Dove conservare le ceneri dei defunti? Il Comune sollecitato tace nonostante S.Abbondio sia pronta. Il centrodestra chiede una scelta
Sono sempre di più i cremonesi che desiderano farsi cremare, ma ancora oggi non è stato risolto il problema della conservazione delle urne cinerarie o, in alternativa, della dispersione delle ceneri in un luogo deputato del cimitero civico. Lo scorso autunno la Socrem aveva sollecitato il Comune alla realizzazione del Giardino delle Rimembranze, in un’area già individuata nel cimitero civico, ma ancora adesso non vi è stata alcun intervento da parte delle istituzioni. Ormai da tempo il parroco della chiesa di Sant’Abbondio don Andrea Foglia, pressato dai parrocchiani, ha previsto l’utilizzo di un androne del chiostro dei Teatini in cui poter conservare le urne in modo decoroso e confacente e sono talmente tante le richieste che avrebbe già individuato un ulteriore spazio. Ma è tutto bloccato mentre per il Comune parla un inspiegabile silenzio.
Proprio sollecitati da questa urgenza Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona), Carlo Malvezzi (Forza Italia), Federico Fasani (Forza Italia) e Saverio Simi (Forza Italia) hanno presentato un ordine del giorno per inserire un’integrazione nel vigente Regolamento di Polizia Mortuaria del Comune di Cremona che preveda la possibilità di conservare le ceneri del defunto in un luogo di culto, secondo una pratica già accettata da tempo dalla Chiesa e pertanto già autorizzabile.
“A titolo esemplificativo - scrivono i firmatari - a Vicenza, nella parrocchia di san Gaetano, in centro storico, con il nulla osta del Comune in quanto non contrario alla normativa, è stato realizzato un cinerario. Unica prescrizione, oltre la gratuità, l'attivazione di un sistema di controllo contro le profanazioni, condizione richiesta anche quando le urne vengono conservate a casa. Anche a La Spezia le urne funebri potranno essere conservate in un luogo di culto grazie ad una modifica del regolamento di polizia mortuaria adottata in seguito ad una richiesta di un parroco di una chiesa cittadina”. Ma anche a Cremona “Don Andrea Foglia, parroco di S. Abbondio, ha da tempo avanzato pubblicamente la stessa proposta individuando, ad esempio, quale luogo di conservazione delle ceneri un'ala dell'androne del chiostro della sua parrocchia”.
Non vi possono essere remore morali o religiose, perché “come noto, la pratica della cremazione ha visto una lunga e non ancora forse completata evoluzione delle posizioni della Chiesa Cattolica che la ammette, con alcune remore, oramai da oltre cinquant’anni. La recente Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede dell’ottobre 2016 è nuovamente intervenuta su questo tema, stabilendo che «le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero» o «se è il caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica». Ciò potrebbe «contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera ed al ricordo dei parenti e della comunità cristiana» e in più eviterebbe il rischio di «pratiche sconvenienti o superstiziose». Il regolamento di polizia cimiteriale del Comune di Cremona prevede che le ceneri possono essere tumulate in cinerari oppure in altra sepoltura cimiteriale (un ossario, in un loculo già in concessione o in una tomba di famiglia). Dal 10 febbraio 2005, in seguito all'entrata in vigore del Regolamento regionale è possibile inoltre l'affidamento delle ceneri ai familiari per la conservazione e la dispersione delle ceneri. Inoltre, semmai vi fossero dubbi sull’aspetto sanitario, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea “sottolinea che le ceneri funerarie, diversamente dalle spoglie mortali, sono inerti dal punto di vista biologico, in quanto rese sterili dal calore, sicché la loro conservazione non può rappresentare un vincolo imposto da considerazioni sanitarie. Per quanto attiene alla tutela del rispetto della memoria dei defunti, la Corte ritiene che la normativa nazionale in questione si spinga oltre quanto necessario per conseguire tale obiettivo.
“Per quel che riguarda i valori morali e religiosi prevalenti in Italia infine (che osterebbero a una finalità lucrativa delle attività di conservazione di resti mortali) - osservano i firmatari dell’ode - la Corte rileva che l'attività di conservazione di ceneri mortuarie in Italia è assoggettata al pagamento di una tariffa stabilita dalla pubblica autorità e che l'apertura di tale genere di attività alle imprese private potrebbe essere assoggettata al medesimo inquadramento tariffario, che, di per sé, l'Italia evidentemente non considera contrario ai valori morali e religiosi.”
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commenti
anna maramotti
20 maggio 2021 22:37
Mi corre l'obbligo di riferire che da qualche anno l'Architetto Nuccio Armocida di Brescia ha presentato al Parroco di S. Abbondio un progetto "esecutivo" che ben dimostra la fattibilità nei sotterranei del chiostro di uno spazio a tale scopo destinato.