27 settembre 2024

Entro fine anno i cantieri: ex ospedale, piazza Lodi, San Francesco, piazza Giovanni XXIII, via Radaelli. Così cambia una parte dell'antico cuore di Cremona: sarà destinata ai giovani

Cambia volto una vasta parte della città, antica e finora abbandonata. Cambia volto con interventi che ridaranno a Cremona quella parte del vecchio ospedale rimasta "congelata" per oltre mezzo secolo in attesa di tempi migliori, di idee e finanziamenti: via Radaelli, piazza Lodi, piazza del vecchio ospedale, San Francesco. Un intervento storico che prende forma grazie a una strategia di di Sviluppo urbano sostenibile promossa dal Comune di Cremona e grazie ai finanziamenti Programmi Regionali FESR e FSE+ a valere su fondi strutturali e di investimento europei 2021-2027. E ieri si è svolta nella sede di Fondazione Città di Cremona la conferenza Giovani in centro. Sono intervenuti: Andrea Virgilio (Sindaco di Cremona), Uliana Garoli (Presidente di Fondazione Città di Cremona), Saverio Isola (Studio Isolarchitetti), Andrea Staid, antropologo; ha introdotto e moderato l’incontro Luca Burgazzi (Assessore al Turismo, espressività giovanile ed eventi). Al centro della mattinata la volontà di condividere l’andamento del progetto di rigenerazione urbana che coinvolge tanto i luoghi quanto le persone e le comunità cittadine.

Giovani in centro è il progetto del Comune di Cremona per la rigenerazione del centro storico con un imponente lavoro di ripensamento e riuso di due edifici importanti come l’ex chiesa di San Francesco e il comparto di via Redaelli, che saranno poi connessi a un sistema di riqualificazione di piazza Giovanni XXIII, PIazza Lodi, sistema del Vecchio Passeggio, Palazzina Sozzi e le scuole intorno, attuando una strategia di sviluppo urbano sostenibile; in accordo con Regione Lombardia, il Comune ha provveduto a completare le procedure di affidamento ai progettisti dei lavori di ristrutturazione. L’apertura dei cantieri è prevista per la fine dell’anno in corso e la primavera del prossimo, per consentire l’insediamento in quei luoghi e in quegli spazi di servizi e attività di carattere sociale, educativo, culturale e abitativo che sono già in fase di progettazione.

Giovani in centro è un progetto di rigenerazione urbana, e al contempo un’azione con cui si intende abbracciare e coinvolgere a più livelli tutta la città per rendere le fasce più giovani protagoniste, con l’idea di andare a impattare in maniera concreta tanto in termini sociali quanto economici e culturali, definendo nuove forme di abitare la città e renderla attrattiva anche verso pubblici esterni come studenti e lavoratori. Da questo punto di vista, le fondamenta della strategia Giovani in centro poggiano sul desiderio di sostenere e armonizzare tre risorse cittadine importantissime: il capitale umano rappresentato dai giovani, dalle nostre comunità, quello materiale rappresentato dagli edifici e quello immateriale, rappresentato dalla portata sociale e culturale dell’intervento, che non può prescindere dalla collaborazione tra gli attori che, a diverso titolo, prendono parte alla vita della città”, ha dichiarato Andrea Virgilio, sindaco della città.

