13 novembre 2023

Dieci anni fa chiudeva la Casa dei Padri Saveriani di via Bonomelli: da qui sono partiti 66 missionari cremonesi diretti in ogni parte del mondo

Dieci anni fa chiudeva a Cremona la storica Casa dei Padri Saveriani di via Bonomelli 81. Oggi il Civico81 è sede di Cremona Welfare, poliambulatorio che offre numerose specialità mediche e del Consorzio Sol.co, ma la presenza dei missionari è ancora forte e profondamente radicata nel ricordo. Ne raccontiamo qui la loro storia.

Negli anni di permanenza a Cremona dei Padri Saveriani sono maturati qui una sessantina di missionari cremonesi, senza contare i molti altri che sono passati e si sono formati in Via Bonomelli, provenienti dalle Case della Sardegna, di Bergamo e di Brescia. Della sessantina di “cremonesi”, ne restano ancora 18 e tra questi anche dei giovani missionari, che coprono uffici importanti nella formazione e nella conduzione di comunità missionarie. Tuttavia, quando nel 1915 monsignor Guido Maria Conforti, il fondatore dell'ordine, fece richiesta al vescovo di Cremona di aprire una casa nella sua diocesi, ne ricevette un deciso rifiuto, forse a causa della prima guerra mondiale appena iniziata. Il permesso, però, arrivò nel 1929 da monsignor Giovanni Cazzani, amico personale di Conforti da quando questi era stato nominato nel 1902 arcivescovo di Ravenna e Cazzani era vescovo di Cesena. Il 24 agosto, quindi, veniva fondata la prima casa a Grumone nella villa ceduta dalla contessa Maria Manna Roncadelli di Carpegna, inaugurata ufficialmente due anni dopo il 22 maggio 1931, dove dal 1930 era già attiva la scuola media. Alla cerimonia partecipano, oltre al vescovo Cazzani, anche monsignor Luigi Calza, vicario apostolico a Cheng-chow, e padre Vittorino Callisto Vanzin, Rettore dell'Istituto delle Missioni Estere, richiamato due anni prima dalla Cina. 

Passa poco più di una decina di anni e l'11 febbraio 1943 un padre ed un fratello coadiutore, entrambi cremonesi, si trasferiscono a Cremona in una casupola di via Bonomelli, nei pressi di un'ortaglia. “Essi abitano una umile casetta in fondo a via Bonomelli, una casa ch'è poco più che un tugurio, nella quale non soltanto non vi era ombra né di comodità, né di decoro, ma mancava lo spazio per accogliere i giovani che dovranno essere avviati verso il sacerdozio e le missioni”. Nel frattempo i Saveriani mantengono anche la casa di Grumone, dove sono molti i ragazzi che frequentano la scuola media. Sono anni molto duri, ma la solidarietà dei cremonesi non manca. Le cronache raccontano di una certa signora “Teresina”, che si prodiga nel procurare il necessario per rendere la catapecchia un po' più accogliente. Nel settembre 1943 viene incaricato di interessarsi alla fondazione della casa di Cremona padre Dante Battagliarin, che già aveva retto la casa di Grumone per un anno dal 1937 al 1938, prima di essere nominato Consultore Generale e Prefetto degli Studi. 

