29 marzo 2022

Entra nel vivo il piano di salvaguardia del "saper fare liutario": al lavoro i gruppi di studio per organizzare le sessioni

Si riunirà domani (30 marzo) il primo gruppo di lavoro per l’organizzazione delle sessioni del Piano di salvaguardia del Saper fare liutario tradizionale cremonese. Composto su base volontaria da liutai e liutaie che hanno manifestato la propria disponibilità, il gruppo che si riunisce mercoledì prenderà in esame l’organizzazione di uno degli appuntamenti più sentiti dalla comunità: l’identificazione, cioè la definizione e la descrizione, del metodo cremonese tradizionale e delle sue peculiarità. Dai lavori del gruppo uscirà, poi, il programma della sessione del Piano di salvaguardia dedicato a questo argomento e aperto a tutti i liutai.

Entra così nel vivo l’ambizioso progetto di salvaguardia del patrimonio immateriale cremonese, la liuteria appunto, così come richiesto dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003, recepita anche dal governo italiano. Ricevuto il riconoscimento UNESCO, infatti, ogni comunità di riferimento assume su di sé l’onere di studiare potenziali rischi e minacce che possano interromperne la trasmissione ai posteri e di mettere a fuoco misure a sua tutela.

Il percorso di preparazione è stato lungo ed è partito due anni fa, con la costituzione dell’Ufficio per l’UNESCO all’interno del Comune di Cremona, che, in qualità di ente referente presso il Ministero della Cultura e presso l’UNESCO stessa, ha assunto su di sé la nuova competenza. L’ufficio, che coordina le operazioni in accordo con il Ministero della Cultura, ha dapprima incontrato gli interlocutori locali e la comunità dei liutai in riunioni preparatorie, il cui risultato è stato presentato lo scorso maggio in un collegamento streaming dall’Auditorium “G. Arvedi” del Museo del Violino, durante il quale il sindaco Gianluca Galimberti aveva presentato il progetto insieme ai rappresentanti di istituzioni territoriali, nazionali e internazionali collegati da remoto.

La fase successiva è stata dedicata alla ricognizione dei bisogni. Attraverso un lungo percorso di ascolto della comunità, e il supporto del Ministero della Cultura, è stato proposto ai liutai un questionario che li aiutasse a far emergere la dimensione dei bisogni, della concretezza, sempre tenendo come riferimento i principi etici UNESCO e la visione del saper fare liutario tradizionale cremonese nella sua dimensione di patrimonio culturale, che riflette su sé stesso, generando valore per l’umanità. La ricognizione, suddivisa in aree tematiche, abbracciava temi come la definizione del metodo che distingue il saper fare liutario tradizionale cremonese da altre prassi costruttive, la trasmissione fra scuola e bottega, il ruolo dei musicisti, degli spazi culturali, della ricerca, delle misure giuridiche di protezione attuali e potenziali. Da quel questionario è emerso nitido il quadro d’interesse dei liutai, da cui dipende l’ordine di trattazione dei vari argomenti nelle sessioni di Piano di salvaguardia.

Dopo il gruppo di lavoro dedicato al tema dell’identificazione, si riunirà quello dedicato alla trasmissione del saper fare liutario, cioè alla relazione strategica fra la Scuola di liuteria e le botteghe artigiane, e via via quelli dedicati agli altri temi.

Terminate le attività dei gruppi di lavoro, inizieranno le sessioni del Piano di salvaguardia, o Capacity building, espressione inglese che si riferisce proprio alla costruzione di capacità, intendendo l’insieme degli sforzi e delle attività che un’organizzazione attua per raggiungere un più alto livello in termini di maturità operativa, programmatica, finanziaria e organizzativa. La sola strada per affrontare le sfide di un mercato globale, iperconnesso e molto competitivo e garantire lunga vita all’antica arte dei maestri liutai cremonesi.


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