“Palazzo della carità è al centro del grande cantiere che sta per nascere. Da sempre la sede della Fondazione è fulcro e punto di riferimento di tante associazioni che operano nel sociale. Aprire le sue porte è dunque una scelta naturale per favorire la più ampia partecipazione, perché gli spazi rigenerati non sono tali senza il coinvolgimento della comunità che li anima”, ha spiegato Uliana Garoli, presidente della Fondazione Città di Cremona. Durante l’incontro sono state presentate le prossime azioni progettuali. Saverio Isola (Studio Isolarchitetti) ha illustrato il progetto approvato sull’ex Chiesa di San Francesco. L'intervento, riguarda un edificio che nei secoli ha visto molteplici trasformazioni da convento, ad ospedale, fino poi alla chiusura degli ultimi 50 anni. La proposta si inserisce, quindi, in maniera rispettosa nel solco di questa memoria secolare, restituendo alla collettività un edificio modulabile che prevede spazi per servizi con particolare attenzione alle fasce più giovani, per la scuola di seconda opportunità, e per laboratori, aule musicali, e sedi di associazioni. L’intenzione è quella di rispettare l’identità del luogo e renderlo aperto e al servizio della città secondo una visione contemporanea che permetterà di poterlo adattare e utilizzare anche in base alle esigenze future. Il percorso in fase di realizzazione è caratterizzato da una forte interdisciplinarietà dei processi decisionali, sottolineando l’importanza dell’accordo tra Comune di Cremona e Soprintendenza, relativo ad attività di studio e ricerca volte a fornire un’adeguata conoscenza della stratificazione storica del sito dell’ex Chiesa di San Francesco per poter ipotizzare il recupero completo del complesso nei prossimi anni.

Infine Andrea Staid, antropologo, ha illustrato l’articolazione delle tre lezioni di Social Design che si svolgeranno, da oggi fino al 28 settembre, negli spazi della Fondazione. Si tratta di tre incontri dedicati alle associazioni del territorio, che hanno aderito numerose, attive in ambito culturale, della coesione sociale e del supporto alla partecipazione dei giovani, al fine di condividere strumenti e definire modalità di collaborazione, partecipazione e progettazione che tengano in considerazione un’idea di rete necessaria in termini di solidarietà e cura degli altri e delle relazioni per una città contemporanea e inclusiva, che non lasci indietro nessuno.

 

COSI' CAMBIERA' QUESTA PARTE DEL CUORE DELLA CITTA'

L’area interessata dal progetto si trova nel cuore della città, nella zona delimitata dall’ex cinta muraria medievale, lungo l’asse nord-sud che collega il tracciato dell’ex pubblico passeggio alla zona centrale della piazza Duomo; scampata alle demolizioni del periodo fascista, quest’area verrà ripristinata alla sua vocazione iniziale, che affonda le proprie radici nel 1451, quando il primo ospedale cremonese fu fondato dall’unione di vari enti caritatevoli, dando vita all’Ospedale Maggiore di Cremona, in uso fino al 1971.

Nello specifico, il progetto prevede interventi di riqualificazione di Piazza Lodi e di Piazza Giovanni XXIII, con un rinnovo dell’arredo urbano, una presa in cura del verde pubblico e un potenziamento della mobilità sostenibile, pedonale e ciclabile: verrà infatti recuperato l’antico tracciato della Contrada Cicogna per costruire un nuovo percorso pedonale, che collegherà Piazza Lodi e il Parco del Vecchio Passeggio, che sarà a sua volta oggetto di recupero del verde urbano e restauro della Palazzina Sozzi al suo interno.

Nella nuova geografia cittadina, Piazza Giovanni XXIII diventerà il cuore pulsante di Giovani in centro, grazie agli interventi di risignificazione dell’ex Ospedale di via Redaelli e dell’ex Chiesa di San Francesco, il cui processo di trasformazione sarà mirato all’inserimento di nuove funzioni di riuso che siano strettamente collegate all’identità storica di questi edifici, recuperandone la vocazione sociale.

L’intervento sull’ex Ospedale di via Redaelli trasformerà gli spazi della struttura in nuove unità abitative sperimentali attraverso progetti di co-housing mirati a sopperire alla carenza di abitazioni a prezzo calmierato, agevolando sia giovani famiglie sia neo-maggiorenni e giovani adulti, per favorire i percorsi di autonomia, contrastando fenomeni di abbandono della zona da parte delle nuove generazioni; non solo, il complesso offrirà una sede ad attività commerciali e artigianali, incentivate da un percorso di sostegno della piccola imprenditorialità locale, promuovendo percorsi di accompagnamento all’autonomia economica dei giovani adulti e dei soggetti più fragili.

