Dati congiunturali positivi per l'economia cremonese. Auricchio: "Numeri confortanti ma cautela per la situazione geopolitica"
Di seguito, sono sintetizzati i risultati a livello provinciale che provengono dall’indagine congiunturale condotta trimestralmente da Unioncamere Lombardia, che coinvolge ogni trimestre due campioni distinti di aziende manifatturiere industriali e artigiane. Per la provincia di Cremona l’indagine relativa al quarto trimestre 2023 ha interessato complessivamente 136 imprese appartenenti a tutte le principali attività del comparto manifatturiero, suddivise in 64 imprese industriali e 72 artigiane.
“I risultati dell’indagine relativa al 4 trimestre 2023 presentano variazioni positive rispetto al trimestre precedente per il settore dell’industria in tutti i principali comparti produttivi- sostiene Gian Domenico Auricchio, Commissario Straordinario della Camera di Commercio - Questi dati, pur confortanti anche perché accompagnati dall’incremento del dato dell’occupazione e degli ordini, sia interni che esteri, devono però essere valutati con estrema cautela. Infatti, a livello nazionale la produzione industriale chiude il 4° trimestre con una variazione congiunturale negativa anche se l’indicatore Istat di dicembre ha segnato una ripresa dell’1,1% rispetto al mese precedente. Le aspettative degli imprenditori rimangono incerte. Il 2024 presenta infatti numerosi rischi, in particolare quelli legati a fattori geopolitici. Per questo è necessario sostenere il più possibile il mercato interno utilizzando al meglio tutte le risorse disponibili, in particolare quelle messe a disposizione dal PNRR, e dar corso alle riforme che il Paese attende da decenni”
L’indagine del quarto trimestre 2023 rileva una situazione del comparto manifatturiero provinciale differenziata per i settori industria e artigianato. L’industria mostra un netto miglioramento congiunturale (+3,7%) a cui si contrappone l’artigianato con una debole flessione (-0,4%). Questi risultati portano a una crescita media annua per l’industria del +3,6%, e per l’artigianato del +1,3%.
La crescita del fatturato rallenta per l’industria (-0,8% congiunturale) portando a una variazione media annua nulla. Anche il fatturato del comparto artigiano registra una contrazione congiunturale (-0,9%) ma il risultato medio annuo riesce ad essere ancora debolmente positivo sostenuto dai risultati dei trimestri precedenti (+0,7%). L’andamento positivo dell’industria è supportato dagli ordini che crescono rispetto al trimestre precedente per entrambi i mercati (+1,2% dall’interno e +2,7% dall’estero). Ciò permette alla media annua di segnare un +2,7% per gli ordini interni e un +1,3% per gli ordini esteri. Situazione opposta per l’artigianato che subisce una contrazione congiunturale degli ordini (-1,2%) che limita la chiusura d’anno a un dato molto vicino alla crescita nulla (+0,3% la media annua).
La produzione manifatturiera cremonese
Anche il mercato del lavoro per il settore industriale cremonese torna positivo con un incremento contenuto dei livelli occupazionali (+0,6% congiunturale) e segnando un più significativo incremento tendenziale (+1,3%). Anche in questo caso l’artigianato non segue l’industria, mantenendo intonazione negativa con un contenuto calo congiunturale degli addetti dello 0,6% e un più intenso tendenziale (-2,1%). Il dato consuntivo annuo conferma questa dicotomia con un incremento degli addetti dello 0,7% sul 2022 per l’industria e una riduzione del 3,0% per l’artigianato.
Resta contenuto il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni delle imprese industriali intervistate con il 3,1% che ha dichiarato di avervi fatto ricorso. Percentuale più alta per l’artigianato, ma ferma al 5,6% registrato anche lo scorso trimestre.
Secondo i dati INPS le ore autorizzate di CIG nel settore manifatturiero nel quarto trimestre 2023 sono aumentate, dopo il calo registrato nel trimestre precedente, raggiungendo le 860 mila ore. Considerando il dato complessivo cumulato nel 2023 le ore autorizzate sono state poco meno di 1,8 milioni, il 69% in più rispetto allo scorso anno (erano 1,06 milioni).
