21 luglio 2021

E' in carcere a Cremona l'ultimo dei "no global" condannati per i fatti del G8, a vent'anni esatti dai disordini di Genova

A vent’anni esatti dai fatti di Genova, l’ultimo dei “no global” ancora agli arresti per quegli eventi è stato riportato in cella a Cremona poco meno di due mesi fa. Lui è Luca Finotti, ha 42 anni, è originario di Pavia e ha alle spalle una storia complessa che muove proprio da quelle vicende che cambiarono il mondo nel luglio del 2001. Condannato per i fatti del G8 di Genova, Finotti è tornato in carcere nel mese di giugno a seguito della revoca del permesso di scontare la pena in comunità. L’uomo si trovava infatti nella comunità "La tenda di Cristo", quando è stato tradotto nel carcere di Cremona. Qui dovrà finire di scontare la sua pena, il cui termine è previsto per il mese di dicembre del 2022.

Il rientro in carcere ha a che vedere con i fatti di Genova solo indirettamente, essendo dovuto al fatto che secondo i responsabili della comunità, Finotti avrebbe violato le regole della struttura in più occasioni. A far scattare il provvedimento per il rientro in cella a Cremona, l'introduzione (grazie a un visitatore, a quanto è stato ricostruito) di un pacchetto di tabacco senza essere stato autorizzato.

LA VICENDA - La storia di Finotti prende avvio dagli scontri del 2001 a Genova durante i quali perse la vita Carlo Giuliani. A quanto risulta dalla ricostruzione processuale, nel 2001 Finotti si trovava in piazza Alimonda, vicino al Defender dei carabinieri dal quale Mario Placanica esplose il colpo di pistola che uccise Giuliani. Per quelle vicende, ancora controverse e oggetto di dibattito (come mostrano le iniziative in corso anche a Cremona in questi giorni) Finotti venne incarcerato e processato insieme ad altri nove “no global” con l’accusa di devastazione e saccheggio. L’iter processuale fu travagliato e la posizione di Finotti è stata portata in Cassazione due volte. Il 13 novembre 2013 la terza sezione della Corte d'Appello di Genova riformò parzialmente la sentenza del tribunale di Genova del 14 dicembre 2007: in primo grado Finotti era stato condannato a 10 anni e 9 mesi, e la Corte d'Appello ridusse la pena a 8 anni.

All’epoca unico “no global” ancora in carcere, Finotti venne salutato con un applauso da alcuni attivisti del movimento antagonista, tra i quali anche i genitori di Carlo Giuliani. Contro la sentenza d’appello gli avvocati di Finotti fecero ricorso in Cassazione e nel frattempo all’uomo furono concessi gli arresti domiciliari. 

Si arriva al 2014: poco prima che la Cassazione confermasse la pena stabilita in sede di appello, Finotti fece perdere le sue tracce. Solo nel 2017 venne rintracciato e arrestato in Svizzera e in seguito estradato in Italia per poi comparire davanti al giudice nel 2018 con l’accusa di evasione dagli arresti domiciliari. 

In comunità dal settembre del 2019, nel mese di giugno di quest’anno Finotti è stato dunque riportato in cella a Cremona per violazione delle regole della comunità “La Tenda di Cristo”, in particolare per aver introdotto del tabacco senza autorizzazione. La legale che assiste l’uomo ha annunciato che contro il provvedimento di carcerazione ricorrerà in Cassazione.


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