21 febbraio 2022

Domenica pomeriggio straordinario volo di gru cenerine con schieramento a V sull'ospedale. Commuove il loro canto

Il 16 aprile di due anni fa, la violinista Lena Yokoama faceva commuovere il mondo, in un momento particolarmente difficile per tutti, e per Cremona in particolare, esibendosi magistralmente dal tetto dell’ospedale. Le note di Ennio Morricone, che la musicista del Museo del Violino, interpretò splendidamente omaggiando una città ferita, e infondendo coraggio in medici, paramedici e ammalati, sono rimaste indimenticabili e quella esibizione spettacolare è divenuta uno dei simboli della lotta alla pandemia.

Quasi due anni dopo, ad omaggiare Cremona e il suo ospedale, domenica pomeriggio, 20 febbraio, è stata la musica, quella naturale, di uno stormo di gru cenerine che, con il loro inconfondibile canto, sono passate sopra il nosocomio per poi dirigersi, con il loro maestoso volo, verso il Casalasco. Chi scrive queste righe, abituato a camminare tra argini, golene, carraie e pioppeti, ha avuto il privilegio di osservarle ed immortalarle. Uno spettacolo inatteso, straordinario, semplicemente sublime. Il volo sopra l’ospedale è stato come una carezza del Creato, e del Cielo, verso chi, tra quelle mura, ha speso e spende intere giornate per stare accanto a chi soffre. Con la speranza, è giusto aggiungerlo ,che possa essere di buon auspicio verso momenti più sereni. C’è da dire che in questi giorni il movimento migratorio delle gru cenerine tra Cremonese e Parmense è decisamente intenso. Soltanto tra venerdì e domenica, chi scrive queste righe, ha assistito a ben cinque passaggi di stormi di gru nell’area del Grande fiume. Come spiegato da Michele Mendi, delegato provinciale della Lipu di Parma, si tratta di un fenomeno normale di questi temi perché le gru stanno appunto migrando, in ampie formazioni e, come sempre, sono molto vocianti. “Vanno verso i siti di nidificazione, quindi verso Nord – ha detto Mendi – e fino a marzo le vedremo, e potremo udirle anche di notte”.   Un canto, il loro, inconfondibile, melodioso e malinconico, una poesia a “cielo aperto”. Spettacolare ed inconfondibile anche il classico schieramento a V, formazione che  prevede che un uccello voli al vertice e tutti gli altri lo seguano sistemandosi in un doppio schieramento, nel quale ciascun individuo vola con una traiettoria parallela a quello che lo precede, ma leggermente spostata verso l’esterno. Questa disposizione viene adottata sia durante brevi spostamenti, sia per i trasferimenti migratori e viene scelta per ragioni aerodinamiche. Soltanto così, infatti, ogni elemento dello stormo riesce a sfruttare i vortici generati dall'uccello che lo precede: vortici che "risucchiano" l'uccello che vola dietro. L’uccello che apre la formazione fa dunque più fatica degli altri, e per questo avviene comunque un cambio periodico nel ruolo di apripista. Come si può leggere anche sul sito uccellidaproteggere.it la gru cenerina è un uccello migratore che si riproduce nell’Europa centrale, settentrionale e Orientale, dai Balcani alla Russia, fino a Mongolia e Asia minore. Torna sui nostri cieli in autunno, raramente per fermarsi a svernare nel nostro Paese. Più spesso per raggiungere l’Africa settentrionale e orientale, dove questa specie trascorre l’inverno. Dall’aspetto inconfondibile – il piumaggio grigio campeggia su zampe lunghissime e fa da contrasto a una buffa coda arricciata verso il basso – la Gru presenta una caratteristica macchia bianca sul capo, mentre il becco è circondato da piume nere che si allungano verso il collo. Di dimensioni notevoli, può raggiungere anche i 150 cm di lunghezza, questa specie è tendenzialmente gregaria. Al di fuori del periodo riproduttivo, infatti, si muove quasi esclusivamente in stormi composti anche da decine, a volte centinaia di individui e, sempre “in branco”, si posa sulle aree umide, per riposarsi o rifocillarsi. Insetti, pesciolini. Ma anche cereali e vegetali. La dieta della Gru è piuttosto varia, e differisce sensibilmente tra quella tipica dei siti di riproduzione – paludi e acquitrini – e quella scelta nelle aree di sosta o svernamento, dove la specie si spinge, per alimentarsi, fino ai campi coltivati. In Italia, i pochissimi individui svernanti sono stati censiti in Sardegna occidentale, Sicilia e sulla media costa tirrenica.

Eremita del Po

Paolo Panni


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