione all’effettiva evoluzione dei flussi veicolare da e verso Cremona.Dell’attuazione del dispositivo si è data preventiva informativa alla Prefettura competente, alle Forze di Polizia ed ai Comuni coinvolti, nonché ai gestori della rete autostradale limitrofa".
Tre giorni di disagi dunque con riflessi anche sulla circolazione sul viale Po, su via Giordano e sulla tangenziale urbana di Cremona come abbiamo già avuto modo nella precedente occasione di qualche settimana fa. Non è giunta alcune notizia della ipotizzata liberalizzazione del tratto autostradale tra Cremona e Castelvetro.
Intanto è sparito completamente dall'orizzonte il progetto del terzo ponte sul Po, progetto che ha alternato anni di silenzio e improvvise accelerazioni. Adesso è finito nel dimenticatoio. Anche sul cosiddetto terzo ponte sul Po sembrano gravare i rincari delle materie prime e più in generale dei costi di cantiere.
La storia del terzo ponte è lunga e travagliata. Nell'aprile del 2009 si riaprì l'iter per la realizzazione dell'infrastruttura e nel mese di settembre del 2010 una ventina di docenti ed esperti presentarono un dossier contro l'opera. Una sorta di “controprogetto” elaborato con il contributo di esperti, docenti universitari del territorio e di 13 università italiane. Tra i firmatari del dossier, si ricordano il compianto giornalista Simone Mazzata (alfiere della battaglia per salvare “Nonna Quercia”, tra le varie cose), poi la docente Anna Lucia Maramotti, Federico Balestreri (medico del lavoro), Riccardo Groppali (docente, naturalista, studioso e già assessore comunale), Massimo Terzi (compianto ex assessore all'Urbanistica e architetto notissimo in città). Vennero proposte anche quattro alternative al terzo ponte: dalla chiusura del casello autostradale di Castelvetro alla liberalizzazione completa del tratto tra i caselli autostradali di Castelvetro e Cremona; dalla realizzazione della Gronda Nord allo sfruttamento della viabilità esistente e dei ponti sul Po già in uso.
Il 3 dicembre 2010 la partita sembrava chiusa a favore dell'infrastruttura. In conferenza di servizi si trovò un accordo, in particolare sul fronte piacentino, per stralciare dal progetto la parte relativa alla circonvallazione di San Giuliano e inserire alcune compensazioni ambientali. L'allora sindaco di Cremona, Oreste Perri, si disse soddisfatto dell'intesa e annunciò l'avvio dei lavori per l'anno successivo.
Quei lavori, come sappiamo, non sono mai partiti e del progetto per il terzo ponte non si è più parlato se non sporadicamente e in documenti delle due regioni (Emilia e Lombardia).
Ma non è solo il ponte di Cremona a creare problemi. Da tempo è palpabile l'insufficienza della tangenziale urbana di Cremona. Le rilevazioni per il Pums indicano passaggi giornalieri di oltre 40mila auto. Il rischio è la paralisi completa della tangenziale su cui si sono inseriti in questi anni l'Ipercoop, Mauri's, il Conad con il doppio accesso, Rossetto e gli altri negozi del centro commerciale “I Navigli”, l'ex Armaguerra e altro . Oltre quarantamila veicoli circolano già ora, ogni giorno, sulla tangenziale cittadina con punte di 50mila. La tangenziale era stata progettata calcolando 25-30 mila veicoli.
La tangenziale urbana infatti è lunga otto chilometri che sono costati complessivamente 7 miliardi e 250 milioni di lire, tutti a carico del Comune di Cremona (che non aveva voluto affidarla all'Anas come hanno fatto altri capoluoghi) attraverso mutui bancari. La tangenziale completava parte della circonvallazione urbana costruita negli anni Settanta caratterizzata dal sovrappasso di via Brescia e andava a coprire i buchi neri della viabilità come le strade che raggiungevano il ponte di Po, la via Mantova o la via Bergamo strade con un alto indice di incidentalità. Due furono le ditte che realizzarono la tangenziale: la “Recchia” di Verona per il settore nord e il raggruppamento di imprese che faceva capo alla “Canzani”. La tangenziale è stata ideata, progettata e avviata dall'amministrazione di sinistra con a capo Zaffanella (la delibera è del 1980) e completata nel 1986 da quella quadripartita successiva (sempre con lo stesso sindaco).
Da trent'anni nel piano regolatore generale di Cremona (ma anche nel piano territoriale della Provincia approvato nel 1991) era prevista una nuova tangenziale esterna (confermata dal recente PUMS e dalla maggioranza in consiglio comunale) chiamata “Gronda Nord”. Il progetto fa ancora parte del programma dell'Amministrazione comunale di Cremona? Per non consumare altro territorio, ci sono soluzioni alternative?
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commenti
Tommaso
1 dicembre 2024 08:43
Il terzo ponte, in un paese normale, sarebbe già attivo da un bel pezzo….
Ezio Corradi
1 dicembre 2024 09:25
Il tracciato previsto dal primo originario progetto prevedeva un tracciato di circa 8 km ad ovest di Castelvetro Piacentino per arrivare fra Cavatigozzi e Spinadesco inserito nello spazio fra un oleificio ed una acciaieria con sbocco alla rotatoria Codognese-Peduncolo-SS415 Paullese: per Cremona la distanza va aumentata di altri 9 km. Dunque il "nuovo terzo ponte" allunga la distanza Castelvetro Piacentino-Cremona ad un totale di 17 km, con un traffico previsto dal progetto di 3.000 (tremila) veicoli/giorno.
Tanto per ricordare.
Giorgia
1 dicembre 2024 12:31
Mi ha anticipato il commento! Il terzo ponte non servirà la città ma la futura logistica e industria attuale, e in futuro si collegherà alla gronda nord esterna che bypasserà completamente la città sfociando poi nella autostrada Cremona Mantova.
Già oggi i camion non potrebbero passare sul ponticello attuale, quindi rimarrebbe inalterato il traffico da e per la città.
Marzio
1 dicembre 2024 10:07
Ma che meraviglia!!!!
Parliamo di fare il terzo ponte quando già lo avevamo!!!!