La presenza dell'ordine, cui non manca l'attenzione del vescovo Cazzani, alimenta la curiosità dei cremonesi ed allarga, di conseguenza, anche il cerchio delle relazioni, per cui, grazie agli aiuti, il 5 luglio 1947 può ufficialmente aprire la nuova struttura che, dopo la nomina di Battagliarin a vescovo di Khulna, in Bangladesh, viene affidata a padre Rosolino Rossi. Padre Rossi inizia a prendere una serie di contatti per realizzare il progetto di costruire un'unica sede in cui accorpare le due case di Cremona e Grumone. Trova in Guido Carminati l'imprenditore edile disposto a costruire un primo lotto con un pagamento molto dilazionato nel tempo, nel commendator Guido Grassi un sostenitore e nell'ingegnere Giorgio Chizzini il progettista. “Ora i Saveriani – scrive il giornale “La Provincia” il 5 aprile 1951 – hanno deciso di realizzare un progetto audace che comprende l'unificazione delle due case e la conseguente necessità di costruire un altro edificio, dalle caratteristiche grandiose, capace di ospitare oltre 100 alunni e, naturalmente, i loro insegnanti e il personale addetto alla cucina e alla pulizia della Casa, che è costituito da un gruppo di suore zelanti. Il nuovo progetto sta per essere realizzato. Nel corso della settimana, l'impresa edile del signor Guido Carminati comincerà a demolire il vecchio gruppo di casupole cadenti subito dopo saranno scavati i solchi per le fondamenta poi sarà, dall'Arcivescovo, deposta la prima pietra dell'edificio, che sarà realizzato su progetto dell'ing. Capuzzi dell'Ocrim, il quale, coadiuvato dal geom. Zanolli, lo ha realizzato con disinteresse, a puro fine di bene...il corpo centrale, di una lunghezza di 50 metri e di una profondità di 12, sarà arretrato di una decina di metri dalla linea stradale attuale, così da formare un'area per un piccolo giardino ai due lati, due corpi avanzati: uno sarà l'edificio riservato alle suore, ai magazzini, ai servizi l'altro sarà espressamente costruito per la chiesa, indispensabile in un seminario. Questa chiesa che sarà dedicata alla Madonna di Fatima (sarà la prima dedicazione del genere nella nostra città) avrà l'accesso direttamente dalla strada, così che i fedeli della zona potranno facilmente accedervi nelle ore delle funzioni. Naturalmente, per realizzare un progetto così vasto (casa e chiesa dovrebbero essere coperti dal tetto prima del prossimo Natale e inaugurarsi nell'autunno del 1952) i padri Saveriani hanno bisogno dell'aiuto di quanti comprendono il bene ch'essi svolgono e si rendono conto dell'importanza del sorgere nella nostra città di quello che dovrà essere il loro unico seminario minore lombardo intanto segnalano le primissime offerte ricevute:a mezzo dell'Arcivescovo, L. 50 mila amici di Cavatigozzi, 50 mila N.N. (primo mattone) L: 25 mila”.

Nel 1952 nella struttura cremonese vengono trasferite le scuole e la villa di Grumone viene chiusa risultando troppo piccola e poco funzionale. La nuova casa entra in funzione nel 1958, ma ben presto diventa anch'essa insufficiente per il gran numero di studenti che vi confluiscono: la Cappella non basta a contenere tutti, si avverte la necessità di un ambiente comune per lo studio e di un dormitorio di maggiore capienza. Non è stato possibile realizzare il secondo lotto di lavori per mancanza di fondi, per cui si decide di sottoscrivere un mutuo governativo al 2 per cento di interessi, garantito presso la Cassa depositi e prestiti dall'intervento dell'amministrazione provinciale di Cremona e con la collaborazione del Genio Civile si riescono ad appianare tutte le difficoltà. Nel maggio 1960 si può iniziare la costruzione dell'ala del complesso con la cappella che viene conclusa nell'aprile dell'anno successivo. “Un rivestimento delle pareti esterne in «Cottonovo» - così la descrive il giornale – fa uno stupendo sfondo ad una serie di bifore che, oltre a donare serietà alla costruzione, la rendono un gioiello di buon gusto. La cappella, ormai ultimata nelle sue linee essenziali, attende la definitiva rifinitura. Dovrà essere un gioco di marmi che dando risalto alla sobria linea architettonica, renderà questo ambiente il più bello e il più caro al centinaio di alunni missionari che vi si raduneranno a pregare quotidianamente per sé, per i loro cari, per i Superiori e per tutti coloro che hanno collaborato a donare loro un simile nido. Questi missionari, confidando nella generosità dei cremonesi, hanno intenzione di inaugurare la Cappella il 13 maggio 1962, giorno anniversario della Apparizione della Madonna a Fatima, a cui è dedicata tutta la Casa. Per ora un ignoto Benefattore s è impegnato a pagare il pavimento in marmo della chiesa; un altro del Presbiterio; i sacerdoti cremonesi stanno puntando sulla costruzione dell'Altare della Cappella. E' veramente una gara generosa che fa onore a tutti i cremonesi: ma la strada per arrivare alla meta è ancora lunga.

