Ex Inam sempre più degradato, le piastrelle che rivestono lo stabile si staccano e si schiantano al suolo tra piante infestanti e calcinacci
Raccontano alcuni residenti che di notte si avverte un tonfo sordo, poi uno schianto. Roba da farti prendere un colpo per lo spavento. Poi, di giorno, è sufficiente affacciarsi alla finestra per accertarsi del motivo di quello schianto improvviso. Sono le piastrelle rettangolari, strette e lunghe, di colore marrone che rivestono interamente il palazzo dell'ex Inam, in viale Trento e Trieste: si staccano letteralmente dalle pareti e cedono in blocchi di cinque, sei, andando a finire per terra con fragore.
Lo stabile che ospitò i poliambulatori fino a una decina di anni fa cade letteralmente a pezzi. Non tanto dalla parte visibile ai più, quella lungo viale Trento e Trieste, quasi in fronte all'ex sede dell'Aem, quanto nella parte interna, visibile a chi risiede nelle vicinanze. Quasi del tutto abbandonato – nell'ex Inam restano attualmente solo alcuni servizi del centro Psico Sociale – l'immobile è in stato di forte degrado. Non sono mancate le segnalazioni nel corso degli anni, ma niente è cambiato, se non in peggio, complice il tempo.
Le foto sono lì a testimoniarlo: oltre al rivestimento delle pareti, in più punti ormai a macchie grigio/marrone a causa dei cedimenti, è tutta una giungla di piante infestanti, calcinacci, piastrelle in frantumi. I topi rappresentano la fauna principale del luogo e non manca chi giura d'averci trovato pure qualche biscia.
Occorre mettervi mano, quantomeno per una questione di sicurezza, perché se è vero che l'intero immobile potrebbe essere oggetto di recupero per la realizzazione di una “casa della salute”, ossia un presidio per prestazioni sanitarie di vario tipo, come prelievi ed esami di varia natura, il progetto è intimamente connesso con la realizzazione del nuovo ospedale (qui il nostro articolo). E va bene che sul nuovo ospedale la Regione conta parecchio, come dimostra la delibera approvata in questi giorni dalla giunta Fontana (qui l'articolo), ma i tempi di realizzazione sono giocoforza lunghi. Lunghi i tempi per il nuovo ospedale, lunghi i tempi per il recupero dell'ex Inam.
Alla luce di questo, e soprattutto delle condizioni di fatiscenza in cui versa lo stabile, sarebbe opportuno valutare almeno un intervento di consolidamento e messa in sicurezza. Possibilmente prima che i tonfi notturni diventino un sottofondo costante – e inquietante – per chi abita nelle vicinanze.
Nelle immagini a scorrimento, la parte interna dell'ex Inam. Foto Gianpaolo Guarneri - Studio B12
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