Dimenticato lo splendido affresco di Angelo Massarotti nell'ex chiesa di San Benedetto, l'unico edificio rimasto al demanio dopo il recupero di Santa Monica
Dopo il trasferimento del Centro studi economici e aziendali in seguito alla scomparsa del professor Luigi Masserini, nessuno ne ha più parlato, ma nell’ex chiesa di san Benedetto è nascosto un tesoro che rischia di essere totalmente dimenticato e danneggiato dalle infiltrazioni d'acqua. L’edificio appartiene ancora al demanio statale, che lo aveva concesso in comodato gratuito al Comune di Cremona. Poi se ne era ventilata la vendita all’asta, che avrebbe coinvolto anche l’altro complesso adiacente dell’oratorio di Sant’Ilario. Di fatti in questa ridda di ipotesi a farne le spese è stato l’affresco di Angelo Massarotti che raffigura la Gloria di San Benedetto, dipinto prima del 1702. E proprio la presenza dell’affresco è all’origine delle varie difficoltà incontrate nel trovare una destinazione univoca alla chiesa dell’ex monastero benedettino. Prima che vi si insediasse il Centro studi, sarebbe dovuto diventare sede di un ufficio finanziario in seguito alla riforma del ministero delle Finanze. E prima ancora vi si era ipotizzata la sede decentrata della Soprintendenza ai beni storici e artistici di Mantova. Esisteva anche un accordo di massima non scritto, ma ormai a buon punto, prima che la chiesa con il relativo complesso entrassero nell’orbita del parco dei monasteri.
L'affresco fu restaurato nel 1986 da Marcello Bonomi di Nembro di Sotto, grazie ai fondi del Rotary Club cremonese, in occasione dei 60 anni dalla fondazione, per volontà del presidente di allora, Piero Negroni, sostenuto, fra gli altri, da Bruno Solzi e altri soci. Il restauro venne consegnato alla città nella persona del sindaco Zaffanella, il 10 maggio 1986. All'epoca era previsto il recupero funzionale del complesso di San Benedetto mediante il completo utilizzo, sia della chiesa esterna, sia di quella interna. La sistemazione indicata nel progetto dell'epoca prevedeva una sala principale, sale, salette, locali vari, per accogliere con comoda razionalità manifestazioni di ogni tipo. Inoltre si voleva anche l'insediamento al primo piano di un Centro per il restauro degli strumenti a corda e decorazioni lignee. Il progetto del restauro e recupero funzionale della chiesa di S. Benedetto e locali annessi era stato preparato dall'arch. Sergio Renzi in collaborazione con gli arch. Nayla Renzi e Tiziano Zanisi. Purtroppo quella lodevole iniziativa si arenò ben presto, tanto che fu asportato il pavimento per la posa di quello in marmo previsto dai progettisti, ma tutto rimase allo stato rustico, come si vede anche oggi, dove rimane solo la gettata di cemento di preparazione. Nuove speranze per il complesso si hanno nell’aprile del 2002, quando viene approvato il progetto del Parco dei Monasteri con il recupero dei monasteri di Santa Monica, San Benedetto, Corpus Domini e Santa Chiara. Agli ingressi opposti del parco sarebbero state realizzate due grandi attrezzature pubbliche: a ovest, il grandissimo edificio militare della fine Ottocento e il magazzino per il ricovero dei carri avrebbe accolto lo spazio fieristico per la Liuteria e l’Artigianato artistico. A est, nelle immediate vicinanze di piazza Sant’Agata, di palazzo Trecchi e di palazzo Raimondi, il recupero della Cavallerizza e delle vicine chiese del Corpus Domini e di San Benedetto avrebbe consentito di realizzare un sistema completo di sale per la musica sinfonica e cameristica (con un palco capace di ospitare anche 150 orchestrali): in altre parole una vera e propria “cittadella della musica”.
Dal restauro del 1986, in assenza di una costante manutenzione ed areazione dell’ambiente la situazione è andata degradandosi, a causa della mancata cura del tetto, e delle precipitazioni atmosferiche. A tutto questo si è aggiunta la nevicata del febbraio 2015, che costituita da neve pesante e bagnata, aveva trascinato molti coppi fuori sede. Il risultato finale è la precarietà della copertura e il conseguente degrado dell'affresco del Massarotti. Per quest’opera ebbe parole di apprezzamento monsignor Franco Voltini: “Certamente in S.Benedetto altre sono le proporzioni e altro è lo sviluppo da "gran teatro" consentito al pittore dalle dilatate superfici: l'artificio scenografico della finta architettura si leva dal cornicione ricco di stucchi per comporsi in una ornatissima balconata aperta sul cielo entro cui si distribuisce l'Apoteosi. La quale, affollata in ogni parte, è tuttavia equilibrata per il dosato articolarsi dei piani e il vario contrapporsi delle masse cromatiche. La composizione si snoda dal basso, a partire dalla figura di S.Gregorio Magno, il primo e più illustre biografo di S.Benedetto, per salire secondo uno svolgimento a spirale che, andando verso sinistra, comprende altri tre papi, certo appartenenti all'Ordine benedettino; assicura ovviamente sulla destra un posto di evidenza a S.Benedetto, alla cui spalle è la sorella S.Scolastica, mentre sullo sfondo appare significativamente l'immagine di Mosè con le tavole della Legge; piega di nuovo a sinistra dove emerge la Vergine da un gruppo di Santi tra i quali si riconoscono S.Giuseppe e il Battista; si conclude al vertice con la visione di un luminoso empireo nel quale è collocata la SS.Trinità. In funzione di completamento e di legame compositivo molte altre figure di santi si accompagnano, su diversi piani, a quelle più eminenti, con il consueto corteggio d'Angeli librati tra le nubi e le improvvise aperture del cielo. Ma il dovizioso repertorio iconografico, che abbiamo solo individuato nelle componenti di maggior rilievo, resta tutto da identificare in una ben più approfondita indagine, che tenga conto, naturalmente, dei fattori storico-religiosi caratterizzanti soprattutto l'ambiente locale nel tempo in cui la grande impresa pittorica veniva commissionata ed eseguita”. Un’impresa che non può restare nascosta e dimenticata.
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commenti
Dimena
23 gennaio 2023 11:17
Meno male che c è qualcuno con la testa a posto come il Sig. Loffi!
Dimena
23 gennaio 2023 11:26
Li dentro anni fa c era una palestra! LOL!
michele de crecchio
24 gennaio 2023 23:24
La splendida chiesa di San Benedetto è suddivisa in due porzioni. La porzione occidentale, a suo tempo accessibile dal pubblico, presenta, se non vado errato, la più grande delle volte integralmente affrescate esistenti nel nostro centro storico. La porzione orientale, non affrescata e, in antico, riservata alle sole ospiti del monastero, corse il rischio di essere integralmente demolita agli
degli inizi settanta a causa di alcune fessurazioni che si erano evidenziate a livello delle finestrature e che da allora sono state, per ragioni prudenziali, tamponate con murature provvisorie. La situazione attuale è davvero preoccupante!