Sul versante dei prezzi l’industria registra nuovi incrementi congiunturali contenuti per le materie prime (+0,3%) e più significativi per i prodotti finiti (+1,2%). Complessivamente nel 2023 i prezzi sono cresciuti del 10,3% per le materie prime e del 9,7% per i prodotti finiti. Le imprese artigiane, invece, segnalano ancora incrementi congiunturali sensibili per entrambe le componenti: +3,7% i prezzi delle materie prime e +2,8% quelli dei prodotti finiti. In questo caso il dato medio annuale evidenza una situazione ancora critica con un incremento del 31,2% dei prezzi delle materie prime e del 17,9% per i prodotti finiti.
L'indagine congiunturale sul settore manifatturiero cremonese - 4° trimestre 2023
Il confronto con la Lombardia e l’Italia dell’indice della produzione industriale evidenzia come i tempi di diffusione delle varie fasi dell’andamento economico siano differenti sia livello territoriale che settoriale-dimensionale. Se per l’industria il dato congiunturale regionale (+0,4%), e ancor più quello provinciale (+3,7%), mostrando un miglioramento nell’ultimo trimestre dell’anno, il dato nazionale mostra ancora un trend decrescente (-0,5%) nonostante la crescita della produzione di dicembre (+1,1%) che non riesce però a evitare il ripiegamento della media del trimestre. Per quanto riguarda invece il settore artigiano, in provincia di Cremona si registra una modesta contrazione congiunturale (-0,4%) dopo il risultato positivo dello scorso trimestre, mentre il dato regionale resta positivo (+0,7%).
Produzione industriale - Cremona, Lombardia e Italia
Dal punto di vista strutturale il quadro delle imprese cremonesi conferma un miglioramento per l’industria, con una sensibile riduzione della quota di imprese con forti contrazioni della produzione. Sale al 60% la quota di imprese che registra incrementi produttivi, e al 14% quella delle imprese senza variazioni di rilievo. Per contro diminuisce sensibilmente la quota di imprese che registra forti contrazioni dei livelli (ora al 20% dal precedente 35%) e rimangono al 6% le imprese che dichiarano contrazioni contenute. Per gli artigiani, invece, sono le indicazioni di stabilità a diminuire significativamente passando dal 25% al 19%, a favore più delle imprese in crescita (49%) mentre le imprese in contrazione che passano dal 31% al 32%.
Come conseguenza del mix dei risultati raggiunti nel quarto trimestre e dell’intonazione meno negativa del previsto della fase economica generale, le aspettative degli imprenditori industriali rimangono incerte. Per la produzione, a fronte di un saldo debolmente positivo (+1,6%), si registra un calo delle attese di stabilità che scendono al 58% degli intervistati. Anche per la domanda interna prevalgono leggermente gli ottimisti (+1,6%), ma in questo caso aumenta la quota di chi prevede stabilità (dal 46% al 58%). Positive anche le attese per la domanda estera (+1,7% il saldo) con il 65% degli intervistati che non prevede variazioni. Saldo leggermente negativo, invece, per il fatturato (-1,6%), ma con aspettative stabili per il 61% degli intervistati.
Maggior incertezza per le aspettative dell’artigianato. A fronte di una prevalenza di saldi negativi leggermente più contenuti rispetto al trimestre precedente, sono oltre il 60% le aspettative di stabilità per tutti gli indicatori con i massimi per fatturato (67%) e occupazione (83%).
Le variazioni tendenziali riscontrate a livello provinciale confermano la miglior performance industriale per la provincia di Cremona (+9,0%).
La media annua descrive un 2023 con la Lombardia divisa in due: Pavia, Lecco, Como, Bergamo, Mantova e Brescia in area negativa. Le altre provincie registrano un incremento rispetto al 2022 sempre con la miglior performance per Cremona (+3,6%).
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