E' etrusco il frammento di ceramica trovato da Davide Persico sul Po. La perizia della Soprintendenza: "Una rarità per la Pianura padana"
La perizia della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova non lascia dubbi: il frammento ceramico ritrovato dal sindaco di San Daniele Po, Davide Persico, presso la barra di Cà Granda, lo scorso ottobre, appartiene alla cultura etrusca. E’ stata la presenza di uno stampiglio centrale a forma di rosetta su un frammento ceramico a vernice nera a convincere Davide Persico di trovarsi di fronte a qualcosa di assolutamente raro: “All’inizio non avevo dato eccessiva importanza al ritrovamento - racconta Persico - poi ho notato questa rosetta stampigliata di notevole fattura, qualcosa di totalmente differente dalla ceramica invetriata rinascimentale molto frequente nel Po. Ho chiesto un parere alla Soprintendenza che ha individuato questo frammento apparentenente a quel momento storico in cui Romani e Etruschi si trovarono alleati nella lotta ai Celti nella pianura padana, dunque con una forte influenza etrusca”.
La perizia, firmata dalla dottoressa Giordana Ridolfi, che Persico ha pubblicato sulla propria pagina Facebook, precisa che “il tipo di stampiglia e la posizione al centro del vaso rimandano alla tradizione vascolare laziale ed etrusco-meridionale; in genere, questi elementi sono estranei alle officine dell’Etruria settentrionale e, di riflesso, alle botteghe padane, che attingono in gran parte al loro repertorio”. Il tipo di rosetta del frammento di San Daniele Po si richiamerebbe alle officine riminesi che producevano proprio stampiglie su ciotole, rinvenute negli scavi dell'ex Vescovado di Rimini e su una patera locale da Rimini ed anche nella zona del delta del Po, rielaborate sul modello riminese. “Per quanto riguarda la datazione di questa ciotola - specifica Giordana Ridolfi - essendo priva dell'orlo, non è possibile stabilire il tipo; il solo elemento utile è fornito dalla rosetta…Considerando anche le forme vascolari sulle quali compare, si può suggerire una datazione più ampia, tra la seconda metà del III e la prima metà del II a.C. Da rimarcare la rarità di questa attestazione in Pianura Padana”. “Seppur fortuito, questo ritrovamento costituisce una testimonianza del forte legame culturale con il mondo centro-italico, soprattutto nella fase iniziale della romanizzazione del territorio padano, e questa particolare connotazione la si avverte grazie al ruolo primario che le colonie latine svolsero in questo processo”.
Un ulteriore, prezioso tassello, aggiunto da Davide Persico, che va ad incrementare le nostre conoscenze sulla storia antica del Cremonese.
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commenti
Agostino Melega
6 novembre 2021 11:32
Congratulazioni vivissime a Davide Persico, a questo brillante studioso, "vicino di casa" di tutti i cremonesi amanti della storia, della cultura e dell'ambiente padano.
Davide Persico
6 novembre 2021 15:51
Grazie Agostino, sei sempre gentile!