Studiando il progetto definitivo dell'Istituto – conclude l'articolo del 3 dicembre 1961 – si rimane meravigliati dall'ardimento di questi Padri! Una terza e poi una quarta ala da costruirsi dovrebbe portare la capienza della casa a circa 100 alunni. Sarà per ora l'unica casa della Congregazione, che ha la sua sede principale a Parma, ad accogliere gli alunni delle scuole medie e del ginnasio superiore, per preparare sempre più numerosi Missionari cremonesi per le terre lontane. L'attuale loro Superiore Generale, un ex seminarista cremonese, guarda a questa casa e a tutti i suoi amici, con una particolare benevolenza e soddisfazione. Il suo programma di ampliamento troverà nella tradizionale generosità dei cremonesi una pronta attuazione”.

Negli anni Sessanta la casa saveriana cremonese conosce il suo periodo d’oro grazie anche all’opera vocazionale di padre Franco Bertazza. Nel 1963 viene istituito il ginnasio e chiamato nell’incarico di rettore padre Pacifico Fellini di Spineda, fino a quel momento missionario in Congo. Pieno di zelo e di inventiva, padre Mario Sguazzi, l’economo della casa, compie numerosi viaggi in diocesi a raccogliere il grano nei famosi sacchetti su cui è scritto: “Pane per i missionari”.

Con il passare degli anni e la crisi vocazionale le scuole medie vengono chiuse e viene aperto l’istituto magistrale, attivo sino al 1978. Successivamente la struttura di via Bonomelli continua a ospitare i seminaristi saveriani che, però, frequentano le scuole superiori presso le Canossiane (preside madre Agata Carelli) o il liceo nel Seminario vescovile di via Milano.

All’inizio degli anni Novanta i pochi studenti rimasti sono inviati a Parma. La struttura di via Bonomelli diventa così luogo di sensibilizzazione missionaria, soprattutto giovanile. Padre Giuseppe Marano e, negli anni seguenti, padre Luciano Bicego sono tra gli animatori più capaci del gruppo giovani, che conta più di 100 aderenti, così come per quello degli adolescenti, nato in seguito. Tra le attività più importanti poste in essere in quegli anni spicca il “Mission Day”: un incontro con tutte le famiglie straniere con cui i saveriani sono in contatto. Grande successo raccoglie anche il Grest missionario dedicato ai ragazzi più bisognosi della città. In questi ultimi anni i missionari saveriani cremonesi hanno seguito i GAMS (Gruppi amici dei missionari saveriani) di Cremona, Viadana e Manerbio, hanno tenuto i contatti con i tanti benefattori cremonesi, hanno animato le giornate missionarie nelle parrocchie e hanno accolto i padri in vacanza.

Cremona ha dato tanto all’Istituto saveriano: 66 le vocazioni missionarie maturate in diocesi. Tra questi ricordiamo padre Giovanni Castelli, di Brignano Gera d'Adda, superiore generale negli anni Cinquanta; mons. Angelo Frosi, vescovo di Abaetetuba, in Brasile; padre Pugnoli, di Pugnolo, economo generale; padre Fellini, che fu anche un fine compositore di musica; e i padri Sguazzi e Scaglia di Robecco che annunciarono il Vangelo in Cina. Attualmente nel mondo i Saveriani sono circa 700. Sempre più esiguo il numero dei novizi: una sessantina di cui uno solo italiano; la maggior parte degli aspiranti missionari provengono dalle Filippine o dall’Indonesia.

Nelle foto: l'ex Casa dei Saveriani in via Bonomelli 81 e un gruppo di apostolini alla villa di Grumone nel 1939, poi il cantiere della casa e come si presentava via Bonomelli prima del cantiere, poi padre Sguazzi, padre Scaglia in Cina, monsignor Frosi con padre Borghesi in Brasile e padre Scaglia con un ospite cinese davanti alla casa

 

 

Fabrizio Loffi


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