L’ex Chiesa di San Francesco è invece destinata a un processo di risignificazione che la trasformerà in un centro della cultura e della coesione sociale, in grado di ospitare attività culturali e ricreative, spazi di aggregazione e produzione musicale, soluzioni di coworking e socializzazione informale, orientate soprattutto verso un pubblico giovane; uno spazio versatile, dedicato alla creatività, alla partecipazione e alla produzione culturale; per favorire l’inserimento lavorativo e contrastare la dispersione scolastica, all’interno della struttura troveranno spazio anche una scuola di seconda opportunità e locali che ospiteranno cooperative di tipo B, per l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati.

In questa cornice si inseriscono anche il restauro e l’efficientamento di diverse strutture scolastiche, come la Scuola materna Martini, l’Asilo nido San Francesco e l’Istituto Comprensivo Antonio Campi, dove verranno inoltre attivati nuovi percorsi educativi e di inclusione sociale: interventi a sostegno della genitorialità e dell’integrazione, percorsi propedeutici all’inserimento lavorativo e percorsi di inclusione dei soggetti fragili, pratiche di contrasto alla dispersione scolastica e la sperimentazione di una nuova prassi di scuola diffusa.

Le attività previste dal progetto Giovani in centro rientrano in un più ampio processo di rilettura e risignificazione degli spazi fisici del tessuto urbano e dei bisogni della cittadinanza, da tempo avviato dall’Amministrazione comunale di Cremona (si pensi al recupero del Parco dei Monasteri e del complesso di Santa Monica, quale sede del Polo Universitario dell’Università Cattolica, così come la riqualificazione del quartiere San Felice).

Oltre agli interventi materiali, Giovani in centro intende investire nel capitale immateriale e umano della città: il progetto ambisce ad avere soprattutto un impatto sociale, culturale ed economico su un intero quartiere del centro storico, attraverso interventi che possano essere al servizio prima di tutto della fascia di popolazione più giovane della città - bambini, adolescenti, ragazzi, studenti, giovani famiglie - e attrattiva verso pubblici esterni - studenti fuori sede, lavoratori. Da questo punto di vista, le fondamenta della strategia Giovani in centro poggiano sul desiderio di sostenere e armonizzare tre risorse cittadine importantissime: il capitale umano rappresentato dai giovani, quello materiale rappresentato dagli edifici e quello immateriale, rappresentato dalla portata sociale e culturale dell’intervento, che non può prescindere dalla collaborazione tra gli attori che, a diverso titolo, prendono parte alla vita della città.

Ambizioso e di lungo periodo, il progetto vuole dunque riportare le nuove generazioni al centro di una nuova mappa della città: il centro geografico, ma anche il centro dell’azione pubblica, promuovendone il protagonismo e la partecipazione alla vita sociale, per garantire loro un futuro professionale, personale e familiare, nella convinzione che i giovani debbano avere un ruolo significativo nella vita di Cremona verso un domani più sostenibile, inclusivo e dinamico, partecipato e condiviso. Per fare questo, il progetto ha sviluppato una serie di strumenti che si configurano come azioni di ingaggio verso i diversi pubblici cittadini, a seconda delle fasi di sviluppo e coinvolgimento della progettualità.


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commenti


Patrizia Signorini

27 settembre 2024 07:34

Progetto grandioso, tanto bello quanto immaginifico.
È tutto fattibile grazie a finanziamenti vari ma non leggo fin qui menzione sulla sostenibilità nel tempo. Il sociale è più che fondamentale ma senza provvista economica che qualcuno o qualcosa devono pur generare mi chiedo chi e come nei decenni a venire si farà carico di tutti gli oneri che gravano sulla manutenzione e sulla gestione.
Questa parte è inscindibile dal progetto, o nascerà con una inevitabile scadenza.

Gianluca

27 settembre 2024 12:35

Come al solito si farà ricorso al cavaliere. Altrimenti tutto in malora come al solito.

Giorgia

27 settembre 2024 08:37

Visto che il vecchio ospedale ha cominciato ad essere svuotato ed abbandonato nel 1978, alla buon'ora!